Cronaca di una turista sicula in terra sarda, prima parte
Il paradiso esiste. E se ve lo immaginate pieno di nuvole, angeli canterini, luce, fresco e tuniche bianche, siete fuori strada: il paradiso in questione è assolutamente terreno, reale, popolato da gente in carne e ossa (non folla, ma sparute presenze che ti segnalano che non stai sognando e non sei troppo distante da casa), pieno di luce, sì, ma la luce del sole, quella che abbronza e riscalda e illumina e rende lieti, ma senza beatificare, e al posto delle tuniche bianche, costumi da bagno.
Il paradiso è a portata di quasi tutti, se perfino io ho avuto la possibilità di visitarlo: dista un volo low-cost + qualche coincidenza di bus, e si può comodamente alloggiare in una tenda da campeggio due posti, arredata con materassini e sacchi a pelo per l’occasione.
Il paradiso, per chi non sapesse come ho passato la parte felice della mia estate, si trova in Sardegna, e più precisamente sulla costa sud, nella zona del cagliaritano.
Raggiungere Cagliari da Palermo significa prendere un volo Trapani-Cagliari con la Ryanair, volo che, se avete la fortuna di prenotare in anticipo, vi costerà una cinquantina di euro a/r. Trapani è facilmente raggiungibile in auto, ma per chi non avesse la possibilità di guidare fino alla provincia delle saline, e non trovasse un pio volontario disposto ad accompagnarlo, esiste un bus Terravision che si occupa proprio della tratta Palermo-Trapani Birgi, e che organizza le corse proprio in base ai voli Ryanair della giornata (addirittura per salire sul bus è necessario mostrare il biglietto aereo), alla modica cifra di 12 euro (solo andata).
Una volta arrivati all’aeroporto di Cagliari Elmas, prenderete un bus che in pochi minuti vi porterà all’autostazione Arst di Cagliari, da dove partono autobus per tutta la città e la provincia. Non è detto che voi siate così fortunati da essere sequestrati assieme all’intero autobus da uno psicopatico ubriaco fradicio, che parla con amici immaginari meno simpatici di lui, mentre le anziane donnine sarde presenti tremano di paura, e scongiurano la partenza del bus con il pazzoide alla guida, nell’attesa della fantomatica polizia sarda, che, a quanto dice un altro colorito fruitore dei mezzi pubblici, “è sssempre in mezzo alle palle, e quando ssserve non c’è mai!”, ma vi assicuro che potrebbe succedere.
L’ampio ventaglio di offerte di alloggi potrebbe spiazzarvi: i sardi sanno bene di vivere in un bel posto, e dunque si sono organizzati in maniera tale da offrire alloggio a tutti i tipi di turisti, a tutti i tipi di tasche, anche. Per quanto riguarda me e la mia fida compagna di viaggio, la scelta è caduta su un campeggio segnalatoci dagli organizzatori del Sarroch Summer Groove1, ossia il Camping Flumendosa, in località Santa Margherita di Pula: un’oasi di silenzio e tranquillità, miracolosamente privo dell’odiosa piaga dell’animazione, pieno di alberi, dotato di bagni, market, pizzeria, bar, e tutto quello che pensate possa occorrervi in campeggio, ma soprattutto posizionato a pochi passi dalla spiaggia che si trova alla foce del Flumendosa (fiume sul quale svolazzano numerosi Pink Flamingo, per la mia gioia infantile): spiaggia con sabbia sottile e chiara, lunghissima, e dall’acqua cristallina e fresca, con possibilità di prendere ombrellone e sdraio (ombrellone + due sdraio: 10euro per tutta la giornata) oppure organizzare piccole gite in catamarano, o noleggiare attrezzatura sportiva, o organizzare lezioni individuali di windsurf, kitesurf, o surf da onda. A questo proposito è necessario segnalare la presenza di istruttori dalle notevoli fattezze californiane, messi lì appositamente per rendere il vostro soggiorno più lieto e movimentato dal punto di vista ormonale.
Il paradiso comunque non è sulla spiaggia del Flumendosa, sebbene questa rimanga assolutamente valevole ai fini del divertimento turistico-marino. Il paradiso è dislocato tra le due filiali di Chia e Tuerredda, entrambe comodamente raggiungibili da Cagliari (o anche da Pula), tramite i mitici bus dell’Arst (sui quali potete informarvi gratuitamente chiamando dalla Sardegna il numero verde 800865042). Tuerredda è una relativamente-piccola spiaggia dalla sabbia bianchissima, e dall’acqua totalmente trasparente e fredda, inserita in un golfo con isolotto raggiungibile a nuoto compreso. Tuerredda è davvero un bel posto, uscire dall’acqua dopo una nuotata è difficile, andare via alla fine della giornata è triste. Unica nota dolente, che peraltro riguarda tutti i luoghi turistici del mondo, si paga anche l’aria che respiri: il parcheggio e il bagno sono a pagamento, gli ombrelloni del piccolo lido hanno prezzi variabili rispetto alla fila in cui si trovano (la prima fila è quella più costosa), cibo e acqua portateli da casa, se non volete usare la Mastercard.
Ma ancora più bella e selvaggia di Tuerredda (che comunque è una spiaggia mediamente frequentata), c’è la bellissima zona di Chia. Vasta costa sabbiosa, e rocciosa in alcuni punti, raggiungibile dopo un passaggio su pedane di legno poggiate su dune di sabbia dalla particolare bellezza. E qui il sardo supera in curva il siciliano: le dune di Chia sono “protette”, non è possibile calpestarle, alcuni cartelli invitano il visitatore a rispettare la natura del paesaggio, e a preservarlo per i posteri, o più semplicemente per la sua prossima visita. Non c’è munnizza, da nessuna parte, alcuni tratti di costa sono deserti, puoi stendere la tua tovaglia da mare e pensare di essere ai Caraibi, ma è più bello. L’acqua è di un azzurro cangiante, assume la colorazione violetta in alcuni punti, e il bello è poter nuotare dalle zone di sabbia a quelle rocciose, e (portatevi occhialini o maschera subacquea!) ammirare pesci e forme di vita marina, senza incappare in bicchieri di plastica o pannolini usati.
Il mio consiglio è: riempite lo zaino con occhialini, asciugamano, acqua fredda (in abbondanza!), qualcosa da mangiare (buonissime le pizzette di sfoglia che vendevano al camping, e che ci hanno nutrite per quasi tutto il viaggio, alla modica cifra di un euro a pizzetta), e riviste dalla variabile superficialità (portate sia il Fatto Quotidiano che Glamour), crema solare e musica, e preparatevi al relax totale: se sarete fortunati, tra la nuova collezione autunno-inverno e una nuotata al largo, vi dimenticherete i vostri stress cittadini, le scadenze, i problemi, le delusioni, e tutto il resto, fondendovi perfettamente con la dimensione naturalistica del luogo: verde, marina, silenziosa, e, per l’appunto, paradisiaca.
1 Festival di musica che si è tenuto a Sarroch (Ca) dal 25 al 29 agosto, con protagonisti della musica internazionale, dai Gogol Bordello ai Placebo, passando per i Marta sui Tubi, e del quale vi parlerò prossimamente.
Bellissima *_* ci voglio andare. Voglio andare in vacaaanzaaaaaa!
p.s. io odio i turisti. E ora ci scrivo un pezzo.