Quando l’informazione si trasforma in propaganda per sostenere le ragioni del potente di turno, i fatti scompaiono. E molti sedicenti giornalisti fanno carriera. Del resto hanno stomaco forte. Tutte le mattine si alzano e riescono sorridenti a guardarsi allo specchio. (Peter Gomez)
30 giugno 2010.
Mentre Silvio Berlusconi occupa gli schermi dei due principali telegiornali italiani e rilascia una nuova intervista al Tg4 (qualcosa come la millenovecentotreesima), Giovanni Toti, il sopracciliuto direttore di Studio Aperto, non vuole essere da meno, e dona al suo pubblico un editoriale di 1 minuto e 12 secondi per un’acuta riflessione di connessione (come se le due cose avessero una qualche attinenza!) tra la sentenza Dell’Utri e quella a carico di Massimo Tartaglia.
Ed è così che il virgulto rampante di Mediaset ci omaggia generosamente di una mirabile leccata di culo in diretta, un terribile esempio di distorsione degli avvenimenti e di corruzione delle coscienze… con tanto di lingua attorcigliata su un’immaginetta votiva di Silvio.
Ecco le sue dolci parole:
“Buonasera. Due sentenze pronunciate da due diverse corti ai due estremi del Paese ci impongono una riflessione sulla giustizia. I magistrati di Palermo hanno spazzato via le fantasiose ricostruzioni tra i rapporti tra mafia e politica nel periodo buio delle stragi.”
L’incipit del buon Toti – nella sua ingenuità da leccaculo telecomandato a distanza – ci comunica subito la sua fede nel messaggio telepatico trasmesso dal buon Silvio alla nazione ogni 3 nanosecondi: “quelle ricostruzioni sono pura fantasia“.
Purtroppo per loro, noi crediamo piuttosto che le elucubrazioni di Giovannino siano pura fantasia, condite da aspirazioni di tuttologia. Perché se uno fa il giornalista, al massimo può limitarsi a fare lo pseudogiornalista o il Signorini di turno, no? Non il giurista. Non l’avvocato. Non il pm. Non il magistrato.
Quindi che cosa deve capirne lui di ricostruzioni, indagini, sentenze? Un bel fico secco ripieno di noci, come piace a mia nonna. Eppure mister Toti agita il suo sopracciglio sinistro con fervore nel sottolineare che siamo tutti fantasisti visionari, noi-pubblico, i magistrati, i procuratori, i pentiti.
Forse aveva assunto qualche pasta, o gliel’avevano allungata da Arcore nella minerale frizzante; perché davvero ci vuole fantasia per affermare pubblicamente cose simili, per commettere simili abusi di potere nel confronti dell’opinione pubblica, per inventarsi la realtà, modellarla a dovere come creta, affermare davanti a milioni di telespettatori che i magistrati di Palermo hanno “SPAZZATO VIA” le ipotesi sulla mafiopoli italiana post-stragi. Ché tanto non importa cos’è accaduto veramente, né tantomeno importa della verità processuale, delle motivazioni della sentenza; magari semplicemente per i magistraticuordiconiglio non c’erano prove sufficienti. Ma no! Affrettiamoci, o popolo del Silvio, a sottolineare che non c’è più alcun dubbio, nessuna trattativa.
Non solo. Quest’uomo dalla prodigiosa lingua è perfino entrato nella mente dei magistrati, tanto da affermare che “hanno ritenuto incredibili le dichiarazioni del pentito Spatuzza che per anni, pagato dallo Stato, con le sue dichiarazioni ha avvelenato la vita pubblica e la reputazione di tante persone perbene”.
“Incredibili” dice. Toti! Ma te lo hanno confidato? O le allucinazioni-da-pasta prevedevano anche l’apparizione delle facce sgomente e dissidenti dei magistrati mentre Spatuzza raccontava di come Silvio si fotteva i soldi dei Bontade? Magari anche con lo Spirito Santo sopra le teste dei giudici che faceva “no-no” con la lingua di fuoco oscillante a destra e a manca?
Che poi Spatuzza ha avvelenato la nostra vita/reputazione. Vero. Ma quando era pagato da Mafiopoli per mafieggiare, non certo ora che sta collaborando, caro direttore. Orsùdunque! Cosa stai facendo? Non ricordi che un tempo era Cosa Nostra a voler far fuori i pentiti, ucciderli, annientarli, screditarli? Poi venne per lo Stato il tempo di cacheggiarsi, e ora l’ondata di dissenteria raggiunge addirittura le poltrone dei tg… ahi ahi, che strana malattia senza cura!
Eppure, malgrado la grave pestilenza sia alle sue porte, Toti non si perde d’animo e continua: “Nonostante questo, gli stessi giudici hanno trovato il modo di condannare il senatore dell’Utri a 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, un reato molto discusso e francamente molto discutibile”.
Per lui i giudici sono pazzi e hanno trovato un modo. No, nulla a che fare con la Costituzione, nulla a che fare col sistema penale, col diritto pubblico e penale, con la certezza della pena. Per Toti se lo sono inventati questo modo. Ah! E l’associazione mafiosa è un reato discutibile. …Vallo a dire a chi rischia tutti i giorni la vita per combattere la mafia; o ai figli delle vittime di mafia. Vediamo se il sopracciglio lì ti si agita ancora di tanta supponenza.
“E allora ci viene un dubbio: non è che chi è vicino a Berlusconi alla fine qualcosa debba pagare?”
Scandisce le parole, prende fiato, contrae il sopracciglio nell’allargare la bocca per far uscire a dovere questo macroscopico dubbio allarmistico che la notte non lo fa dormire, temendo di pagare forse anche lui… E lo lancia: un messaggio subliminale agli elettori: “Attenti! Voi che avete votato il beneamato Silvio! C’è una coalizione! Ribellatevi per proteggerlo e proteggervi o pagherete tutti!”
Poi prosegue:
“Nelle stesse ore, in un’altra aula di giustizia, un magistrato dichiarava non punibile Massimo Tartaglia, l’uomo che attentò al premier Berlusconi colpendolo con una statuetta durante un comizio; per lui nessuna detenzione, solo libertà vigilata e dimora in una comunità dove possa curarsi. Ora è chiaro che nessuno voglia vedere un incapace in cella, ma ci viene un secondo dubbio… non è che chi si accanisce contro Berlusconi alla fine non paga mai?”
Oh illuminato! Qui ci deludi nella tua spasmodica contrazione facciale. Forse non sai che un uomo malato paga in un altro modo rispetto ai disoccupati che se ne vanno in carcere per aver rubato (magari per fame) un pacco di pasta, rispetto agli immigrati massacrati di botte nelle nostre galere, rispetto ai nostri parlamentari che – grazie all’invenzione del secolo, il legittimo impedimento – possono poggiare tranquilli i loro grassi culi caldi sulle sedie del Parlamento?
Caro Toti.
Rifletti, rifletti pure sulla giustizia (meglio se a casa tua, però). Leggiti qualcosa in merito anche, ma per favore, smetti di giocare con l’opinione pubblica come sostituto simbolico del tuo Das infantile. Smetti di fare le televendite politiche al tg, di ribaltare la realtà come fossero mattoncini lego, di intascare pecunia per sciorinare le tue polluzioni di parole anelando a fotterci il cervello.
Anche perché, a questo punto, qualche dubbio viene anche a noi: che tu tema per la tua poltroncina di vera pelle, che tu non sia un giornalista superpartes, ma un servo strisciante del denaro riciclato del berlusconismo; e soprattutto, che al tuo deretano stia proprio bene così.