Avatar – Come gli americani mi hanno nuovamente ‘governato’ il portafoglio

Quindici anni di lavoro, 237 milioni di dollari spesi per la produzione, 150 milioni per la promozione, un incasso finora di 1,615,468,000 dollari. Parliamo di Avatar[1], l’ultima creazione di James Cameron, autore di film pacifici e rasserenanti quali Terminator, Alien, The Abiss e il pluriaffondato Titanic.
Nonostante un’iniziale riluttanza, ho preso anch’io la decisione di sacrificare dieci preziosissimi euro per prendere parte a quella che altro non è se non l’ossessione maniacale del momento. Come tutti quanti, sono entrata al cinema carica di aspettative perché, parliamoci chiaro gente, ci hanno sparaflashato i neuroni per mesi con trailer e anticipazioni spettacolareggianti.
Qualcuno ha scritto in una recensione che Avatar è un film eccezionale per due motivi essenziali: la cura maniacale dei dettagli e il “perfetto” equilibrio tra scene d’azione e pause di riflessione. Devo ammettere che l’avevo notato anch’io, e infatti le pause di riflessione mi hanno consentito di raggiungere una fase REM ottimale.
Lungi da me il voler fare polemica a tutti i costi, ma è doveroso avvertire chi non ha ancora avuto il coraggio di fare a gomitate per andare al cinema a vederlo del fatto che la trama è estremamente banale, un vero e proprio déjà-vu. In breve, Jake Sully è un palestratissimo marine paralizzato dalla vita in giù che accetta di trasferirsi sul pianeta Pandora (il cui Presidente non è il signor Bauli, no.) per sostituire il fratello morto, la cui missione era quella di esplorare il pianeta servendosi del suo avatar. Gli americani, quanto li amo. Dato che l’aria del pianeta è irrespirabile per gli esseri umani, gli scienziati hanno creato degli individui-ibrido di uomini e indigeni del luogo. Il compito del protagonista è pertanto quello di familiarizzare con i Na’vi (il popolo di puffi giganti), indurli a fidarsi di lui, amalgamarsi con loro per poi, con molta eleganza, aiutare i Marines a distruggerli per potere tranquillamente sfruttare le materie prime presenti nel loro pianeta. Ma il nostro protagonista si innamora della figlia del capo tribù, che gli insegna a rispettare la vita, la natura e a diventare una cosa sola con l’ambiente circostante. “A stu puntu mi taliavu Pocahontas!”, esclamò la gente in sala. E come dar loro torto. D’altro canto questo film è stato realizzato secondo la logica dei film porno: massima attenzione agli effetti speciali a discapito della trama.
Effetti speciali, dicevamo. Nella pellicola vi è infatti un’accuratissima descrizione della biologia aliena del pianeta, con grande attenzione anche per il più microscopico particolare. Giganteschi animali mostruosi, con sei zampe, diverse paia di occhi, narici sul petto o sul collo, montagne fluttuanti, bioluminescenza… (Resta ancora ignota la sostanza allucinogena utilizzata dal regista. Si pensa che abbia sniffato pecorino sardo). Mentre i Na’vi sono, alla fine, degli Homo Sapiens blu con la coda, tutto sommato non così diversi da un essere umano, se non per alcuni particolari. La spiegazione di questa “stonatura” è molto semplice. Agli spettatori avrebbe fatto decisamente schifo vedere due mostri orripilanti in fase di accoppiamento (come pensare, che ne so, a Sandra Milo che conosce in senso biblico Shrek). E siccome i film con i livelli più alti di pilu sono anche quelli che incassano di più, Cameron ha ben pensato di dare alla principessa aliena un corpo da top model e due tette ben evidenziate.

La domanda che alla fine di questo delirante,caotico e a tratti non-sense post mi pongo è la seguente: ma i Puffi che ne pensano del fatto che Madre Natura li abbia rimpiazzati con la loro versione sessuata e gigante?


[1] In lingua sanscrita “avatar” (o “avatara”) significa “disceso”. Nella tradizione religiosa induista consiste nell’ incarnazione di una divinità in un corpo fisico al fine di svolgere determinati compiti.

