Piccola storia della Lega e grande Ictus di massa
Umberto Bossi, nato nel 1941, da un operaio e una portinaia che non avevano niente di meglio da fare, quella maledetta notte.
Umberto Bossi è un politico, è il fondatore della Lega Nord, quel simpatico partitello politico sul quale si regge l’attuale maggioranza di governo, e che vanta tra i suoi sostenitori mostri della laguna come il Senatur Ictus, per l’appunto, Borghezio, Maroni, Castelli, Calderoli, Cota, e il famoso Trota, figlio pluribocciato di Ictus.
La storia di Bossi, e quella della Lega in generale, è una storia strana, fatta di volta faccia, cambi di direzione, inclusione ed esclusione, razzismo, destra-centro-sinistra, sardine e pan carrè, pretese di autonomia, e dipendenza politica, ma vediamole insieme.
Il nostro caro Ictus vive una gioventù piuttosto movimentata, conseguisce il diploma di perito elettronico presso la scuola Radio Electra, che è una scuola per corrispondenza, che pensavo esistesse soltanto nei miei sogni di bambina. Dopo questa faticaccia intellettuale, fa diversi lavoretti e si iscrive alla facoltà di Medicina di Pavia. Nel frattempo scrive canzoni e posie, delle quali per fortuna non ho trovato attestazioni, milita nei movimenti di sinistra contro Pinochet, e nei movimenti ambientalisti, incredibile ma vero, ottenendo anche, grazie al suo attivismo, la tessera del PCI. A 34 anni sposa tale Gigliola Guidali, ma è disoccupato e ancora iscritto a Medicina. Un divertente aneddoto racconta che la moglie lo abbia lasciato dopo aver scoperto una minuscola bugia che ogni giorno il buon Ictus le raccontava prima di uscire: prendeva la sua valigetta da dottore, e la salutava con le dolci parole “ciao amore, vado in ospedale”, ma in realtà non si era mai laureato, soltanto 11 materie lo separavano dalla laurea (si spiegano molte cose, povero Trota).
Inizia la sua carriera politica per pagare i debiti del giornale del movimento autonomista della Valle d’Aosta, dopo la morte del leader Salvadori, nel 1980 fonda l’ Unione Nord Occidentale Lombarda per l’Autonomia, ma poi, dato che il nome era troppo lungo e difficile anche per uno che non aveva ancora avuto alcun ictus, due anni dopo, fonda la Lega Autonomista Lombarda, assieme a Roberto Maroni (l’attuale Ministro dell’Interno, che ha iniziato la sua carriera politica militando in un gruppo marxista-leninista di Varese, e suonando in un gruppo musicale locale, tutto questo prima di essere posseduto dal demone che gli causa quella strana postura da stitico cronico, e che sceglie il colore dei suoi occhiali). Da questo piccolo nucleo, alla fine degli anni Ottanta, nasce la Lega Nord. E poi dicono che gli anni Ottanta erano da buttare, mah!
Da qui in poi la storia la conoscono tutti, o quasi. Bossi viene condannato per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, ma non sconterà mai la pena. Siamo nel 1994, e questa sua condanna attira le simpatie di un altro grande burlone della storia politica italiana, indovinate chi? Bravissimi, proprio lui, Silvio Burlesquoni. Creano un’alleanza (anche con AN) e vincono le elezioni. Qualche mese dopo, però, Bossi presenta una mozione di sfiducia e fa cadere il primo governo Berluscaltro. In quest’occasione Bossi accuserà il suo ex alleato di avere collusioni con la mafia: dirà che la Fininvest è nata dai soldi di Cosa Nostra (e Cosa Nostra è cattiva perchè sono dei terùn). Ma si sa che Bossi è bravo a cambiare idea, e infatti quando gli spiegano che Cosa Nostra non è roba solo da terùn, riallaccia i rapporti con lo sputtanatissimo Silvio, e vengono magicamente rieletti.
Nel 2004 viene ricoverato per un ictus cerebrale, ictus che dichiarerà: “E’ da vent’anni che abito questo cervello, cazzo volete adesso?”
Negli ultimi anni la Lega ha aumentato i suoi consensi, tanto che un articolo di questi giorni su Repubblica afferma che mentre tutti i principali partiti politici di maggioranza e opposizione perdono consensi, e mentre l’Italia è spaesata, la Padania cresce, il consenso per la Lega aumenta. Nel frattempo il suo esponente principale, l’Ictus, si lascia andare ad affermazioni sempre più libere su Roma (“Sono porci questi romani”), sul tricolore (usato come carta igienica), sull’attuale situazione politica, della quale probabilmente sghignazza in privato.
