3 thoughts on ““Le intermittenze della morte”*

  1. Ho sempre avuto paura della morte, terrore quasi.
    Fin quando, dalla mia prima consapevolezza, corsi ad abbracciare mia nonna: avevo 8 anni ma ho un ricordo ancora lucido e commovente.
    Ricordo ancora le sue mani, l’odore dei suoi vestiti e il suo stupore, chiedendomi cosa fosse successo, Dissi, (e al momento mi viene difficile anche scriverlo) che non avrei mai voluto penderla, mi rispose che non sarebbe accaduto subito, ma ci sarebbero voluti altri “milioni di anni”.

    Da quel giorno, di milioni di anni, ne sono passati 32.
    Se c’è un momento in cui prendi coscienza di ciò, è proprio il momento in cui inizi a piangere (anche senza motivo) pensando alla morte ed alle persone care che lasceranno questa terra.

    Mia nonna è morta il 10 febbraio, appena un mese prima dei suoi 90 anni, a causa del suo diabete galoppante.
    Nell’ultima visita, appena una settimana prima: parlava dei viaggi fatti durante la sua vecchiaia, di come la sua vita era cambiata all’improvviso a 70 anni, delle letture che non la lasciavano mai sola (quanti libri le ho regalato),dei nipoti, dei pronipoti e di come, nella vita, avesse vissuto tutte le bellezze (e le bruttezze) dei tempi, pur non programmando niente,

    La ricordo con un viso sofferente, le mani calde per la febbre, ma un sorriso soddisfatto, credo sia questo il segreto per accettare gli ultimi giorni:

    Prima o poi moriamo tutti, ma prima bisogna vivere.

    Grande articolo, un abbraccio.

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