Di Eugenia Di Giovanni
Di referendum se ne parla tanto.
Ho visto tanti personaggi su Facebook colorire la loro pagina personale di pubblicità colorate e annuenti.
Perché? Perché raggiungere il quorum di 50+1% è un risultato che non si raggiunge tanto spesso ma, quando le domande sono cruciali come le quattro a cui siamo chiamati a rispondere il prossimo fine settimana, beh… allora c’è speranza.
Ma come le persone con disturbi della personalità, più che pubblicizzare il referendum, ho iniziato a pormi domande diverse da quelle della massa. Non so se siano sensate, se siano utili o logiche, ma me le sono poste e mi piacerebbe lanciare quest’amo, nel caso in cui qualcuno possa trovare spunti di riflessione.
Questione n° 1: Quorum
In una società che invecchia sempre di più, ha senso mantenere un livello del quorum così alto?
Nella società dei famosi baby boomers degli anni ’50/’60, quelli che per motivi sociali dovranno continuare a lavorare oltre i 60/65 anni, quelli che quando saranno vecchi e impossibilitati a muoversi per vecchiaia o altre questioni, continueranno ad appartenere alla popolazione-votante, quelli di cui avremo bisogno per raggiungere il famoso quorum del 50+1%. Non ho i numeri alla mano di questa “onda” ma presumibilmente sarà un gruppo abbastanza folto di gente che giungerà all’anzianità tutta insieme e oltre a creare problemi per la distribuzione delle pensioni, oltre a creare il famoso effetto sandwich o il famoso (??) effetto della coperta troppo corta, creerà anche il problema del quorum.
È possibile auspicare un abbassamento della percentuale del quorum in modo da rendere i referendum possibilità reali di sovranità popolare?
Al momento, nella mia beata ignoranza, mi sembra che i referendum vengano fatti “per sport”, per fare domande marzulliane al popolo laddove la politica sa già cosa e come deve agire.
Trovo, inoltre, fortemente antidemocratica l’idea che tendenzialmente – parlo soprattutto in relazione a questo referendum abrogativo – chi vuole abrogare vada a votare e chi non vuole abrogare rimanga a casa per paura di far raggiungere il quorum. Suona molto: non partecipo alla vita politica perché voglio partecipare e dare la mia opinione, ma per farlo devo non esprimere esplicitamente una mia preferenza.
Non avrebbe più senso che il quorum diventasse di “secondo piano” e si desse alle persone la possibilità, la libertà e la responsabilità di dare il proprio assenso o dissenso, senza pensare che questo possa favorire il risultato opposto? Il criterio dorebbe essere il seguente:
1. votare è un diritto
2. in occasione di un referendum, qualora io sia “dell’altra idea”, per esercitare il mio diritto di dissenso, non devo andare a votare.
Per me è un controsenso. Di contro, in un mondo ideale il funzionamento sarebbe “io esprimo il mio parere e il quorum è solo secondario”, ma in una realtà come quella italiana, de-politicizzata, o meglio dove la politica funziona come le mode, dove i miei pareri personali sembrano doversi adattare al partito per cui simpatizzo e dove la partecipazione dei cittadini alla vita politica attraverso il voto è molto basso, questo banale principio sembra illusorio.
Questione n°2: I quesiti
- Nucleare: il nucleare è obsoleto, il nucleare è pericoloso, il nucleare è brutto e cattivo. Vero. Ma:
-è anche vero che il nostro Paese ha una crescita bloccata da ormai 10 anni;
-è anche vero che il saldo della nostra bilancia commerciale (il rapporto tra export e import) è negativo non perché esportiamo poco (anzi…) ma perché l’energia che usiamo e che compriamo dall’estero azzera i guadagni delle nostre esportazioni;
-è anche vero che sulle nostre bollette energetiche pesano moltissimo le flessioni del petrolio che sino ad ora è la prima fonte di approvvigionamento energetico per l’Italia.
Bisogna dire che esistono le strutture per acquisire energia da fonti pulite e rinnovabili ma ce lo siamo mai chiesto come si smaltiranno tutti questi pannelli quando saranno obsoleti? (ricordo che il silicio e il tellururo di cadmio con cui sono fatte le celle fotovoltaiche sono esauribili e parzialmente riciclabili nonché tossici).
