Questa sera le sale saranno gremite di persone in festa in abiti nuovi, con sguardi vecchi e speranze logore.
A questo trentun dicembre duemilanove siamo arrivati più stanchi, ma con ancora voglia di parlare e questo blog ne è una dimostrazione: non siamo carne morta. Dobbiamo ripensare a ciò che è accaduto in questi ultimi dodici mesi per passare dal via con consapevolezza.
L’anno che è appena trascorso è stato, per certi versi, una commedia dai tratti grotteschi, con personaggi deformi e umilianti.
Siamo stati spettatori della pantomima di un imperatore giunto alla fine del suo regno. Siamo stati ad ascoltare storie di ridicole principesse pronte a baciare il più brutto dei ranocchi se solo si fosse trasformato in un riflettore.
Abbiamo assistito al mito di uomini-donna dissolversi in un orrido fatto di sesso e droga. Soldi che comprano il rifugio da queste divinità postmoderne, stupefacenti che danno la forza agli uomini di venerarle, di abbandonare l’ipocrisia ed alla fine c’è anche la vittima sacrificale, bruciata sull’altare pubblico.
Ma è stato anche l’anno degli operai che sono “saliti in alto” sorretti dalle loro idee e dalle loro gru. Hanno fatto alzare gli occhi al cielo per vedere l’umano, la lotta per la vita e la dignità. Le tute blu hanno denunciato le false promesse dei colletti bianchi.
Quando il nove febbraio morì Eluana Englaro, il duemilanove ci ha fatto interrogare sul senso della vita e della morte e su che cosa significhi amare qualcuno e prendersene cura. Abbiamo assistito ad un atto d’amore non convenzionale, forte e coraggioso, abbiamo visto che un genitore può mostrare il suo amore non solo donando la vita, ma togliendola. Questo gesto di infinito amore che toglie il fiato, mi fa tornare in mente le parole di una canzone di Vecchioni: “La vita è niente senza quello che hai da vivere”.
Spero che stasera dopo il brindisi, dopo i baci ed il trenino, vi fermiate con in mano la vostra agendina a scrivere i vostri buoni propositi senza dimenticare ciò che è stato. Buon anno!
la storia è sempre uguale…non cambia, si ripete.. anzi, cambia l’apparenza, ma non la sostanza, le forme, non i contenuti. io sono giunta a questa conclusione…chissà sotto quale forma si presenterà la prossima rivoluzione…