13 thoughts on “Avatar – Come gli americani mi hanno nuovamente ‘governato’ il portafoglio

  1. non ho voluto vedere il film,perchè restia a partecipare a riti di massa,ma dopo la tua recensione,sono stracontenta della mia decisione. bell’articolo :)

  2. e cmq criticare un film d’avventura con effetti speciali e colori fantastici per la trama è un po’ come criticare il rock e il blues per i testi (che alla fine parlano sempre delle stesse cose :D)

  3. @Pasco:
    ma di che stai parlando!
    @Alessandra:
    Io ci sono andato appunto perché stava diventando un fattore sociale, tutti quelli che conosco ci sono andati
    @Valentina:
    “Cameron ha ben pensato di dare alla principessa aliena un corpo da top model e due tette ben evidenziate” veramente si è limitato, non erano grandi e non ballonzolavano al vento, sai…il target comprendeva i bambini.
    (infatti si vede pochissimo sangue)

    in ogni caso, l’aspetto grafico è innegabilmente bellissimo e la trama assolutamente banale.
    talaltro mi aspettavo che qualcuno durante il film parlasse dell’etimologia della parola avatar…
    in conclusione 8€ buttati.

    PS:
    preferisco usare la parola “emanazione plenaria” piuttosto che incarnazione per tradurre la parola avatāra, incarnazione sa troppo di cristianesimo.
    lo scopo dell avatara è soltanto il contatto con l’universo materiale, la divinità non si reincarna dentro un corpo, il corpo è solo un “mezzo”.

  4. @Darshan: Consenso.

    Premessa: Riporto in seguito il copia e incolla di commenti all’articolo presi da FB, scusate se sembra sconclusionato.

    A costo di sembrare acido…la polemica sugli effetti speciali non è un pò sterile?
    A mio modestissimo parere, la forma può essere sostanza (e questo non è certo un concetto nuovo) e spesso lo snobbismo intellettuale può essere una gran fregatura per chi lo pratica, perché impedisce di capire qualcosa in più del mondo in cui vive. Qualcosa può sembrarci bello, affascinarci, rapirci senza che lo si debba per questo definire superficiale, può stimolare riflessioni oltre che provocare emozione.
    Quanto detto, ovviamente, al netto dei gusti personali, il film può piacere o non piacere, solo che sarebbe forse più utile andarlo a vedere consapevoli di cosa stiamo vedendo, senza aspettarsi di vedere qualcos’altro e dare una valutazione conseguente. Non credo ci fosse ancora la particolare necessità di informare incauti spettatori: sulla rete (e non solo), fin da molto prima dell’uscita del film, erano disponibili recensioni sia di segno positivo che negativo in gran quantità, tanto che nessuna delle critiche illustrate mi era sconosciuta quando sono andato a vedere Avatar.
    Una trama semplice, lineare, non è di per se qualcosa di deprecabile, specie se il film ha i toni dell’epica e comunque se vai a guardarti un blockbuster hollywoodiano non ti puoi certo aspettare la profondità e la complessità di un film neorealista. Resto comunque che il lato tecnico/visuale del film è superbo e questo credo abbia un valore che va al di là della cosa in se.
    La critica a bestie, piante ed isole flottanti, mi sembra davvero gratuita, li è proprio solo una questione di gusti e, per la cronaca, Cameron ha chiamato esperti di botanica e zoologia per dare credibilità alle sue creazioni, pure un linguista per la lingua degli alieni. Immagini del film e trailer ce n’erano a bizzeffe da secoli, c’era quindi modo di capire prima di andare al cinema se quell’estetica era o meno di nostro gradimento.
    Anche il discorso sul “pilu” mi sembra forzato, sono perfettamente d’accordo con Darshan su questo.
    A chi interessa, c’è un’ottima raccolta di articoli che Baricco aveva scritto per la Repubblica, il titolo è Barbari (forse mandorlina cara sa di che parlo) che, secondo me, spiega molto meglio di come posso fare io quello che intendo. L’intento è, in estrema sintesi, quello di farsi un idea un pò più solida della contemporaneità (e magari del possibile futuro prossimo) e Baricco lo persegue con illuminanti esempi e analisi di micro e macro fenomeni culturali, tra i quali il cinema Hollywoodiano per l’appunto.

