“Rete” è un concetto teorico che definisce un sistema costituito da nodi interconnessi tra loro; ogni nodo ha almeno una connessione ad un altro nodo e potenzialmente ogni nodo può avere infinite connessioni, il numero di connessioni di un nodo non coincide con il suo ordine gerarchico: non è detto che un nodo interconnesso con svariati nodi sia un nodo principale per la rete. Una caratteristica fondamentale delle reti è che generalmente i nodi hanno tutti la stessa importanza e anche qualora ne venisse a mancare uno la rete rimarrebbe connessa grazie all’interconnettività dei nodi. Nelle reti possono esserci dei nodi gerarchicamente più importanti di altri, ma la gerarchia non è un elemento fondamentale della rete.
Il concetto di “rete” si ritrova in svariate discipline, dalle matematiche, alle tecniche, fino alle umanistiche: internet è una rete, quella dei pescatori è una rete, quella dei canali televisivi è una rete, la politica è una rete.
La politica, quando svolta in democrazia, è una rete nella quale ogni cittadino rappresenta un nodo che ha legami, più o meno forti e più o meno formali, con altri nodi e grazie a questa connessione ci si scambia le informazioni, le competenze, ci si organizza e si portano avanti progetti sociali, culturali e politici.
Quando si fa politica, si sta insieme in ambienti comuni e quello che più conta è la collaborazione dei nodi e lo scambio di informazioni, e dove la rete fosse organizzata secondo strutture gerarchiche che coordinano i nodi, è importante ricordare che il nodo, seppur in alto nella scala gerarchica, può essere sostituito senza grosse instabilità dell’intero sistema. Quando la politica è malsana e mancano i principi di democrazia e si incentra tutta sulla gerarchia partitica, non si ha più una rete e ci si ritrova con uno schema limitato dalle sue stesse rigidità.
Già nel 1991, quando la rete di internet in Italia non si sapeva cosa fosse, venne fondato un partito chiamato Il Movimento per la Democrazia – La Rete, detto semplicemente La Rete1. La rete è per sua natura democratica, è partecipativa, e in questo partito si “faceva rete” per un progetto comune.
“Fare rete” è un modo di dire che indica il mettersi insieme, fare lavoro di gruppo, per sopperire alle lacune di uno con le competenze dell’altro vicendevolmente.
Si faceva rete allora con i comitati, con le liste civiche, associazioni, comunicazioni per telefono, fax, posta e articoli di giornale. Era un’era tecnologica completamente diversa da quella di oggi. Prima la comunicazione avveniva con il modello uno-a-molti (uno parlava alla tv, molti ascoltavano), con internet le cose cambiarono e con la creazione delle prime comunità virtuali la rete si spostò su online, dove si poteva usufruire di un canale molti-a-molti in cui tutti potevano comunicare con tutti.
Oggi internet è ancora più sviluppato, spostandosi su dispositivi mobili e con web application (piattaforme per blogging, gestioni di mailing list e newsletter, per la creazione di blog) che permettono di creare contenuti e condividerli senza avere approfondite conoscenze tecniche.
Tra le web application ci sono Facebook, Twitter, Flickr e Youtube (sono solo la cima di un iceberg) detti anche social network, che non significa altro che reti sociali. Su internet si può fare quello che si faceva prima con maggiore comodità e velocità.
Al provocatore Stracquadanio2, che ultimamente ha accusato i lavoratori pubblici di passare le loro ore di lavoro e di vita privata su internet a fare campagna elettorale (a fare rete, direi io) per la sinistra, ci sarebbe da chiedere se non hanno altrettanto nulla da fare o se sono altrettanto di sinistra i militanti della Lega Nord che ascoltano tutto il giorno Radio Padania e intervengono telefonicamente. Anche quella è rete, alla vecchia maniera forse, ma pur sempre un’interconnessione di elementi è.
Le organizzazioni conservatrici, aristocratiche o borghesi non cambia molto, hanno da sempre fatto reti formali, schematiche, organizzate secondo ordini gerarchici, e i maggiori momenti di connessione sono sempre state occasioni formali come cene e congressi.
Barack Obama si dice che abbia vinto soprattutto grazie alla campagna elettorale sul web e al supporto che ogni cittadino (nodo) ha così potuto dare. Che Barack Obama sia stato sostenuto da lavoratori pubblici di sinistra? Proprio quelli a cui Barack congela lo stipendio3? Semplicemente Obama è un democratico e solo chi accetta i principi della democrazia può permettersi di mettersi in gioco in una rete come internet, altrimenti si tratta il web come un vecchio e semplice canale uno-a-molti di cui da tempo siamo stufi.
Il vento è cambiato, i nodi vogliono essere attivi, fuori e dentro internet, ma sempre in rete.
1 Movimento per la Democrazia – La Rete
2 definisco soltanto provocatore una persona che ha celebrato il “metodo Boffo”, che ritiene lecita la prostituzione per fare carriera in politica. Fonte: articolo del 15/06/2011 su La Repubblica.it
3 Usa: Obama propone congelamento stipendi dipendenti pubblici
“solo chi accetta i principi della democrazia può permettersi di mettersi in gioco in una rete come internet” APPUNTO!!
Bellissimo articolo!
anche in psicologia ce la fanno spesso a torrone con la rete (:
speriamo in ste neo-reti sane, va!
P.S.: anche abattoir è una mini-neo-rete positiva *___*
(mi sei piaciuto assaje.)
Bellissimo articolo! Quindi dalla “rete” può rinascere una democrazia più partecipata? Speriamo che non si concluda solo in un gran casino! Alla fine la cosa importante è capire di essere tanti e quindi forti, e non soli contro i poteri forti!
…
L’unico miracolo politico riuscito in questo secolo
e avere fatto in modo che gli schiavi si parlassero
si assomigliassero
perché così faceva comodo per il mercato unico e libero.
Però così succede che gli schiavi si conoscono, si riconoscono
magari poi riconoscendosi
succede che gli schiavi si organizzano
e se si contano allora vincono.
Certo che anche Abattoir è una rete :-)
Francesco la rete è uno strumento, nasce la rete se c’è voglia di farla, come è sempre stato anche ai tempi dei tazebao ;-)