Quando ricevetti in regalo il trenino in legno i cui vagoni portavano le lettere A-A-D-E-N-R, lo composi con sicurezza in modo tale da formare il mio nome: A-N-D-R-E-A.
Il trenino era stato a lungo sullo scaffale, fermo a dispetto di ciò che rappresentava. Una notte Palermo tremò, ci fu una moderata scossa di terremoto, molte delle bottiglie di birra vuote custodite gelosamente nello scaffale della mansarda in cui studiavo caddero rovinosamente frantumandosi in mille pezzi. Cadde anche il trenino in legno, i deboli ganci in plastica che tenevano unite le lettere si staccarono dai vagoncini. Le lettere rimasero come quelle del gioco “paroliamo”, lettere che non formavano nessuna parola, eppure ne suggerivano tante. Quando dopo molto tempo riassemblai il trenino esitai qualche istante. Mi accorsi che stavo sbagliando l’ordine delle lettere: avevo agganciato la “A” alla “N-D”, la “R” alla “E” e la “A” ai vagoni “RE” appena formati, stavo componendo la parola “ANDARE”. Eh già! Che scemo! Il treno va, mica porta il mio nome! Questa è la prova che sono un egocentrico che da per scontato che quel trenino porta il proprio nome…
Da quel giorno sono “andate” tante cose, tante persone, alcune sono andate per il verso giusto, altre sono andate troppo lontano e troppo presto, persino io sono andato via, certo non all’estero, ma abbastanza lontano da sentirmi un alieno quando al banco salumi chiedo del formaggio grattugiato e la commessa risponde “No, mi spiace. Qui non grattugiamo il formaggio, puoi solo comprarlo in busta al banco frigo. Forse sei abituato al sud…”. Ma forse ciò che mi ha ferito in questo banale episodio è che ancora una volta davo per scontato qualcosa, ciò a cui ero abituato, per poi scontrarmi con una realtà diversa, diversa anche nelle piccole cose, a volte lontana anni luce dalla mia casa dove quel trenino mi aspetta, fermo sullo scaffale.
Bel post.. e già, nella vita diamo troppe cose per scontato.
Cose per noi sono così comuni, da non pensare che può esistere un contrario.
Ma quando in un giorno come tanti, un giorno comune, ci scontriamo con una quotidinità differente, ci rimaniamo male, perchè ci rendiamo conto, che il mondo va, come il tuo trenino e non ci aspetta.
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