Come mai, se sono così funzionali, non vengono piazzati ovunque? Non rispondetemi che non ci guadagnerebbero i potenti perché è una castroneria enorme.
L’esistenza di progetti come il “conto-energia” è, oltre che un incentivo, anche un sintomo del fatto che queste fonti di energia non “si reggono da sole” ma hanno bisogno di forti incentivi perché i costi dei watt prodotti sono ancora troppo alti per essere affrontati dalla comunità ed è necessario l’intervento dello Stato.
- Acqua: l’acqua è come l’aria, non possiamo pagarla a privati.
Errore. Non si pagherà l’acqua, così come non si paga l’aria, ma gli acquedotti. Infatti, il problema in questione è “la proprietà degli acquedotti”. Come sappiamo, il nostro Paese soffre di un’ emergenza idrica che in certi periodi dell’anno ed in certe zone del Paese diventa veramente intollerabile e questo è dovuto anche e soprattutto al fatto che i nostri acquedotti sono dei colabrodo. Una forma di gruviera ha meno buchi!
“Privatizzazione” appartiene all’insieme semiologico di “liberalizzazione” e quindi, in linea di massima, il principio sotteso è il crollo del monopolio, la costituzione di un rapporto di concorrenza perfetta tra imprese che, attraverso progetti, incrementano l’efficienza dando un prodotto ottimizzato e funzionale (tappando i buchi della gruviera). La paura, così come esiste per il nucleare, che questo finisca nelle mani sbagliate è comprensibile, ma teniamo sempre presente che lo Stato non è capace di garantire sempre efficienza perché ha numerosi altri compiti prioritari (pensiamo agli strascichi dell’IRI: finmeccanica, ansaldo etc).
- Legittimo impedimento: la legge è uguale per tutti. Vero.
Ma credo sia essenziale riuscire a tenere separati gli ambiti: politico, giuridico etc …
Il popolo ha il diritto di giudicare e di scegliere i politici da cui vuole essere rappresentato, osservando sia i comportamenti pubblici sia quelli privati.
Di Silvietto e la sua cricchia abbiamo ampiamente gonfie le scatole ma non possiamo sperare che la giustizia lo (ab)batta. Lui, in qualità di Primo Ministro, dev’essere combattuto e sconfitto sul piano politico, lui come individuo fuori legge deve essere punito dalla macchina della giustizia, ma non possiamo sperare che la giustizia sconfigga il personaggio politico né che la giustizia venga sconfitta dalla politica. Sono piani diversi, sono separati e per quanto difficile bisogna tenerli separati.
E voi che ne pensate?
a parte che nn ho capito cosa c’entrino i disturbi di personalità e le domande che si pongono i soggetti da essi affetti; ho letto con interesse questo tuo articolo e vorrei dire la mia a proposito dei punti 1 e 4 (2 e 3 te li risparmio perchè, bensì abbia una mia posizione a riguardo, devo ancora approfondire le motivazioni che mi porteranno a mettere un si o un no il 12\13 giugno).
punto uno: penso che tu abbia ragione, non a caso su fb si sono anche moltiplicate le iniziative che incitano i fruitori dei social network a portare a votare i nonni!!
come dici tu, granparte della pop italiana è over 55 (voglio essere ottimista e nn mettere over 65), di questi una grossa fetta è formata dagli over 70, età cutoff cui colloco l’interesse per la politica del Paese (scelta assolutamente deliberata), quindi se il quorum non dovesse essere raggiunto forse si potrebbe imputare la colpa a queste categorie. e allora, anche per annullare quell’atteggiamento che fa dire “siccome voterò no, non andrò a votare…perchè niente quorum = vittoria del no” (che poi è un ragionamento totalemente sbagliato in quanto niente voto=niente quorum= la popolazione non si è espressa e lo stato ha bruciato i miliardi che saranno serviti allo svolgimento del referendum), non sarebbe opportuno far ‘vincere’ la risposta con il maggior numero di voti???? io penso che solo in questo modo si potrebbe avere un reale movimento di masse, nonni compresi
(non ho idea se ciò nn sia possibile dal punto di vista istituzionale)
4. il leggittimo impedimento non è antiberlusconi. o meglio lui vuole creare la legge per evitarsi i processi, coloro i quali vogliono annullarla non necessariamente sono contro di lui ma sono contrari all’idea che oggi, o domani, qualsiasi fra le cariche coperte da leggittimo impedimento, potrebbe commettere un reato, anche abominevole, e non essere processato. a me berlusconi fa paura, ma temo di più ciò che non conosco, ciò che deve ancora venire, e non vorrei aver detto: a pensarci prima!
