Non è un Paese per pessimisti

“L’ottimismo è il profumo della vita!”, gridava con entusiasmo Tonino Guerra, prima che uno stormo di rondini lo ricoprisse di merda. E l’Italia è il Paese do sole, do mare, ‘o paese addó tutt’ ‘e parole so’ sempe parole d’ammore, ed essenzialmente è il Paese più ottimista del mondo. A ragion veduta, c’è da aggiungere. In quale altra nazione, infatti, i circa 58.147.733 abitanti si autodefiniscono tutti ‘brava gente’? E inoltre, avete mai sentito di un altro luogo in cui esistono delle trasmissioni televisive che aspettano appositamente la tua morte (ovviamente violenta) per alzare l’audience, prelevare tutte le tue foto private e montarle in servizi strappalacrime? Qui è dove la destra e la sinistra si confondono e sono interscambiabili come gli accessori di Mr.Potato. Il plateau su cui si combattono mille battaglie, tutte rigorosamente all’insegna dell’uguaglianza e della difesa dei più deboli e dei più poveri. I vostri diritti non vengono calpestati. Abbiamo le fila delle nuove generazioni traboccanti di fotografi e artisti. Siamo la culla della civiltà, e tuteliamo i beni archeologici a costo della vita, tranne nei casi in cui si parla di roba vecchia, del tipo ‘avanti Cristo’. In quel caso è inutile soffermarsi a riattaccare quattro pietre sudice. L’Italia sa come gestire bene il denaro pubblico. Chiunque voi siate, vi sarà concesso di scrivere libri, anche se siete appena sopra la soglia dell’analfabetismo1.
E infine, qualora ciò non fosse sufficiente a fomentare un insano ottimismo in ognuno di voi, qui cari miei la sovranità appartiene a-l-p-o-p-o-l-o! E ho detto tutto.
Nonostante queste massicce dosi di speranza e fiducia che farebbero andare al tappeto persino il Mahatma Gandhi, non tutti sono in grado di gioire della propria condizione di  cittadini italiani. Ebbene sì, tra il popolo degli ottimisti si nascondono le pecore nere, le mele marce. Quelli che hanno sempre da ridire su tutto, che polemizzano su tutto. Quelli che vanno controcorrente nel fiume in piena dell’ipocrisia e del buonismo. Quelli che non hanno paura di dire handicappato e cieco, perché sanno che non è una parola che cambia la realtà e ti rende meno razzista. I pessimisti, cinici e rompicoglioni.
Non fate gli occhi alla ‘porca troia’ stile Mara Carfagna2, benché sia difficile credere che in una patria così bella e perfetta possano esistere coloro che non vedono il bicchiere né mezzopieno né mezzovuoto, perché lo vedono direttamente rotto oppure non ce l’hanno affatto un bicchiere.
Sono loro che mandano la nostra società ad escort. Loro, increduli e infidi, che vedendo un pullman di ritorno da Lourdes chiedono alle vecchiette:”Avete trovato chiuso?”. Loro, che di fronte all’ennesimo corteo che intona “Se la Gelmini è magica, Cicciolina è vergine”, invocano il diluvio. Loro, che non si rendono conto di come Dio abbia benedetto questa nazione con il Vaticano. Loro, che non capiscono che i miracoli vengono distribuiti secondo criteri sconosciuti a noi mortali, che prevedono la guarigione per una vecchia diversamente camminante di novant’anni e la morte per milioni di bambini per fame.
Chi non sa apprezzare la bellezza della nostra bella Italia, prediletta dal Signore, piena di miracolati, poeti, cantanti, di saccenti boriosi, di teschi svuotati dal verme dell’ignoranza, di politici ligi al dovere che non si lasciano corrompere, di gente passionale, spaghetti,mandolini, dove l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio, dovrebbe riconsegnare il passaporto.


1
Ogni riferimento a persone realmente esistenti è puramente casuale.
2Battuta originale di Luciana Littizzetto.


4 thoughts on “Non è un Paese per pessimisti

  1. Una parola non cambia la realtà. Non ne sono così sicura. Il mio guru Nanni Moretti dice che le parole sono importanti, e sul mio libro di greco del liceo c’era scritto “le parole non sono innocenti”. La scelta di un termine non è sempre ipocrisia. E il razzismo (o il classismo, maschilismo, e co.) spesso sta anche nelle semplici parole.

