Abbiamo ricevuto tutti delle molestie. Basta non conformarsi alla massa che diventi subito bersaglio di sfottò gratuito ed insensibile. Solo per il gusto di fare male. Eppure i valori che stanno a capo della nostra cultura sono di quelli che certe nazioni ci invidiano. Obbedienza, carità, tolleranza, attaccamento familiare, fatica. Ma allora perché in una cultura fortemente influenzata da figure come Gesù e San Francesco, ci si ritrova nella pratica a rimproverare frutti marci e si è sempre pronti a condannare la naturale proliferazione di diversità etiche, morali, sessuali, etniche e religiose? Tradurre e tramandare le Sacre Scritture è stata sicuramente un’operazione ardua ed una delle cose più pericolose mai effettuate; la Chiesa (con tutti i suoi attori) dice che la Bibbia, con il suo linguaggio allegorico, condanna i rapporti “maschi con maschi”, ma vogliamo professare la tolleranza, che porterebbe ad una quantità considerevole di pace, o giochiamo ancora al gatto e al topo? Come si può pensare che ci siano state così tante pecore nel corso dei secoli che – fattesi ispirare dalla Parola del Signore – abbiano accettato e quindi partecipato al genocidio di donne ed omosessuali, invocando un rogo, un pestaggio, la clausura in un manicomio, o la semplice esclusione sociale? Si smette di vivere anche se il cuore batte ancora, a fatica, mentre con le orecchie ascolti le maldicenze di una strada che prima percorrevi tranquillamente con quella maschera che andava bene per gli altri e non a te stesso; ma adesso, che hai giustamente gettato via ciò che non eri per manifestarti nel tuo splendore di una vita umana finalmente libera da grezze catene, qualcuno ti dice che non hai fatto la scelta giusta. Bene. Quella persona non sarà il massimo che incontrerai nella tua vita. Ne dovrai essere convinto. Ti condanneranno gli ignoranti e quelli che non hanno saputo esprimere se stessi nella forma più pura. Ma bisogna avere fiducia e ci saranno da qualche parte quelli che rimarranno affascinati da te, al di là del tuo orientamento sessuale.
Perchè sei.
Il difetto di ogni società è quello di avere una memoria a breve termine. E come si fa con i vecchietti, bisogna ripetere le cose alle quali teniamo fortemente milioni di volte, finché non capiscono e verremo capiti senza cadere nell’oblio. Non bisogna abbassare la guardia, né sottovalutare qualsiasi tipo di affermazione denigrante nei confronti del genere umano. Il nazismo e il suo razzismo iniziarono sottovoce, ritenuti pura follia da qualsiasi tedesco. Poi le cose peggiorarono. Bene, non dobbiamo permettere che le offese ci sovrastino, che l’ironia del ministro di turno diventi Legge, che il popolo col cervello si trasformi nel popolino manovrato dallo spettacolo sadico dell’intolleranza.
Vogliamo una legge contro l’omofobia. E se mai venisse promulgata, che non facesse la misera fine della lotta contro l’apologia di fascismo. C’avissi (a niatri) a siccari a’ vucca. Urleremo e sfileremo, mi piacerebbe dire, finché potremo. Altro che cura pastorale, il problema dell’omosessualità deve essere rivisto, ma forse dovremmo aspettare una altro papa.
“Scegliere un’attività sessuale con una persona dello stesso sesso equivale ad annullare il ricco simbolismo e il significato, per non parlare dei fini, del disegno del Creatore a riguardo della realtà sessuale. L’attività omosessuale non esprime un’unione complementare, capace di trasmettere la vita, e pertanto contraddice la vocazione a un’esistenza vissuta in quella forma di auto-donazione che, secondo il Vangelo, è l’essenza stessa della vita cristiana. Ciò non significa che le persone omosessuali non siano spesso generose e non facciano dono di se stesse, ma quando si impegnano in un’attività omosessuale esse rafforzano al loro interno una inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall’autocompiacimento.” (Frammento della Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, approvata da Giovanni Paolo II e firmata dal cardinale Joseph Ratzinger nel 1986.)