Un altro punto di vista ci sta sempre…
Ciao Eugenia,
quando ho esaminato il tuo articolo prima della sua pubblicazione ho votato (come la maggioranza) in modo favorevole. Sebbene sia in disaccordo con il punto 2, penso che il tuo articolo offra ottimi spunti di riflessione.
1) Hai ragione. Il motivo per cui chi è per il NO non va a votare è quello di sommare ai NO il NON VOTO degli astenuti (che come si sa normalmente sono tanti). Questo meccanismo dal mio punto di vista è sbagliato perchè fa perdere fiducia nella democrazia, raggiungere il quorum è difficile quindi molti non perdono tempo ad andare a votare. Direi che basterebbe portare la percentuale minima per raggiungere il quorum al 40% o al 30% per non assistere più alla vergognosa campagna del “non voto” operata dai politici del no (ad ogni referendum è la stessa pietosa scena).
2) Nucleare. Io non sono totalmente sfavorevole al nucleare. Ci sono più morti a causa dei gas prodotti dalla combustione dei derivati del petrolio che per le atastrofi nucleari. Il nucleare però è molto vincolante. Che io sappia occorrono circa 20 anni dala posa del primo mattone al pareggio dell’investimento. Inoltre in Italia non abbiamo uranio, quindi saremmo comunque dipendenti da un paese africano poco stabile politicamente. Le riserve di uranio, come il petrolio, è destinato ad esaurirsi. Anche se di uranio ce n’è parecchio al mondo, è molto disperso e costoso da estrarre. Le analisi attuali stimano che le quantità estraibili con un costo ragionevole sono bastevoli per 50-200 anni. Inoltre le scorie nucleari non hanno trovato ancora una giusta collocazione e un giusto trattamento (vedi quelle in provincia di novara). Si era già deciso 30 anni fa di non investire nel nucleare. Molte nazioni stanno sostituendo e dismettendo vecchie centrali. Noi perchè dovremmo investire ora a costi più elevati e con prospettive future peggiori?
Acqua. La scelta tra pubblico e privato è una scelta tra sinistra e destra. Groviera è anche la scuola, gli ospedali, etc. Privatizziamo tutto per trovare l’efficienza del mercato libero. Per certi versi sono d’accordo, ma con quale rischi? Meccanismi di privatizzazione portano anche le scuole private a trasformarsi in diplomifici, gli ospedali a effettuare inutili ma ben retribuiti interventi… non so cosa potrebbe portare la privatizzazione dell’acqua. Secondo me ci vorrebbe la giusta via di mezzo.
Legittimo impedimento. Certo che è un quesito antiberlusconi. D’altra parte serve ad abrogare una legge ad personam. Leggi wikipidia alla voce berlusconi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Silvio_Berlusconi
http://it.wikipedia.org/wiki/Procedimenti_giudiziari_a_carico_di_Silvio_Berlusconi
Guarda quante volte non è stato giudicato per un motivo o per un altro. Certo bisognerebbe scindere la lotta politica da quella giudiziaria. Bisognerebbe essere però dei legislatori disinteressati. Guarda un po’ invece quanti interessi ha Berlusconi, dai media al calcio, e quante leggi promulgate dal suo governo influenzano i suoi numerosi interessi. E’ veramente preoccupante, e un uomo così non può fare i miei interessi perchè ne ha troppi propri. Uno di questi è agire politicamente senza essere giudicato per reati anche gravi.
Il mio commento potrebbe intitolarsi “Il quorum visto dall’altra parte della medaglia”.
Tutti a vedere nel quorum un limite che impedirebbe il manifestarsi della volontà popolare, quasi che i padri costituenti l’avessero messo lì per capriccio o,peggio, avessero voluto burlarsi della sovranità popolare con questo limite
Il quorum invece è proprio una salvaguardia democratica.
Checché ne dicano grilli parlanti e vati vari, senza il quorum una minoranza ad esempio potrebbe promuovere un referendum perr abrogare lo statuto dei lavoratori , un referendum cui i media non dessero risonanza, e anche se andasse a votare il dieci per cento degli aventi diritto, basterebbe che i favorevoli all’abrogazione fossero in maggioranza per disfare questa o altre buone leggi.
