Mahatma Silvio e l’ordine del ‘bunga bunga’

L’Italia è un Paese meraviglioso. Quando pensi che abbia toccato il fondo, c’è sempre una botola a sorpresa che si apre e la spedisce ancora più in giù…
Siamo così fortunati, eppure abbiamo sempre di che lamentarci, gettando fango su noi stessi e sulla nostra vita perfetta. Il nostro capro espiatorio è LUI, anche questa volta. Povero Silvio. Qualcuno lassù ha voluto offrirci il suo FIGLIO prediletto, e noi lo mettiamo in croce. N’atra vota. Siamo una nazione che non impara niente dalla storia, questo è chiaro. Giornali e televisioni rosse stanno lì a cercare il peccato dove in realtà c’è solo purezza, a cercare inganno dove c’è solo trasparenza. Oggigiorno non siamo più in grado di concepire che un uomo possa non avere torbidi fini, non riusciamo più a riconoscere un essere dal cuore grande.
Caro Silvio, noi sappiamo che la tua estrema generosità ti ha condotto ancora sul patibolo mediatico. Hai voluto regalare oro, gioielli e tanti fruscianti euro ad una povera ‘profuga’, ‘ladra’, ‘meretrice’ marocchina. Minorenne,sì… ma nessuno è perfetto. Le hai aperto le porte della tua dimora, mostrandole il dorato mondo in cui sei costretto a vivere, benché tu sia un’anima semplice. Lei in compenso ti ha aperto altro, istruita dal tuo reclutatore di ministre. L’hai  accolta nel suo harem, modellato su quello del caro Gheddafi, e con Emilio, parlamentari, veline e ministre l’hai iniziata al ‘bunga bunga’, un innocente svago a sfondo sessuale che ricorda una delle tue barzellette preferite.
E se hai mentito alla Questura spacciando la casta marocchina Ruby per una parente stretta di Mubarak, il Presidente egiziano, è stato solo per salvarla dalle grinfie di una legge che voleva punirla per furto. E tu, hai rivisto in lei la tua vita da malvivente. Pura e semplice empatia. L’hai vista così, minorenne e indifesa, e non hai potuto non allungare la tua mano rugosa per toccarle il…cuore. Come un padre. O meglio, come un prete.
L’ennesimo scandalo ha fatto di te, di noi italiani, lo zimbello del mondo. Ma solo chi ti ama può riconoscere i tuoi meriti, il tuo prodigarti per tutti gli immigrati che si sono messi nei guai. Le Questure d’Italia non tollerano più tutte le tue chiamate, anche nel cuore della notte, per salvare poveri sciagurati come Ruby.
In Campania conoscono il tuo impegno concreto per aiutare il popolo minuto in difficoltà. Ogni sacchetto, ogni rete metallica, ogni litro di percolato, che ricopre le vite dei cittadini partenopei è tutto frutto della tua profonda attitudine nel risolvere le emergenze.
La tua unica colpa è stata quella di amare troppo la vita per sprecarla facendo il tuo dovere di Presidente del Consiglio.

Dalle nostre postazioni di call center, dai nostri accampamenti, fuori dalla fabbriche che ci hanno cacciato, dalle nostre aule universitarie sempre più spoglie di sapere, dalla nostra condizione di cassintegrati, di disoccupati, di donne che hanno rispetto per se stesse e ambizioni moralmente più elevate, dalla nostra miseria, ti ringraziamo, oh Silvio!

Non di sole puttane vive l’uomo.

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