  5. Un linguista per la lingua degli alieni? Rabbrividisco.
    La gente crepa negli anfratti delle grandi metropoli o delle favelas (per dirne solo una)… cazzo.
    Ma si sa che ormai tutto, anche questo, è opinabile e gli sfarzi o i film da milioni di dollari vanno apprezzati/giustificati in nome del progresso, dell’effetto speciale, della botanica mirabilmente evoluta che presentano, anche se trasmettono solo barocchismi visuali. Ok, de gustibus; siamo nell’epoca dell’Io vuoto ed accettarlo è realismo; io posso rabbrividire, ma non significa che sia del tutto coerente o giusto. Gli inggneri potrebbero anche impazzirci magari.
    Tuttavia, bisogna anche criticare ironicamente questo andazzo, aspettarsi meno vuotezza, almeno qualche pillola di originalità, e notare che un film simile è la punta dell’iceberg di un tutto che gira male.

  6. La tua recensione mi trova parzialmente d’accordo! ho visto il film lunedi(non ero molto convinto di andare a vederlo,ma ovviamente per vedere un film 3d bisogna per forza andare al cinema ed io non avevo mai visto,finora ,un film 3d)!
    come mi aspettavo e come ben spiegato dalla recensione ,la storia non è niente di che(piu’ o meno la solita americanata,anche se ,a mio parere,con qualche spunto decente),pero’ è c’è un pero’ ,per un’ amante di film tipo sci-fi con l’uso “estremo” della tecnologia,questo film (lasciatemelo dire) e’ il top! gli effetti sono STRABILIANTI,come nessun film prima! cio’ per me e’ abbastanza per consigliarne la visione,perche’ ovviamente vederlo a casa in dvd ,blu ray etc sarebbe totalmente inutile!
    ps mi permetto di correggere la recensione per 2 cose!
    1)l’incasso totale ad oggi 16 febbraio è di Worldwide: $2,350,388,502,fonte boxofficemojo!
    2) la principessa “aliena”(forse siamo noi gli alieni),Zoe Saldana in quanto a “abbondanza ” mi sembra molto molto normale(una seconda???)
    Saluti Mino!

  7. Gert: Grazie di aver riportato qui la conversazione. La tua critica mi sembra abbastanza equilibrata, e la rispetto. Non ho visto il film, quindi non oso pronunciarmi. Non l’ho visto perchè odio le cose che piacciono a tutti. E, sì, in questa mia affermazione sono volutamente snob. :)

    Noemi: Anche tu dici cose plausibili, ma il discorso sul linguista e sulle favelas mi sembra un po’ forzato. Cioè il cinema è un’industria, anche il cinema di nicchia in fondo, solo con un mercato diverso. Un linguista può lavorare per la Paravia, e passare la vita sui dizionari, o per la Paramount, e passare la vita a inventarsi parole aliene plausibili, senza che questo cambi le sorti del Terzo Mondo. Cioè anche la creatività non è sempre impegnata, e in questo non ci vedo niente di male.

    Valentina: A prescindere dalla validità delle tue affermazioni, che non ho avuto la fortuna (ahahah) di verificare, il tuo articolo è divertente e acuto come sempre. Brava. :)

  8. Ah Gertello, chiaramente conosco i Barbari, e ho capito perfettamente quello che vuoi dire. Nella pratica però mi trovo ancora restia ad accettare alcune delle pratiche barbare, e a dire il vero ho ridimensionato anche la mia stima nei confronti di Baricco :P
    Rimane un libro interessante, capace di mostrare punti di vista “altri” su cose superficialmente catalogate come “spazzatura”.

