Nucleare sì, nucleare no? non è questo il problema!
A causa del terremoto in Giappone in tutto il mondo si è discusso sulla sicurezza delle centrali elettriche nucleari, con la buona pace di Obama che, dopo aver parlato tanto di ecologia, aveva finanziato nuove centrali.
In Italia il dibattito era già acceso da una proposta di governo di sfruttare centrali ad energie nucleari, in modo da renderci più indipendenti dal petrolio e dal gas (materie prime che causano tensioni internazionali in Medio Oriente e nell’Asia), inoltre il governo sostiene la sua posizione mostrando che l’Italia usa già energia nucleare prodotta in Francia e che sia le centrali francesi che quelle svizzere e tedesche in caso di malfunzionamento potrebbero contaminarci, vista la vicinanza alla nostra nazione. Tanto vale produrcela da soli, dicono.
In Italia, dopo il disastro di Černobyl’, ci fu un bel referendum che in tre punti chiariva la posizione degli italiani nei confronti del nucleare. Gli italiani non volevano nemmeno che l’ENEL partecipasse alla costruzione di centrali nucleari all’estero.
L’avventura del nucleare in Italia, che era iniziata già nel 1963, finiva spegnendo l’ultima centrale nel 1990, a tre anni dal voto popolare.
Ma il nucleare è davvero il peggiore dei mali? per produrre energia elettrica oggi si brucerebbe di tutto, dalle biomasse alla spazzatura, gas e carbone. In ogni caso molto inquinanti e dannosi per l’ambiente e per la nostra salute.
Le alternative esistono, si chiamano energie rinnovabili e sono a basso impatto ambientale rispetto le suddette a combustione, si chiamano eolico, solare, idroelettrico.
Le critiche alle fonti rinnovabili però non sono meno pesanti di quelle che si fanno al nucleare e non vengono da ingegneri nucleari che hanno voglia di farsi i soldi ma da ambientalisti in primis: infatti, la costruzione di pannelli solari e il loro smaltimento non sono molto ecologici e la quantità di energia prodotta e la vita degli impianti lascia un po’ perplessi sul loro reale uso. L’eolico, oltre a rompere le scatole a Sgarbi che dice che rovinano il paesaggio (hai visto quanto è bello un inceneritore o una centrale nucleare…), secondo gli ambientalisti frenerebbero il vento che trasporta i pollini e disturberebbe il volo degli uccelli.
Inoltre al momento non esistono batterie capaci di accumulare abbastanza energia solare o eolica per quei giorni in cui non c’è molto sole o molto vento.
Sul tema non si battono solo freakkettoni ambientalisti che parlano per idealizzazioni ma persone di scienza e entrambi parlano di numeri e sono contro o a favore del nucleare quanto delle rinnovabili, inoltre anche alcuni nuclearisti si dicono verdi ambientalisti!
L’altro giorno ad Un giorno da pecora, trasmissione in onda su Radio2 Rai, era presente Chicco Testa, il più grande imprenditore nel campo dell’energia in Italia che dopo aver speso la sua gioventù contro il nucleare, dice di aver cambiato idea e che per lui il nucleare non è il male minore. Chicco Testa è uno che guadagna abbastanza dalle rinnovabili e che potrebbe guadagnare di più se ci fosse anche il nucleare, anche se da (ex)comunista dice che la sua valutazione non è fatta sulla base di quanto può guadagnare ma su basi scientifiche e con obiettivo il bene della comunità.
Secondo me, però, l’approccio del Testa e di molti nuclearisti è un approccio che non risolve il problema dell’energia. E’ come se loro partissero dal presupposto che più energia viene richiesta più bisogna produrne, e siccome più energia danno le compagnie più noi ne vogliamo, alla fine sarà necessario fare una serie di centrali per soddisfare questi bisogni.
Questo modo di ragionare però ci porta alla ricerca esasperata della produzione di energie senza se e senza ma, e immagino già centrali nucleari ricoperte di pannelli fotovoltaici e pale eoliche sui comignoli.
Forse dovremmo imparare a risparmiare, a ridurre i nostri consumi, usare il meno possibile l’energia, che sia elettrica o a combustione. Dovremmo stare in casa con un bel maglione di inverno e non in canottiera con i riscaldamenti a temperature tropicali (o viceversa in estate stare in casa con la giacchetta ma il condizionatore a temperature polari), dovremmo tirar fuori in tempo le cose dal congelatore e non usare il comodissimo defrost del microonde.
Non vogliamo il nucleare? impariamo a richiedere meno energia alle compagnie che la producono!
(Vuoi sapere come fare a risparmiare energia? Leggi il decalogo di M’illumino di meno, il blog Sopravvivenza energetica o questo articolo di Wired)
Bellissimo post! Ci vuole un’educazione ambientale prima di tutto!
Ciao Michele,
sono ambientalista attiva da circa 30 anni e ti posso assicurare che ne ho sentite (e viste) di tutti i colori.
Ho maturato una mia personale convinzione in merito all’approccio italiano (ma non solo) ad ogni tipo di “avventura” che movimenti parecchi soldi e cemento (di solito inserita sotto la voce “grandi opere” come ad esempio la TAV).
Alla base c’e’ sempre un forte interesse speculativo che, unito alla totale mancanza di controllo, riproduce all’infinito la logica del “… che me ne viene in tasca?”
E’ per questo motivo che si scelgono di fare mega-super-iper impianti centrali dove il flusso di denaro puo’ essere facilmente dirottato, intascato, deviato…. invece di migliaia di piccoli impianti ad alta tecnologia, basso costo e basso impatto.
E’ per questo motivo che persino tecnologie pulitissime, che sfruttano vento e sole, possono diventare una macchina infernale di sperpero di denaro pubblico e di degrado ambientale e paesaggistico (se cerchi su google le parole “scandalo eolico” ne hai un piccolo esempio, oppure vai a vedere il documento http://www.lipu.it/pdf/risoluzione_LIPU_impiantieolici2002.pdf).
Insomma la comunita’ (intesa come tutti gli esseri: umani, animali, vegetali etc) trae beneficio solo se chi opera lo fa con senso del bene comune, altrimenti e’ solo sempre un immane disastro.
Il mio pensiero e’ che, se questo disastro avverra’ nell’attuazione di tecnologie che hanno un impatto pluricentenario sul territorio (come il nuclerare), il debito del malgoverno attuale e della nostra inazione verra’ subito da diverse generazioni dopo la nostra.
…. il che ci renderebbe tutti colpevoli ……
Un abbraccio
Laura
(PS collega torinese di Andrea)
Il mio punto di vista davanti ad un problema è questo: mi domando cosa posso fare io, nel mio piccolo ma in prima persona per risolvere (se sei un’attivista ambientalista da 30 anni sai cosa voglio dire).
La soluzione può essere quella di piantare sul mio tetto un pannello fotovoltaico e in terrazza un solare per l’acqua, ma per me è come un tamponare il problema e non risolverlo, secondo me dovremmo fare tutti quanti un po’ marcia indietro e evitare gli sprechi (a 360° dall’energia, all’acqua al cibo e così via).
Per essere liberi dagli schemi del profitto dobbiamo sottrarci noi stessi, anche se ciò costa sacrificio.
Risparmiare energia è la soluzione!!sono d’accordo!!