Si pubblicizza un uso spregiudicato che mi preoccupa.
Ragazzi. Ricordatevi che avete una vita, un giorno davanti che vi aspetta e milioni indietro che non torneranno neanche per il cazzo. Mettetevi comodi davvero, sulla sabbia, sulle rocce, state all’aperto il più possibile e non seguite le mode del momento. Osservatevi allo specchio, guardate oltre la finestra, respirate piano piano l’aria intorno, prendete i vostri piedi e camminate, uscite da casa, e camminate. Non fa così caldo come dicono, le cicale non fanno quel rumore fastidioso che oggi hanno affermato, sono poetici suoni d’estate. E la pioggia? Può cadere giù quanto vuole, e noi ci bagneremo dolcemente ovunque ci troviamo, inzuppandoci un po’ di quella natura che i media vogliono toglierci per imprigionarci nelle alienate suite internaute che non conoscono l’alba né il tramonto.
C’è una moda proprio simpatica di questi tempi: andare ai lidi con il portatile, o meglio, avere a disposizione degli spazi wi-fi proprio sulla spiaggia, dove è possibile stare collegati anche in vacanza. Alla fine del gioco potrai anche scordarti come si stava ad ascoltare il fruscio delle onde, distesi sul proprio telo, tanto su internet troveresti una riproduzione adatta a te. Ti sembra forse che stai vivendo la tua vita al massimo, sicuramente dal punto di vista tattile puoi dire che le tue manine sono proprio allenate tra un “clic” e uno “scroll”.
Ma non è solo una solare notizia da Studio Aperto, ma anche un’offerta pubblicizzata dai 32 denti e dalle tette da sballo di Ilary Blasi che afferma tutta contenta : “io voglio stare tutto il giorno su internet”.
Ma sei proprio una sfigata, mi dico. Forse ci stiamo un po’ passando tutti dalla dipendenza da pc, che robe. Prima era un oggetto da perdenti, come cantano gli Zen Circus, da nerd, intellettualoidi e ricchi, oggi persino i bambini richiedono un laptop, chissà per farci cosa. Ci sono dei meccanismi maligni nell’evoluzione dell’uomo che danno a pensare che ‘sti cavolo di soldi (le multinazionali) assieme alla ragione (le trovate più originali) siano proprio le armi più potenti per allontanare il comune prossimo dal bene quotidiano. Cose molto brutte. E pensare che c’era chi diceva che la ragione ci differenziava dalle bestie. Boh, non mi pare che essi stiano minacciando la vita del pianeta.
La società delle metropoli, delle città, che ha tanto allontanato l’uomo dalle campagne fino a cancellare quasi del tutto la popolazione contadina, sembra ripiegarsi sempre su se stessa, in un microcosmo sempre più rimpicciolito dove i monolocali di Milano vissuti da Renato Pozzetto di qualche anno fa, saranno sì veri, ma accompagnati da una profonda alienazione da tutto ciò che in fondo la natura avrebbe per noi serbato, per poi preferire il” tutto e subito ” dei risottini industriali, dei sughi pronti, delle mini angurie per i single…
In fondo un portatile oggi ha svariate funzionalità, ma rischia di diventare l’unico oggetto utilizzato dalla popolazione: puoi scriverci, suonare, guardare un film, ascoltare musica, parlare con la gente, puoi attaccarci un frigorifero usb, trovare ricette, pagare la posta. Il pericolo sta proprio nella sua comodità. Dovresti stare tutto il giorno seduto, o comunque davanti allo schermo di qualsiasi Iphone per fare le cose che quotidianamente faresti girovagando per casa, per la città, in auto, in moto, a piedi, scambiando qualche parola con qualcuno. E invece stai lì, solo e muto a sfruculiare su un pannello o su una tastiera. Una fossilizzazione dalla quale dovremmo un po’ tutti distaccarci piano piano, e lasciare che allo strumento tecnologico vengano date le sue fredde funzioni, e al mondo reale l’empatia dei rapporti umani con l’esterno. Impossibili da riprodurre ma facili da perdere per sempre.
Penso che non esistano mezzi immorali, ma uso immorale dei mezzi, questo si. Come il lettore mp3, che è un’invenzione che mi ha cambiato la vita, regalando una colonna sonora a qualunque momento della mia vita, ai miei spostamenti, alle attività di routine, a tutto. Ma guai se quell’affarino mi tenesse lontana dai live dei miei artisti preferiti.
Il punto è questo. Il progresso tecnologico dovrebbe aumentare le nostre potenzialità, non ridurle. E dipende tutto dalla nostra volontà o dalla nostra pigrizia, come preferire camminare fino al mercato, piuttosto che fare la spesa su internet. Ma è una cosa fantastica sapere di poter comprare una cosa che dove vivi tu non trovi, con un semplice clic.
Ecco, io sono per la via di mezzo, per la scelta attiva ogni volta, per non demonizzare i mezzi, appunto, ma l’uomo pigro che ne fa un uso sbagliato.
E in spiaggia prendiamoci il sole, cazzo, che per controllare facebook abbiamo tutta la vita.
