Beh, se anche il “Time” la scorsa primavera gli ha dedicato la copertina, perché non parlare anche qui di questo argomento?
La new frugality indica un modo nuovo di concepire i consumi, evitando il superfluo e guardando al risparmio. Chi segue questa tendenza, infatti, assume uno stile di vita minimal e sobrio.
Ma cosa vuol dire vivere frugale? La migliore definizione di frugal life è: vivere bene senza spreco. Vivere in modo più essenziale, condurre uno stile di vita più sostenibile, responsabile ma soprattutto consapevole, che possa farci riscoprire il valore delle cose e dell’ambiente.
Fare la spesa in un discount ad esempio, è frugal. Qual è la differenza? Che i prodotti di marca li paghi di più, perché è la pubblicità che stai pagando, mentre i prodotti sottomarca li paghi di meno e sono buoni lo stesso! Oppure si può fare la spesa nei cosiddetti farmer’s markets ovvero i mercatini della domenica, dove gli agricoltori vendono direttamente i loro prodotti ai cittadini. Inoltre in Italia si sta importando la moda dello swap party, una festa in cui ci si scambia abiti e accessori usati ma ancora utilizzabili, una sorta di “festa del baratto”. Queste non sono altro che diverse espressioni dello stesso concetto.
La moda del new frugality si sta espandendo molto velocemente, basta dare un’occhiata al web. Sono tantissimi i siti che affrontano questo argomento e danno consigli su come vivere meglio senza fare troppi sacrifici.
Partiamo da FruWiki, la sezione di wikipedia creata apposta per raccogliere e divulgare commenti, consigli e nuove risorse per la frugal life. I temi più trattati sono: come risparmiare sulla spesa; risparmiare acqua ed energia ; come avere roba gratis. Insomma, un vero e proprio portale del frugality.
Un altro sito da segnalare è almostfrugal.com, ovvero learning about frugality. Nella sezione about us si legge: “Almost Frugal is a blog about learning to manage our money in a way that helps us meet our goals.” Per gli ideatori del sito, vivere frugal non vuol dire privarsi di qualcosa, ma consumare in maniera intelligente, ed è questo che insegnano agli utenti.
Poi c’è il Suddenly frugal blog di Leah Ingram, che ci ha scritto anche un libro sull’argomento. Anche qui consigli e piccoli stratagemmi per uno stile di vita sobrio e senza troppi sprechi.
A proposito di stratagemmi non può mancare frugalchicliving.org, ovvero “vivere chic collezionando coupons”. Infatti gli utenti del sito non si sognerebbero mai di comprare qualcosa che potrebbero avere gratis esibendo un coupon!
La moda del frugal chic è quella che sembra essere la più seguita. Il sito più ciccato in materia di frugal chic è The Budget Babe.com, dove si possono trovare ottimi consigli su vestirsi all’ultima moda ma a basso costo, una cheap-chic fashion! Dunque il frugal chic non è altro che la new frugality in versione chic, cioè come risparmiare senza sembrare dei poveracci!
In Italia la situazione è un po’ diversa. Il sito più interessante è senza dubbio nonsprecare.it, un portale di notizie e consigli sul consumo critico e responsabile. Il loro motto è “non sprecare” e la loro definizione di frugalità è: “riuscire ad ottenere il massimo dai soldi e risorse che si hanno a disposizione, anche se limitate”.
Ed infatti ecco il lato positivo di questa tendenza: educare ad investire le proprie risorse, seppur limitate, in modo intelligentemente tale da ottenere il massimo. Spero proprio che questa moda si espanda sempre di più, infatti oltre ad essere una sana ed astuta risposta alla crisi, è anche un’alternativa al consumismo senza freni. È importante imparare ed insegnare ai nostri figli che un consumo ponderato semplifica la vita e la allunga.
Che robe! Io organizzo cene frugali, ma anche compleanni, e non sapevo di tutta questa storia attorno? Lo spirito critico cambia i connotati anche ad un carrello della spesa, e stupisce come potrebbe cambiarti la vita, o il portafogli, o solo il modo di vedere il quotidiano.
Assolutamente pro. mi sento più produttiva, e provo sul serio del piacere in qualsiasi cosa frugal faccio, fiera di saperlo fare, come invece (purtroppo) non i più.
Vorrei che la gente capisse che non si perde nulla a tentare, che una borsa C&K o D&G ti “peggiora” la vita in fondo, piuttosto che migliorarla; ma forse la schiavitù della marca, del trendy ad ogni costo, non permettono di valorizzare al meglio questo tipo di scelte illuminanti.
hai detto bene: “illuminanti”