Non riesco a smettere di chiedermi perchè esistano persone del genere, e come abbiano fatto a lavare i cervelli di altrettanti elettori. Mi chiedo come sia possibile che i colleghi di Bossi non lo prendano a randellate al primo vicolo solitario. Ma ancora peggio, mi chiedo come sia possibile che esista un Movimento per l’Autonomia Siciliana, portato avanti dal caro Lombardo, e “vicino” alla Lega, tanto da aver manifestato simpatie e addirittura aver stipulato un accordo nel 2006. Mi chiedo come il Partito Democratico abbia potuto appoggiare il governo regionale di quest’uomo vicino alla Lega ma anche indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Mi chiedo come tutta questa gente possa accettare di essere paragonata a un suino, e comunque continuare a lavorare fianco a fianco a chi dispensa sentenze come fossero ghiande. Come se oltre ad accettare la nomina di porci, grufolassero anche, rotolandosi nel fango.
La risposta probabilmente è nella spasmodica ricerca di potere, nell’uccisione dei principi che dovrebbero regolare la vita politica, nell’assenza quasi totale di reazioni di fronte a queste offese. La risposta è nel compromesso tra vecchi ideali e bassi bisogni presenti, che ti fanno preferire il tradimento delle promesse alla coerenza, perchè altrimenti vieni messo da parte.
La risposta è in un probabile ictus di massa, che non abbiamo il coraggio di chiamare col suo vero nome, dittatura.
Questi percorsi di vita non vi ricordano “vagamente” quelli di altri 2 grandi della storia italo-europea? (vedi tali Adolf e Benito.)
Ragazza mia, che dire? Ottimo articolo che mi ha lasciato un’amara risata…
Proviamo a pensare e ad agire “diversamente”, per fare in modo che le frustrazioni infantili e adolescenziali non si traducano in rivalsa o in rabbia, ma conoscano vie nuove, perchè è possibile trasformare le cose a partire da noi, “qui e ora”.
@ Francesca: Che onore averti come lettrice! :)
Si, è vero che è possibile cambiare le cose a partire da noi, ma è anche vero che molto fa chi c’è sopra, i limiti che vengono imposti agli/alle insegnanti, a qualunque livello, l’ignoranza dilagante contro la quale è sempre più frustrante combattere, quello che dicono i telegiornali, eccetera. Di contro, conosco molte persone che non sono dentro questo sonno di massa, ed è un conforto. Di contro quello che voglio fare nella vita, lo voglio fare anche per migliorare un angolo minuscolo di questo mondo che va al contrario, quello che mi è dato di modificare, speriamo in meglio.
@ Cristina: fornirò apposite caramelle alla tua prossima visita palermitana
@ Noemi: Si, hai detto bene. Solo che lì c’era di mezzo una marcia, un’invasione, colpi di stato, eserciti paramilitari ben visibili. Qui ci sono culi, tette, un’idea astratta (la Padania) entro cui far convergere tutte le speranze dei frustrati del nord, e promesse (milioni di posti di lavoro) a quelli del sud. Qui c’è la longa manus mafiosa, che nessuno ha ancora capito che è la stessa che ha dato credito all’imprenditore milanese con la barzelletta facile, e c’è un metodo subdolo di assorbire l’eventuale attività neuronale della gente: la tv.
Poi ci sono agganci con la Chiesa, una concezione degradante della donna, il disprezzo di cultura e sanità fatta bene, eccetera.
In comune c’è di certo un tentativo di culto della persona del pres del cons che per un certo periodo ha anche funzionato bene.
Riusciranno a levarsi di torno questi miserabili personaggi?
“Quante misere figure che attraversano il paese,
com’è misera la vita negli abusi di potere.
Sul ponte sventola bandiera bianca.”
Non è che forse ci sono pure idee chiare e portate avanti con determinazione da un partito radicato sul territorio e da esponenti dell’età media di 40-45 anni, seppure non di rado espressione di bigotteria, provincialismo e volgare xenofobia? Non è che forse si sta criticando il giocattolo altrui, perchè il nostro non è altrettanto bello?