  9. Linuzza cara, lungi da me dire che Baricco è un oracolo infallibile o che accetto ogni pratica barbara, è solo che limitarsi all’indignazione di fronte ad un fenomeno culturale di così vasta portata, riproponendo semplificazioni per altro ampiamente note e abusate, mi dà l’idea di un’occasione persa: il fatto che tanta gente vada a vederlo, che tanta gente ne parli è, per l’appunto, un fatto, trovo molto più interessante chiedermi perchè, a che bisogni risponde un prodotto del genere, dove nascono questi bisogni, cosa c’è di nuovo nel fenomeno e dove sono i punti di contatto con ciò che è tradizionale ecc. E comunque, si stava parlando del film e del fatto che avesse o meno un qualche valore, ripeto, non mi pareva che nella recensione ci fosse traccia di critica sociologico-economica. Vogliamo aprire quest’altro discorso? Ok, ma credo meriti un ambito dedicato ed un appropriato approfondimento.

    Sullo “snobbismo”, so di che parli, mi sono sempre rifiutato di vedere Titanic o il Codice da Vinci (mi sono rifiutato pure di leggere il libro da cui è tratto quest’ultimo) per lo stesso identico motivo: piaceva a tutti. Probabilmente, se Avatar non fosse appartenuto ad un genere che mi piace, la fantascienza, non avrei l’avrei visto, ma riconosco che è questo il motivo (lo snobbismo) e, probabilmente a seguito del mio percorso di studi, so anche che a non avendo visto quei film ho deciso di ignorare alcune importanti chiavi di lettura del presente. Pace, non è certo obbligatorio, non sono le uniche anche se forse sarebbero utili. Solo, chiamiamo le cose con il loro nome.

    Nessuno di noi, per quanto colto, intelligente e critico sia, è mai completamente immune dalle influenze della cultura del mondo in cui vive, siamo allo stesso tempo individui e membri di una (anzi più) collettività. Non credo che, visto il numero abnorme di gente che è andato a vederlo, tutti ne abbiano ricevuto gli stessi stimoli, gli abbiano attribuito lo stesso significato e non credo nemmeno che tutti quelli che sono andati a vederlo abbiano reso omaggio all’Io vuoto. Credo pure che tra tutta la gente che è andata a vedere Gomorra, altro recente fenomeno di massa (anche se non globale, cmq almeno italiano) al cinema o ha (tentato) di leggere il libro, ci sia anche chi, alla fine abbia rinnovato convinto la tessera di iscrizione alla lega nord con l’idea rafforzata che i “terroni sono animali”.

    Chiudo che se no esagero, non sono un ingegnere, sono un sociologo, solo che non penso che la leggerezza/svago/intrattenimento sia di per se un’abominazione, solo che è una delle necessità dell’uomo, non certo l’unica e non penso siano un’abominazione nemmeno tecnica e tecnologia, solo che debbano essere usate in modo appropriato e responsabile.

  10. Concordo con le tue conclusioni Gert, ma, per rispondere anche a miss Lino, io purtroppo ho seri problemi di idiosincrasia personale verso certi mestieri che -più che non impegnati- mi sembrano non costruttivi :P …E non parlo del cinema in sé. O dello svago in sé. Ma di cose che mi sembra abbiano una portata talmente macroscopica e talmente apparente (a mio unico avviso e gusto) da oscurarne altre più pregnati (per questo parlo di “Io vuoto”).

  11. ahahahahahah non mi aspettavo che scrivessi “porno..”!
    Si, quando ho visto la cantante della colonna sonora del film su Mtv, mi sono chiesto: ma.. è questo il film che volevo vedere? Era una song molto simile, per l’enfasi, a My Heart Will Go On di Celine Dion ( chi non l’ha cantata, sopratutto voi donne :P ), ma molto più brutta e veramente non mi ricordava altro, nelle immagini del film, Pocaonthas, quel discutibile cartone che mi costrinsero a vedere al cinema, con la scuola, così noioso che veramente ancora ci penso..
    Non l’ho visto e non posso dir nulla a proposito.
    Voglio però difendere l’uso degli effetti speciali, fondamentalte peraltro nella fantascienza, perchè prima di raccontare la realtà, il cinema è nato con lo scopo di intrattenere e far spettacolo.

    Ps: Sandra Milo ha avuto dei tempi decisamente migliori.

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