Per non parlare della genialata di introdurre refererendum propositivi senza quorum, che sarebbe ancora peggio.
Il quorum è una salvaguarda come lo è la Corte Costituzionale.
Se c’è difetto non è nel quorum ma nell’informazione e nel disinteresse di molta gente ed è qui che si deve intervenire, non togliendo una cosa che di per sé è valida e aggiungo necessaria.
hola,
allora, per chiarire…
il riferimento ai disturbi della personalità, probabilmente molto infelice era per indicare il fatto che ho dovuto fare degli sforzi per “vedere l’altra opzione” perchè spesso le cose diventano fonte di idealismi superficiali, a mio avviso, quando invece bisogna sempre tenere ben presente il funzionamento delle cose e poi scegliere consapevolmente. il mio scopo non è per nulla istigare al nucleare o viceversa o per gli altri quesiti…..ma credo che ognuno abbia delle ragioni, delle posizioni e che l’analisi di una risoluzione debba partire da quelle.
Per quanto riguarda il legittimo, ho fatto molta difficoltà a trovare la contro-argomentazione proprio perchè è una cosa che considero folle. Non fosse così ritengo che sia giusto eliminare da ogni tribunale l’insegna “la legge è uguale per tutti”….però il discorso dei “piani” politico e giudiziario secondo me è di vitale importanza e ritengo che un minimo di strumentalizzazione politica NELLA situazone giudiziaria ci sia….
(vedasi costruire un processo sull’idea che ruby si sarebbe costituita parte civile…..impensabile e quindi assolutamente inutile. La cosa mi fa pensare seriamente che non ci siano reali prove di prostituzione, concussione e pedofilia e che sia stata una trovata anti-figura-politica-mister-B. Inoltre sono stati messi in secondo o terzo piano gli altri processi, perchè?? non fanno abbastanza notiza per l’opinione pubblica? Buh!)
Nucleare, sono combattutissima io stessa. In partenza ero per il NO (e quindi il SI) poi ho iniziato a cercare di capire chi erano questi “pazzi” che lo volevano e mi sono resa conto che le loro ragioni ce le hanno e l’idea “si ma c’è il sole” non basta.
Se potessi votare credo che voterei SI ….ma considerate che c’è tutta una parte del nord italia che dice: noi le centrali francesi, svizzere etc le abbiamo comunque vicine se dovesse succedere un disastro ….
e dall’altro lato, se si vota SI…ci si deve IMMEDIATAMENTE buttare nella ricerca per abbassare i costi di produzione di energia da fonti rinnovabili e per immediatamente dico che i CNR di questo paese devono essere sovvenzionati con palate di soldi e devono diventare centri internazionali con le migliori teste del genere per trovare una soluzione low-cost alla produzione di energia. Stiamo rischiando il soffocamento economico per colpa dei costi dell’energia.
ps. ieri guardavo uno speciale di quelli ad orari improponibili tipo le 9 del mattino (vi consiglio agorà) o le 2 del pomeriggio in cui si diceva che la germania ha la possibilità di abbandonare il nucleare perchè ha il carbone, in quantità industriali.
Per l’acqua…io penso all’effetto internet/telefono e quanto la liberalizzazione ha permesso un crollo dei prezzi e una concorrenza PSEUDOleale tra competitors ….
La paura che le cose vadano a finire nelle mani sbagliate è reale e legittima ma è anche vero che lo Stato, nel privatizzare le cose, potrebbe benissimo abbandonare la posizione di proprietario e gestore (che non sa fare) e fare il REGOLATORE (che è il vero ruolo che uno stato dovrebbe avere: vedasi modello tedesco) e quindi controlli etc che permettano una degna e leale concorrenza con un servizio che tocca la perfezione.
Poi ho parlato con una mia amica di Noto e mi ha detto che loro hanno sperimentato l’acqua privatizzata e mi ha detto che è un inferno….e li sono crollate le mie idee di mercato perfetto etc
Per il quorum:
l’idea di base è che i risultati devono essere giocati NEL referendum non nel gioco “io sto dentro io sto fuori”
il problema è che il referendum, visto così, perde la sua valenza istituzionale, secondo me.
Dall’altro lato abbassando il quorum si rischia che pochi decidano per tutti.
