Domenica 17 gennaio corrente anno, il ministro Roberto Maroni ha dichiarato durante la trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa“, a proposito di alcuni atti di disordine pubblico di esponenti di spicco della Lega Nord (da Bossi a Borghezio) , che, secondo il suo parere, la violenza esercitata da un ministro ha lo stesso peso della violenza esercitata da un qualsiasi cittadino.
Non sono d’accordo: al di là del tipo di atto compiuto, un ministro ha più responsabilità di un qualsiasi mortale.
Se ci fermassimo solo all’apparenza, agli effetti superficiali, potremmo concordare con Maroni, una pietra lanciata in uno stagno da lui e una lanciata da me affonda allo stesso modo e allo stesso modo produce increspature sulla superficie del bacino d’acqua, ma la realtà è bastarda, la realtà è molto più complicata e profonda.
L’uomo è un animale sociale, quindi propenso alla vita di gruppo e in quanto animale crea delle gerarchie, un rapporto tra impari la cui differenza è marcata dai diritti e doveri, quindi dalle responsabilità.
Le responsabilità sono un “impegno, obblighi che derivano dalla posizione che si occupa, dai compiti, dagli incarichi che si sono assunti”1, quindi più si occupano posizioni gerarchiche alti più si deve avere responsabilità dei propri atti.
Stare in alto nella piramide delle gerarchie sociali significa essere dei leader e occupare quella posizione permette di avere i poteri di rinforzare la propria leadership (teoricamente anche di vederla demolire dopo un mancato senso di… responsabilità!), e qual è il ruolo di un leader, se non quella di guidare i membri del proprio gruppo? Se non quella di fare da esempio?
Quindi per tornare al sasso lanciato nello stagno: se lo tirassi io il sasso affonderebbe, la superficie dell’acqua si incresperebbe e tutto tornerebbe alla normalità nel giro di pochi minuti, se invece lo tirasse Maroni, presto qualche membro del suo gruppo che lo considera un esempio emulerebbe il suo gesto.
Quindi se un leader di un partito politico, scelto addirittura per guidare istituzionalmente organi dello Stato italiano (attenzione quindi alla posizione in cui si trovano) incita odio e violenza, i membri del suo gruppo saranno portati ad odiare ed esprimere con violenza il loro odio.
E allora caro Maroni ricordiamo insieme le parole di Winston Churcill: “La responsabilità è il prezzo della grandezza”.
1 definizione di <responsabilità> sul dizionario di lingua italiana del corriere.it
mmm, ma loro non parlano a caso.
Lui incita alla violenza perché questo rafforza la sua posizione di leader, il sentirsi minacciati da un altro gruppo rinforza il gruppo, e gruppi come la lega (per continuare a usare terminologie sociologiche) sono il tipico gruppo nato per fini di “attacco”, attacco contro il diverso.
Quindi per mantenersi in vita deve continuare ad esserci un diverso che deve continuare ad apparire come una minaccia, e il leader deve continuare a ostentare la sua capacità di attacco.
(Questo ovviamente supponendo che non siano genuinamente idioti ma che stiano manipolando coscientemente la massa di votanti)
“…la violenza esercitata da un ministro ha lo stesso peso della violenza esercitata da un qualsiasi cittadino.”
Io sono daccordo.
Infatti, secondo me, i deputati, i senatori, i ministri, il Capo del governo, ecc. non hanno diritto ad alcun beneficio in più rispetto ad un comune cittadino. perciò dico NO all’immunità parlamentare, al legittimo impedimento per autocetrtificazione, al lodo alfano, ecc…ecc..ecc..