Little Miss: sfruttamento minorile legalizzato

Illustrazione di Andrea Ventura: Piccole donne crescono... e imparano quanto conta la bellezza nel 3° millennio

testo di Alexia Mangano

Quant’è bella giovinezza… ma quant’è bella fanciullezza!
Chi non vorrebbe tornare bambino, per assaporare ancora la spensierata giocosità e la fresca ingenuità di quell’età sospesa tra peluche e caramelle?
Un attimo, questa è storia “antica”, almeno quanto me.

Essere bambini oggi è tutta un’altra musica; usciti dal grembo materno inizia l’inesorabile scalata al successo per raggiungere il quale bisogna attrezzarsi sin da subito, e se si ha la fortuna di nascere “fanciulline”, con i genitori “giusti”, il make up artist giusto e l’hair stylist giusto, la strada è spianata. Almeno così avviene nelle “Americhe”, dove fioccano, in lungo e largo, senza risparmiare neppure la fetta meridionale del vasto continente, scuole, vere e proprie accademie della moda che a suon di quattrini sborsati da lieti genitori, svelano alle promettenti bambine tutti i segreti dello charme che le condurrà sculettanti e vincenti sulle passerelle dei cosiddetti Child Beauty Pageant, concorsi di bellezza per bambine1.
Le little miss partecipanti ai concorsi di bellezza che, come sottolineano sempre gli organizzatori e, badate bene, anche i genitori fanatici delle piccole, aiutano le bambine a relazionarsi con gli altri e ne valutano non solo bellezza ma anche talenti e savoir faire, rientrano in una fascia di età compresa tra i 3 e i 7 anni.
Questo tipo di concorsi nasce negli USA negli anni Sessanta e oggi ne sono organizzati circa cinquecento ai quali partecipano ogni anno migliaia di bambine, costrette dai loro genitori a peregrinare da una manifestazione all’altra, con il miraggio di vincite in denaro o di contratti con riviste fashion per le giovanissime miss.

I genitori hanno sempre riposto grandi speranze nei figli, siamo d’accordo, e tante mamme hanno sperato, da tempi immemori, di vedere realizzarsi, attraverso le proprie pargole, sogni che loro stesse avevano lasciato impolverare dentro l’unico cassetto sfuggito al piumino per spolverare, che pur ovunque arriva, ma in questo caso, si rasenta il paradossale. Siamo davanti ad una forma, non meno grave di altre, di privazione dell’infanzia e sfruttamento minorile camuffato, non punibile per legge perché non paragonabile a un lavoro.
Sotto la luce dei riflettori le bambine appaiono contente, sorridenti, sicure e spavalde, ma dietro le quinte si consumano dei veri piccoli drammi.
Se vi è mai capitato di imbattervi disgraziatamente in uno di quei programmi televisivi, che si sommano all’altra tv spazzatura che ci propinano, o in qualche video su internet nel quale sono mostrate queste burattinate, avete assistito a qualcosa di riprovevole e al tempo stesso angosciante.

Un esempio di mini miss

Un esempio di mini miss imbellettata

Le bambine durante i preparativi per i concorsi sono letteralmente torturate; costrette a svegliarsi a orari per loro proibitivi, a stare ore e ore impomatate e incerate, cotonate e volgarmente agghindate, appesantite da ciglia e denti finti, smalti, maquillage, tacchi alti, extension, abbronzature spray e abiti da sera.
La cosa più sconcertante di queste carnevalate è vedere genitori e truccatori ignorare serenamente occhi tristi e pianti delle bambine -bambole tra le loro mani. Non tralasciamo, oltre a questo tipo di sevizie, il fatto che le bambine, trasformate in donne avvolte in abiti sexy tra kajal e rossetti, possono suscitare gli appetiti luridi dei pedofili e diventare facilmente da questi reperibili.2
Non finisce qui, a completare questo squallido quadro non mancano delle madri imbecilli, per usare un eufemismo, le quali, per rendere ancora più splendenti le loro bambine iniettano, dopo essersele procurate online, dosi di botulino nei visi delle piccole.

Da noi, in Italia, questo tipo di concorsi ancora non esiste, ma non temete arriveranno presto, siamo già sulla buona strada. Infatti, possiamo già vantare dei veri e propri centri estetici, kid’s beauty, dedicati al “benessere “ dei più piccoli, che propongono massaggi, tatuaggi all’acqua, colorazioni per capelli, e le mamme li portano entusiaste.
Aggiungo il mio sgomento nell’ammirare, di recente, in bella mostra sugli scaffali dei negozi per bambini, delle piccole, mostruose scarpe con il tacco destinate al piedino di marmocchiette di tre anni. Orrore!

Sono lontani ormai i miei vetusti tempi, quando il massimo che si concedeva alle bambine, che giocavano a fare le donne, era indossare un vecchio paio di scarpe dismesso della mamma e, con una borsetta in spalla, andare in giro per casa inciampando sui propri passi malfermi dentro le scarpe più lunghe dei piedi.

1Interessante a tal proposito il film ironico del 2006 Little Miss Sunshine che narra le vicende di una bambina e il suo viaggio per partecipare all’omonimo concorso di bellezza per bambine.

2Rimane un mistero il giallo dell’omicidio della piccola miss Jonbenét Ramsey che la notte di natale del ’96 venne barbaramente uccisa dopo essere stata seviziata ed abusata sessualmente. Sebbene la vicenda sia ancora avvolta dal mistero nel 2005 venne ritenuto colpevole e quindi arrestato uno dei maestri della bambina che aveva precedenti penali pedopornografici (fonte Wikipedia).

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