    Poi sul pessimismo…ognuno è libero di credere ciò che vuole (e a ciò che vuole, anche). Però i pessimisti, o meglio, quelli che tu chiami pessimisti, non sono nè scomodi nè rompicoglioni. Nessuno si spaventa di fronte a un piagnone, va.

    La capacità critica deve essere supportata, a mio parere, da una pari capacità creativa. Distruggi, ok, ma poi ricostruisci. Perchè a sparare a zero su tutto e su tutti, dopo un po’ si perde il gusto (e la credibilità).

  2. Per “una parola non cambia la realtà” intendevo che se uno lo chiami ‘non vedente’ non è che la sua condizione cambia, sempre cieco è. Se una la chiami ESCORT sempre una puttana è.
    Io penso che le parole non cambino il mondo, perché di fatto le parole di Martin Luther King o di Gandhi non hanno abolito la violenza. Le parole di Paolo Borsellino non hanno sconfitto la Mafia. Le parole servono ad aprire le menti di alcuni e a mascherare la vera natura di altri. Le parole sono solo parole se non si recepiscono e se non sfociano in azione. Nel bene e nel male.

    Sul pessimismo e altro, beh, ognuno ha il suo modo di vedere la vita.

    Cosa dovrei ricostruire?La società?i cervelli bacati?il mondo?Se fossi Dio manderei un bel diluvio o un bel pediluvio e buonanotte,altro che ricostruire. E più vivo nel mondo, più mi rendo conto che gli uomini(e mi ci metto pure io) non meritano altro che palate di merda.
    I dinosauri hanno dominato il pianeta per 160 milioni di anni, e l’uomo in qualche migliaio di anni è riuscito a distruggere un pianeta che non gli appartiene. Se si facesse un giro per le città, Darwin si renderebbe conto che l’uomo è l’unico essere vivente che non si evolve ma regredisce moralmente e socialmente.

    Poi sono punti di vista. Ognuno è libero di dire le cose che pensa, anche a rischio di essere impopolare.

    • Ovviamente sei libera di dire quello che pensi, e se dici roba impopolare sei anche più simpatica, ma a me piace essere polemica, e dunque ti chiedo se dietro tutto questo nero pessimismo non c’è neppure un barlume di speranza, un desiderio di miglioramento. Il punto è che, secondo me, se non ci fosse anche un minimo di possibilità di cambiare, scrivere cose del genere non avrebbe alcun senso. Sul mio tavolo c’è scritto “PANDISTRUZIONE CREATIVA”, e secondo me non si può prescindere dalla seconda parte. Non dico che tu, Valentina D’Aleo, devi cambiare il mondo, dico solo che, dopo queste belle parole cariche di disprezzo, sarebbe bene trovare un puntino di positività nell’universo e da quello partire per esistere meglio.

      Il coretto sulla Gelmini-Cicciolina rende isterica anche me, per la cronaca.

  3. ……mmmmmmmmmmmmmhhhhhh!!!!!!!

    le belle parole cariche di disprezzo…. questo non è disprezzo ma constatazione!
    apprezzare o disprezzare è un giudizio , ci si basa su ciò che si vede e che esiste , per riuscire a riflettere e quindi a pensare….
    il pensiero però vola lontano lontano fino a soffermarsi sulla propria sofferenza e io sfido chiunque a non aver dolori!
    se realmente si deve giudicare facciamolo …. ma per primi giudichiamoci!
    le belle parole cambiano tutto perchè è con le belle parole che hanno incantato gli italiani , attraverso promesse ottimiste , illusioni fantastiche che hanno lasciato sperare il paradiso in terra!
    quindi , io dico che ciò che dice valentina è tutto giusto , non pessimista ma reale ,bisognerebbe riflettere e poi criticare!
    io sostengo che l’uomo in quanto essere più cattivo creato da Dio , sia incapace di voler realmente il bene di un’intera società!
    per l’egemonia e la brama di potere che lo distingue!
    questa è l’italia l’ottimismo che ci fa dire pessimista a chi non crede alle stronzate!

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