Cancia bandiera

Proprio come iniziava una bellissima canzone dei Queen alla fine degli anni ’80, SCANDAL.
È scandaloso. È successo davvero e personalmente non credevo potesse accadere.

Quando si scrive qualcosa che tratta tematiche di interesse comune, come la politica ad esempio, prima di impugnare la penna bisognerebbe cercare di scrollarsi mentalità e bilance personali. Si, è molto difficile, è come andare contro se stessi e far finta di essere una sola grande massa bianca o meglio ancora trasparente…

Facebook, e in generale la struttura social network internettiana, stimola i lati più oscuri e subdoli di noi, non neghiamolo. Non negatevelo. Siamo dieci passi avanti rispetto la semplice telefonata di un tempo, quando la cornetta ci difendeva da qualsiasi confronto diretto e dagli sguardi altrui; si poteva dire con più libertà qualsiasi cosa, dalle confessioni più romantiche alle supercazzole più elaborate. E poi riattaccavi.

13 Dicembre 2009, riportando la sola cronaca: “Milano, Il Presidente del Consiglio Italiano durante la fine di un comizio politico è stato colpito in viso da un oggetto contundente; riporterà frattura al setto nasale e traumi facciali.”

Inevitabilmente tale notizia di cronaca è subito stata battuta dalle agenzie di stampa nazionali e divulgata a giornali, telegiornali e webgiornali nazionali e internazionali.
Facebook non è una testata giornalistica ma non per questo è stato messo da parte!
La storia ci insegna che spesso le notizie subiscono flessioni e pesi. O le infliggono.

Come dicevo sopra, internet ti rende capace delle azioni più subdole.

Immaginate un gruppo nato per il sostegno virtuale a una popolazione colpita da una sciagura naturale, 300mila iscritti uniti dall’idea di voler essere lì col pensiero vicini alle persone disagiate.
L’uomo dietro la cornetta, prima di cancellarsi dal ruolo di amministratore di tale gruppo invia un imput al server di Facebook e, nel giro di trenta secondi, cambia titolo, descrizione e immagine di un gruppo, all’insaputa di tutti gli iscritti.
Et voilà! Ecco che in meno di ventiquattro ore abbiamo un gruppo nato per sostenere Silvio Berlusconi contro i fan di Massimo Tartaglia, in barba a tutti gli iscritti che si ritrovano inconsapevolmente sostenitori di una causa che non hanno scelto.

…e i telegiornali italiani del 14 Dicembre 2009 parlano dell’effetto Facebook e di decine di gruppi nati a favore e sostegno dell’attentatore e dell’atto di violenza contro il Primo Ministro ma sottolineano anche il grandissimo numero di iscritti ai gruppi e pagine fan a favore e sostegno del Primo Ministro.

Sono sicuro che starete pensando, ma in politica tutto è concesso!
Io invece mi chiedo, non era in amore che tutto è concesso?

Non è il primo caso di truffa nè l’ultimo, ma certe cose ti danno da pensare.

In nota vi lascio il link del gruppo in questione, magari anche voi eravate iscritti e non sapevate degli aggiornamenti, e il link di una testata giornalistica che ha scritto su questo argomento.

http://www.facebook.com/group.php?…9069785212
http://www.corriere.it/politica/…144f02aabc.shtml

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