Certe cose le portiamo celate dentro, in profondità, non perchè ce ne vergognamo come dei ladri in supermercato, portati dallo spirito di sopravvivenza e dallo stomaco, vuoto da troppe lune, a mettersi in tasca una boatta di fagioli precotti, ma perchè sono istinti più antichi e radicati nel nostro io, incastonati nel patrimonio genetico.
Nonostante tutta la nostra buona volontà a volerci avvicinare a culture e tradizioni diverse dalle nostre; nonostante la nostra predisposizione mentale all’apertura; nonostante le corse, il fiatone, le grida e il sudore – e di recente c’è stato chi oltre questo ha pure preso spintoni, manganellate e denunce ma questa è un’altra storia già ben narrata da più menestrelli – nonostante le missioni di pace fatte e da fare; nonostante tutto rimaniamo sempre esseri umani, animali col giustificabile timore o l’esageratamente impensabile paura verso tutto quello che non si conosce.
L’ignoto. …o tutti coloro da te diversi.
La Nebbia.
La Nebbia ci ha circondato!
Dormivamo sonni spensierati tra zucchero e lana e siamo stati colpiti. Nebbia!!
Causa di cadute d’imperi è l’ignoranza del nemico. E chi è mai riuscito a fotografare la Nebbia!?
La Nebbia come virus che non puoi toccare, ma che vive con te.
Ti abbraccia. Si posa delicata addosso, si appiccica sulla tua testa…
La Nebbia!!
Cammino come uno straniero tra la gente impaurita.
Il lungo cappotto scuro fende l’aria appesantita tra un passo e l’altro.
Il mio tempo, oggi, è stato spostato di due secoli indetro, e forse tutti riescono a percepirlo.
Il favore delle tenebre e la complicità dei gialli lampioni rende magica questa sera.
Dopotutto, il nemico non era arrivato tra noi con intenzioni belliche.
Ho letto con molto interesse la poesia e non ho compreso subito dove voleva arrivare, ma come le cose più belle qualcosa infine mi è arrivato. Avrei da parlare per ore sui significati che ho “letto” anche se non erano espliciti e che magari sono solo mie interpretazioni.
La nebbia è qualcosa di insolito (non per me che ora la vedo un giorno si e uno no :) ), ma qualcosa che ci circonda come un nemico durante la guerra, che ci sorprende quando meno ce lo aspettavamo, che non ci fa vedere niente e che non puoi spostare o schivare, ma che devi subire. Così come le cose che non conosciamo che generano paura, l’ “Altro” per esempio, altre culture e religioni, l’aldilà o la morte. Una metafora quella della nebbia azzeccatissima e di valore.
Grazie del commento Andrea! :) era proprio questo il mio intento, non essere esplicito ed utilizzare delle maschere per parlare di cose che si vedono anzi vivono ogni giorno e che alle volte si ha paura perchè non si conoscono – e non mi riferisco alla nota tra le righe anzi nella foto dell’improvvisa calata della nebbia in quel di Palermo a metà novembre… poteva essere la nebbia come un brasiliano o un omosessuale o un punk. Non tutti apprezzano la comunicazione ermetica perchè più sottile ma se arriva anche ad una sola persona, beh, c’è speranza! ^_^
Ricordo benissimo la sera della nebbia qui a Palermo. Anzi, la sera della “Nebbia!!”, perché tutti la guardavamo, la additavamo, ne parlavamo… Io cercavo di annusarla. E chi ne diceva male, chi era preoccupato, chi restava meravigliato.
Ma in fondo, questa straniera arrivata chissà come nella mia città, ha solo dato un aspetto diverso alle cose, ci ha permesso di vedere da un punto di vista che non avevamo mai considerato.
Proprio come “l’Altro”.