Immaginatevi la scena: vertice dell’Unione Europea a Bruxelless, grande tavolata coi “pezzi grossi” della terra, sullo sfondo un maxischermo al plasma collegato su Twitter sul quale scorrono, come messaggi, insulti a Berlusconi.
No, non è una mia fantasia, è successo davvero.
Giovedì 16 dicembre 2010, i responsabili della comunicazione del vertice europeo hanno pensato di far interagire i cittadini di tutta Europa tramite Twitter, allestendo un maxischermo nella sala stampa del Congresso e invitandoli a inviare messaggi identificati col tag #euco.
L’idea è buona, sennonché dall’Italia cominciano ad arrivare messaggi rivolti al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E immaginatevi il tono di questi messaggi, in grado di causare un forte imbarazzo per la delegazione italiana, tanto da decidere di spegnere lo schermo!
“Pedofilo”, “mafioso”, “ladro”: sono alcuni degli appellativi, chiamiamoli così, rivolti al nostro (purtroppo) Presidente. Messaggi del tipo:
Berlusconi è un mafioso, e si fa le leggi per non esser processato;
Berlusconi ha detto: “Un ottimo motivo per investire in Italia è che noi abbiamo delle segretarie bellissime”;
Berlusconi paga per il sesso, per i voti e per la protezione dei mafiosi. E quello che non può comprare, lo ruba.
A fare imbarazzare la delegazione al punto tale da decidere di spegnere il maxischermo è stato, però, un retweet di un utente (ormai nuovo eroe nazionale), @mpietropoli, che riportava una “innocua” citazione dello stesso Berlusconi: “Mussolini non ha mai ucciso nessuno, anzi mandava le persone in vacanza in esilio!”.
Mpietropoli si è poi giustificato dicendo di non aver fatto altro che tweettare fatti di cronaca e citazioni prese da google. (Fonte: Repubblica 17 dicembre 2010)
Ora, dico io, cari organizzatori del vertice, se non volevate incappare in simili imprevisti, potevate anche mettere un moderatore a controllare i tweet! Però, pensandoci bene, è anche meglio che non l’abbiano fatto, salvaguardando in questo modo la libertà di parola (o di tweet, in questo caso). E da questo episodio abbiamo imparato che Twitter è un potente e libero mezzo per far sentire la nostra voce di cittadini (italiani ma anche europei) insoddisfatti, tanto da far imbarazzare i pezzi grossi della terra. Per una volta, la libertà di parola trionfa…almeno fino a quando non si spegne lo schermo!