E soprattutto secondo me è da non sottovalutare il cambiamento demoGrafico che sta prendendo piede….(forse preoccupazioni inutili?)
Saluti &…grazie al correttore di bozze, sant’uomo/donna e ai commentatori *.*
Ciao a tutti,
mi piace molto questo dibattito per i toni ragionevoli e non schierati, vorrei aggiungere alcune riflessioni in merito.
È vero, come dice Eugenia, che anche tecnologie apparentemente “pulite” possono produrre rifiuti potenzialmente pericolosi (come per quasi tutti i manufatti umani) e che la redditività per il momento è piuttosto bassa, ma l’evoluzione tecnologica (che riuscirà sicuramente a riparare sia al primo che al secondo problema) è tanto più rapida quanto più forte è il mercato. Grazie al progetto della Germania di raggiungere entro il 2050 il 100% del fabbisogno energetico tramite fonti di energia rinnovabile, tra pochi anni verrà drasticamente abbattuto il costo per piccole installazioni ed il mercato potrà finalmente fiorire seriamente anche in Italia (e ricordo che la costruzione di una centrale nuclerare richiede in media una ventina di anni).
La frammentazione della produzione elettrica inoltre produrrà due effetti molto importanti; il primo sarà l’abbattimento dei costi pubblici che gravano SEMPRE sulle mega-opere, il secondo merito sarà quello di abbassare drasticamente la vulnerabilità della rete, eliminando di fatto nodi potenzialmente critici per la stabilità della stessa.
A proposito del nucleare vorrei invece sfatare un luogo comune, spesso citato, che l’Italia ha così bisogno di energia che deve acquistarla dalla vicina Francia, quindi dalle sue centrali atomiche.
Come certamente saprete, le centrali nucleari hanno il grave difetto di non poter essere spente e di produrre sempre lo stesso volume di energia, sia di notte che di giorno. Mentre di giorno l’energia prodotta viene consumata, di notte ci sono dei pericolosi picchi di produzione che la rete elettrica francese fa fatica a sostenere. Deriva da questo motivo l’occasione di acquisto, in orario notturno ed a prezzi davvero stracciati, di energia elettrica francese (occasione colta non soltanto dall’Italia!). La maggior parte di questa energia viene utilizzata dall’Enel per ricaricare le numerosi centrali idroelettriche presenti sulle Alpi, ripompando acqua dai bacini di raccolta posti a valle verso quelli posti a monte.
Per quanto riguarda la privatizzazione dell’acqua la questione è molto più seria di quello che appare a prima vista, ed è un argomento che non riguarda solamente l’Italia. Vi invito caldamente ad informarvi in merito perché il vostro voto al referendum ha un significato molto più profondo di quello che immaginate.
A partire dagli anni 90 FMI ha effettuato una campagna mondiale a favore della privatizzazione delle acque. Potete leggere qui ( http://www.italia.attac.org/spip/spip.php?article617 ) parte della storia, oppure potete leggere l’interessante libro di Vandana Shiva “Le guerre dell’acqua” edito da Feltrinelli. In generale se cliccate su google “privatizzazione acqua” potete trovare migliaia di informazioni in merito.
Un’ultima riflessione….. Eugenia è vero che il raggiungimento del quorum è un grosso ostacolo per il referendum, ma questo ostacolo viene ingigantito quando questa garanzia democratica viene sfruttata nel solito modo “furbetto”, ad esempio ponendo le date di consultazione in un fine settimana che sia il più estivo possibile, magari il primo dopo la chiusura delle scuole.
Ciao Adriano, i nostri padri fondatori certamente avevano l’intenzione di proteggerci con il quorum. Il problema è il malcostume dei nostri politici di sconsigliare ai NO di NON ESERCITARE IL PROPRIO DIRITTO DI VOTO. Se non fosse così il quorum si raggiungerebbe nella maggior parte dei casi e vincerebbe semplicemente il SI o il NO.
Al contrario con il quorum fissato al 50%+1 si avrebbe una situazione di questo tipo:
“Alzi la mano sinistra chi è contro il nucleare: 5 persone hanno alzato la mano sinistra 5 invece no. Vince il nucleare”… scopriremmo però che uno dei NO è sordo, uno non ha le braccia, uno non sa cosa sia il nucleare quindi non ha risposto, uno ha alzato la mano destra anzichè la sinistra… insomma alla fine si rischia di avere nullo un normale 5 contro 1.
