Chiesa Madre

testo di Matteo Amodeo

Non mostriamo
reale interesse
verso le novità del momento,
ma ci lasciamo abbattare
da miseri ostacoli.
Un vento debole
soffiava dall’alto,
divinità etrusche
venivano acclamate
da poeti maledetti.
Lui ci osservava,
con sguardo severo
pronto a fulminarci
ad ogni minimo sbaglio.
Lui ci osservava,
con indulgenza
perdonava ogni triste
e impuro atto.
Da lassù
tutto viene rimodellato
a immagine e somiglianza
di qualcos’altro di più puro,
di celestiale.
Ma oramai l’istituzione Madre
è corrotta:
infanga il suo nome,
compiendo l’esatto opposto
dei suoi intenti.
Il lusso sprecato
dinanzi a realtà
di bambini che muoiono
continuamente,
di povertà e miseria,
ma l’animo dei Signori
procura un non poco rilevante
ribrezzo.

2 thoughts on “Chiesa Madre

  1. Che dire, è sempre facile lasciare commenti buoni ad articoli felici. Gli scritti sottili, da leggere 2 volte solitamente vengono lasciati lì dove sono, senza un feedback, senza un commento. [che poi inizi a chiederti ma dove cazzo sbagliamo se nessuno cerca la comunicazione?!…] Questa poesia è semplice e schietta, un bel punto di vista – conosco lo scrittore di persona e questo fortunatamente mi agevola per avere una più giusta chiave di lettura e capire il messaggio tra le righe, ma non serve conoscere lo scrittore per leggre tra le righe! ebbravo Matteo, spero di leggere altro firmato da te qui su abattoir!! ; )

  2. Mi piace moltissimo pensare che in alcune menti una solida fede, un’accesa forza spirituale, uno spirito religioso si possano accompagnare senza incoerenze a una forte capacità critica: abbiamo ancora qualche speranza! Notevole anche il rimando ai poeti del passato, e alla loro diversa spiritualità.

    E quindi beccati i complimenti da un’ateissima ma molto rispettosa borrettrice di cozze.

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