The show must go on

di Giovanni Badalamenti

Bella la canzone dei Queen. Un po’ meno l’idea che lo spettacolo debba continuare sempre e comunque. Non interrompere mai i grandi eventi organizzati, nemmeno di fronte alle tragedie. The show must go on, appunto. Muore Tenco nel 1967, ma il Festival della Canzone Italiana non può certo fermarsi. La filosofia è che bisogna andare avanti ad ogni costo, riprendere al più presto il corso normale delle cose. Un giovane georgiano di nemmeno 22 anni, Nodar Kumaritashvili, di professione slittinista, muore durante le prove delle Olimpiadi invernali di Vancuover. L’immagine di questo ragazzo, vivo alla partenza ma morto poco dopo, che si schianta su un palo, sparato come un proiettile, è di quelle che fanno male. Muore un ragazzo. E che si fa? Un minuto di applausi e la delegazione georgiana con un drappo nero. Tutto qui. L’enormità di questa tragedia ricordata così. I responsabili si affrettano a dirci che trattasi di errore umano, gli impianti sono a posto. E quindi andiamo avanti, riprendiamo il corso normale delle cose. Ma non è normale per niente, perchè un ragazzo prima c’era e adesso no. E non c’è più perchè è andato a quei giochi, per partecipare a quelle olimpiadi. E allora, forse, sarebbe il caso di fermarsi. Di dare la priorità al ragazzo.

Ma sei pazzo? La macchina organizzativa si è già messa in moto, è tutto pronto, e poi ormai che ci possiamo fare? Queste potrebbero essere le parole di replica. O ancora, si potrebbe obiettare, che cambia? Per me, cambia.

One thought on “The show must go on

  1. Quando muore qualcuno si è sempre indecisi sul da farsi: tutto si deve fermare, oppure il mondo va avanti?
    Con una panoramica più ampia muoiono bambini di fame e dall’altra parte (qui ad Ivrea) per carnevale si tirano le arance… bisognerebbe smettere di fare molte cose a ben pensarci.
    Non credo nella fatalità “la pista è ok, è un errore umano”, penso che certe cose non debbano accadere e bisogna sempre correggere il tiro “è successo. in segno di lutto annulliamo tutte le gare di slittino. Proporremo nuove misure di sicurezza come delle reti attorno alla pista”. Queste sono le frasi che preferirei. Sull’annullare l’intera gara non sono d’accordo. Ci sono molte persone che vivono di queste gare, gente che fa molti sacrifici e che anche se rammaricata per un collega morto preferirebbe esprimersi per quel che si è preparata e in nome dello sport.

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