Il quorum non va eliminato, ma la percentuale deve scendere in modo tale da non invogliare nessuno dei NO a dire “NON ANDATE A VOTARE”. Basterebbe un quorum del 40% per scoraggiare questo comportamento ed essere tutelati allo stesso momento.
il fabisogno italiano di energia dipende tipo per l’80% dal petrolio che come sappiamo fluttua da morire e con prezzi altissimi. (presumo molto più alti del nucleare francese)
E mi hanno pure riferito che il 20% dell’energia prodotta nelle centrali idroelettriche italiane viene “sprecata” per lo stesso discorso che diceva Laura ossia che non conviene fermare i macchinari, ovviamente nessuno consuma di notte aka viene “dispersa”…
x il quorum ….richiamo quanto detto da Andrea ….la battaglia dev’essere fatta ai seggi, non da chi va e chi non va, dal mettere il referendum in estate etc ….è sbagliato, a mio avviso, il sistema alla base.
Mi piace molto questo articolo che vuole riflettere sui problemi trattati dal referendum al di là degli slogan utilizzati a sostegno dei SI e dei NO.
Credo che il problema di tutti i referendum sia la scarsa informazione delle persone sugli argomenti su cui è chiamata a votare e in queste condizioni un referendum diventa la massima espressione della demagogia popolare.
L’unico modo per smuovere la massa inerte degli italiano sembra proporgli una scelta facile, modello partita di calcio: o stai da una parte o stai dall’altra e dopo, se hai vinto, tutti a festeggiare con il bandierone e chi si è visto si è visto. E il popolo che si espresso senza capire torna a dormire. Il referendum dovrebbe essere un momento di informazione , il messaggio che dovrebbe passare da un referendum è: la materia è complessa e ha bisogno di noi non solo per segnare un foglio di carta ma perchè ne seguiamo e controlliamo gli sviluppi. Il controllo sia statale che fatto dai cittadini (meglio) é fondamentale secondo me.
Come per l’acqua: pubblico o privato che sia, dovremmo chiedere che ogni ente che la gestisca mantenga dei requisiti minimi (riduzioni sprechi, costi ragionevoli etc,) e se questo avesse bisogno di investimenti (di quelli veri che si ripagano nel tempo) lo stato dovrebbe farsi garante del finanziamento e noi dovremmo controllare che non ci mangino su.
Per avere successo (anche se non dovesse raggiungere il quorum) un referendum dovrebbe servire come momento di informazione: perchè le due parti in gioco non preparano un opuscolo informativo comune che spieghi le ragioni del SI e del NO, diffuso obbligatoriamente a tutti agli aventi diritto?
La sparo più grossa: il quorum verrà valutato sul numero di persone che hanno risposto correttamente ad un piccolo test sugli argomenti referendari e sul contesto in cui si inseriscono. In questo modo a decidere sarà gente che non solo ha solo interesse nella faccenda ma anche le capacità di giudizio e argomenti su cui giudicare (+ il tempo per dedicarvisi). Se la proposta vi sembra antidemocratica è soltanto perchè pensate che solo una minoranza esigua si dedicherebbe o avrebbe la possibilità di dedicarsi a questa attività e questo secondo me è il segno che non ci troviamo in una democrazia.
p.s. Non per pignoleria ma per dare un contributo alla informazione prereferendaria:
-Le centrali nucleari non si possono spegnere ma si possono controllare, di notte producono al minino circa 7%. Tutti gli impianti operanti di notte sono in perdita, motivo per cui se possibile vengono spenti o operati al minimo, non fanno differenza l’idroelettrico, che non produce energia a vanvera, ma sfrutta il prezzo vantaggioso di notte per ripompare acqua nei bacini (come ha scritto Laura) che rivenderà durante i due picchi giornalieri a prezzi molto maggiori.
Il prezzo dell’energia prodotta è influenzata dal costo del combustibile e quella del costo dell’impianto. Per il nucleare questo costo è praticamente legato solamente costo di impianto (prezzo alto ma costante nel tempo) ed in generale più energia producono (e vendono) prima rientrano dell’investimento, per impianti a carbone/petrolio/gas la componente costo del combustibile è molto importante e quindi maggiormente legata a fluttuazioni di mercato e eventi geopolitici.
Spero di essere stato utile, notte.