Le fatiche di un giovane viaggiatore

Giugno sta finendo. Il bel tempo, l’estate che avanza e regala giornate piene di luce, di sole, di calore, e la vita che  da queste viene irrorata: questi elementi sommati, magari, agli sforzi compiuti nei mesi precedenti, ad esami sostenuti o al lavoro svolto, fanno sì che nasca dentro l’homo sapiens la voglia di vivere posti nuovi, lo spingono verso nuove esperienze, alla riscoperta del relax e dell’esplorazione. Fuggire dalla realtà quotidiana.
È tempo di vacanza.

Purtoppo però i media negli ultimi anni hanno dipinto un’immagine distorta rispetto alla realtà della vacanza, soprattutto han dimenticato di mostrare, seppur vagamente, cosa ci sia dietro le quinte di una vacanza.

È tempo di vacanza: il giovane viaggiatore, la crisi e le dure leggi del mercato low-cost.

Erano tempi confusi ma in fondo belli, i primi anni della cosiddetta seconda era di internet. Si sviluppavano i primi siti di eCommerce, specie per l’acquisto online e dedicati alla prenotazione e successivo acquisto di biglietti aerei – una vera visione futuristica concretizzata nelle case di tutti! – e contemporaneamente nascevano i mercati liberi; così l’eccezione diveniva regola.
Sempre più spesso si aveva a che fare con parole inglesi come “last minute” o “last second”; parole di cui la maggior parte della gente non sapeva la traduzione ma sapeva benissimo il significato: vere occasioni a prezzi irrisori!
E la parola libertà andava stringendo sempre più alleanze con altre parole. Libertà di scegliere quello che si vuole, quando si vuole e come si vuole… ovviamente l’euforia è una gran cosa per gli imprenditori.

Oggi il mercato è così libero che possono farti pagare tutto.

Prima ragione di stress, il biglietto.
Il biglietto del volo… scegliere la compagnia, quale poltrona si preferisce, se vuoi mangiare a bordo, comprare dei souvenir (sempre a bordo!) l’assicurazione per la vita, l’assicurazione in caso di incidenti, l’assicurazione in caso di cancellazione del volo, l’assicurazione per essere sicuri di essere assicurati!
E da 9,99€ il totale gonfia vertiginosamente come un greamlin in caduta libera dall’ala di un boing747.

Sembra roba da poco trovare un biglietto al prezzo più giusto per le proprie tasche, ma non lo è.
Come Ercole subì l’avventura di 12 fatiche, il nostro giovane viaggiatore non vuol essere da meno – d’altra parte i simpatici contrattempi son sempre lì che aspettano, pronti per non far annoiare mai!
Lo smarrimento di un bagaglio, le informazioni riportate male circa una fermata del pullman, il treno che cambia tratta per lavori alla linea, la pioggerella estiva che ti manda a farsi benedire la gita programmata il terzo giorno di vacanza, e tanti altri. In ultimo, ma non per importanza, l’intestino del viaggiatore, quello che non conosce il proverbio “di necessità virtù”, quello che prima di abituarsi ai cambiamenti ti fa passare due giorni di festino della taranta!

Infine, il vero nemico anti-relax della vacanza, il ritardo.
Hai la meta, hai il biglietto, pronto per andare in aeroporto, scansi ogni distrazione possibile tra edicole/librerie, scale mobili e supercaffetterie, segno di civiltà e progresso – chissà perchè gli aeroporti rispecchiano come un lago inquinato quel che è la città, quantomeno quello di Palermo – e ti incodi per il check-in; subito dopo le gentili perquisizioni corporali e gli spogliarelli improvvisati sotto la macchina cerca metalli usata a mo’ di palo ma senza musica da lapdance – uno di questi giorni porterò sul serio con me un set di coltelli da caccia sporchi di polvere da sparo, almeno darò una ragione di vita agli addetti ai lavori che devono sottostare alle leggi “undici settembre” – ci sei. Solo l’ingresso per l’imbarco ti divide dal tuo aereo. E il cartellone elettronico che presiede l’imbarco – quello che segna i dati del volo, il numero, la destinazione, la partenza presunta – ti ricorda che il volo partirà alle 8:30… aspetti, manca poco… alle 9:40… fa nulla, ci siamo… alle 11:15… un problema al motore, essì, almeno lo stanno riparando, meglio così… alle 12:50… hanno aspettato che arrivasse da non si sa quale destinazione un secondo aeromobile così da sostituire il precedente, il tempo di attrezzarlo per il nuovo viaggio ed è pronto…

Si pensa che viaggiare sia un modo per trovare pace e ristoro, per il fisico e la mente. Non è un detto buddista, anche se l’ho scritto con lo spirito tutto misticoso… io credo che il viaggio, inteso come vacanza, debba essere un momento della propria esistenza per aprirsi e apprendere, e che  davvero raramente serva per colmare un vuoto.

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