Avere una connessione a disposizione, soprattutto gratuitamente, è una gran tentazione per tutti, non lo dobbiamo negare. Come grandi manager siamo sempre lì con la scusa che dobbiamo controllare le e-mail o se qualcuno ci ha scritto su facebook.
Internet sul cellulare poi è la rovina per quei connessi con qualche cent in più nel portafoglio che si possono permettere la connessione umts (a che serve uno smartphone se non usi la funzione wifi o umts?).
Ha ragione manu a dire che la tecnologia in sé non è un male ma i loro utilizzatori, pensiamo a quei ragazzi che escono insieme ma ognuno ascolta il suo ipod, nel migliore dei casi se lo si scambia per fare ascoltare l’artista trovato 5 minuti prima su fm mentre l’altro scendeva a prenderlo (altrimenti manco a dirlo, glielo linkava).
Con Gas dico, andate a mare e guardate le fighe sulla spiaggia e esercitate la fantasia anziché guardare youporn sull’ipad.
Che il mezzo sia un mezzo, non il fine! W Manu, W Abbattoir (anche i spiaggia) e W la vita!!
Finalmente un blog interessante! Ti invito a visitare il mio, che parla di ricette, dieta e consigli alimentari.
Ti ringrazio! Ti ringrazio per aver scritto questo articolo. Penserai che sono pazza ma mi sono messa a cercare sul web proprio articoli come il tuo per vedere se sono la sola a pensarla così e se siamo in tanti a lamentarci di come sta andando il mondo. E, grazie a Dio, pare che qualcuno come noi, che amiamo la realtà, ci sia.
Io lo uso internet, nel senso che ho un’e-mail, leggo le notizie, ecc., però ho provato ad avere twitter (facebook mi rifiuto) ed è una tristezza: persone che ci passano la giornata, che non escono mai, che non hanno altri interessi. Stanno diventando stalkers di se stessi e dei gruppi/cantanti che amano, e che seguono maniacalmente in tutto e per tutto.
A me dopo un pò viene la depressione. La nausea per questo schermo bianco che mi fa male agli occhi. Preferisco una passeggiata col mio cane, dormire, leggere o non fare assolutamente nulla piuttosto che stare in contatto con tutti 24 ore su 24 e, ovviamente, solo a livello virtuale.
Perché ci siamo ridotti così? Io spero che sia solo un ciclo, un’epoca e che, come tutte le epoche, finirà.
Spero che la gente sappia ritrovare, oltre alle comodità che la tecnologia offre, il gusto di un tramonto. Del profumo dell’aria aperta. Di un approccio occhi-negli-occhi. Della propria, sana solitudine che ha sempre fatto bene gli uomini che ci hanno preceduto.
Margherita
Mi era quasi sfuggito questo articolo, menomale che ci sono gli RSS! :D
Completamente d’accordo con Manuela, la tecnologia è uno strumento che bisogna dominare.
Le dinamiche di questa cosa però mi lasciano perplesso, fino a qualche anno fa ritenevo che il pc potesse fungere da surrogato sociale ( sono a casa, non ho con chi parlare -> chatto o sto su facebook) e in quanto surrogato funzionare più per sfinimento che per appagamento (chattare non è come parlare… ma è meglio di niente, quindi non smetto e ci investo tanto tempo, smetto quando sono stanco)
ma la pervasività della tecnologia mi sta facendo superare questo modello… cioè…cosa spinge una persona a mantenere il contatto con i social network mentre si trova per strada, mentre si trova fra la gente? è grottesco, perché qualcuno vorrebbe essere “stare su Internet tutto il giorno”?
@Margherita:
per quanto riguarda twitter… twitter non è un social network! è una spece di social-rss ed è molto utile!
non per seguire gente però, per seguire cose, siti, eventi. io lo uso per seguire l’MMA e per tenere sotto controllo svariati siti di Go.
( su Facebook invece ho scritto abbastanza in un altro post di questo sito)
@margherita “Stanno diventando stalkers di se stessi e dei gruppi/cantanti che amano, e che seguono maniacalmente in tutto e per tutto”.
Si, per certi versi è anche così. Sopratutto di se stessi. Gli artisti, poi, potrebbero non rispondere se non vogliono essere disturbati di continuo, o lasciare che i loro profili pubblici siano gestiti da persone altre.
L’idolatria c’è sempre stata e sempre ci sarà :P.
Un’altra considerazione: i ragazzi (uomini) che stanno su internet tutto il giorno sono completamente asociali al di fuori del loro pc.
Mi spiego meglio: prima di internet&Co. era molto più facile socializzare tra ragazzi e ragazze. Ora vedo che i maschietti socializzano molto facilmente sulle varie chat e social network con le femminucce (con molte femminucce, pur avendo molgi e fidanzate al seguito) ma poi, se si esce in gruppo, pur avendo 25-30 anni li vedi completamente bloccati, non ti salutano né si presentano: perché sprecarmi a parlarti se ti posso richiedere l’amicizia su facebook?
Non sto scherzando. Succede veramente. Purtroppo.