Non è che forse sto straparlando? Ho finito.
p.s.: L’ictus non è una barzelletta, le malattie meritano rispetto, a prescindere da chi colpiscono.
Partito radicato sul territorio, su questo ti do ragione. Eliminerei il “non di rado” con un “sempre”. Se senti le interviste che fanno agli elettori “padani” ti vengono i brividi. Creare l’unione sulla base dell’odio verso un capro espiatorio (vedi stranieri, vedi terroni, vedi tricolore, vedi fondamentalismo islamico) è una tattica vecchia come il morbillo.
Inoltre la Padania è un concetto astratto, una bella favoletta che stanno impaccando ai loro sudditi per farli stare buoni, per farli diventare bravi soldatini, tipo il Paradiso, per intenderci.
L’ictus non è una barzelletta, ma non scadiamo nel buonismo, per favore.
Ritengo buonismo pensare che per un cane scivolato in acqua si debba far virare una nave, come è stato fatto inutilmente non ricordo dove, poco tempo fa.
Chiamare Bossi con l’appellativo Ictus è replicare quel Grillo che definiva Prodi Alzheimer, tra le proteste di familiari di ammalati. Si tratta di rispetto verso qualcosa che per fortuna non conosci e non hai vissuto. Lo stesso che suggerirebbe di riflettere a lungo, prima di mostrare le dita a mo’ di mitra di fronte a dei giornalisti russi.
Il fatto che io non lo conosca, lo stai dicendo tu. Non ho avuto un ictus ma so cos’è, e lo so da vicino, per intenderci.
La battuta non era sul fatto che lo avesse avuto, ma che lo avesse avuto molto tempo prima di quanto crediamo, e che fosse l’unica giustificazione plausibile alle sue ridicole affermazioni. L’ironia è l’arte di ridere anche di quello che di solito ti fa piangere, ed è una cosa così sottile e intelligente da essere al di sopra del bene e del male.
Ritengo molto più offensive le dichiarazioni di uno che è un Ministro, e invita alla violenza contro i non-padani. Io non sto offendendo nessuno, nè ammalati, nè familiari di ammalati, nè sto incitando alla violenza, o all’odio, e non capisco cosa ci sia da capire in quello che ho scritto.
Infine, se il discorso del cane è un modo per provocare una mia reazione, fatto sulla base di una convinzione sbagliata (cioè che nel mio essere animalista sono cieca ed estremista) hai sbagliato strategia.
Sono animalista, di sinistra, ironica, e irriverente, ma anche dotata di buon senso, e un cervello tutto sommato mio.
Io non capisco se il fatto che la lega parli alla “pancia della gente” sia un fattore positivo. Certo così vincono le elezioni, ma la funzione di uno Stato non sarebbe quella di far emancipare il suo popolo oltre allo stadio animale delle funzioni di sopravvivenza?
Come i napoletani anche i romani dovrebbero esporre dei cartelli con scritto “In questo locale i leghisti non sono graditi” perché è ora di farla finita con le barzellette e le battute… Chiamare Senatur Ictus è più o meno offensivo che chiamare una popolazioni maiale? e non dimentichiamo che sono le stesse persone pronte ad imbracciare i fucili!
Finché lo diceva Asterix ridevo pure io, ma se lo dice lui è diverso… ma già di Maroni non aveva scritto qualcun altro s questo blog? e sempre per lo stesso motivo!
In questo Paese abbiamo dimenticato che cosa significhi la parola responsabilità…
Scusami Manu, ma non devi stare lì a giustificare qualcosa che era perfettamente coerente col pensiero che hai espresso.
Ritengo che non ci fosse nulla di offensivo né tantomeno di derisorio nei confronti di chi l’ictus l’ha avuto o ha amici o parenti che l’hanno avuto.
@Luc: sinceramente, unn’ai caputu niente(per dirla in padano).
Io sono da sempre convinta che l’intelligenza della gente si misuri dal livello di ironia che possiede. Questo è il mio personalissimo metro di giudizio.
“L’ironia è la gaiezza della riflessione e la gioia della saggezza”,scrisse Anatole France. E Victor Hugo disse:”La libertà inizia dall’ironia”.
E direi che l’ironia, anche spietata, ci sta tutta nei confronti di un tizio(per giunta ministro della Repubblica)che l’unica cosa che sa fare è lo spelling di WINDOWS coi rutti.