di Lidia Falletta
Nessun luogo è lontano. Fate che il vostro spirito avventuroso vi porti sempre ad andare avanti per scoprire il mondo che vi circonda con le sue stranezze e le sue meraviglie. (Kahlil Gibran)
Ogni volta che viaggi raccogli tinte forti, volti, pensieri e relazioni che mai avresti immaginato. Mentre porti alla bocca una forchettata di Paella, di Cous cous, di Schnitzel, di Sarmale, nuovi sapori, spezie e salse invaderanno il tuo palato, e che ti piacciano o no, sarà difficile dimenticarli.
Quando scatterai una foto e poi a casa la guarderai, proverai sempre le stesse suggestioni e sensazioni che ti hanno attraversato nell’ istante in cui premevi il tastino, e ti sembrerà di sentire ancora quelle voci delle quali non distinguevi le frasi, il vento tra boschi della Transilvania, l’odore del CurryWurst per le strade di Berlino.
Terrai sempre in mano il tuo block notes e ci appunterai tutti i tuoi pensieri, ricordi, facce e frasi che ti hanno fatto ridere o riflettere.
Comprerai cartoline che terrai per sempre per te e che non spedirai mai a nessuno.
Conserverai ogni biglietto della metro, di museo, degli autobus, dei caselli autostradali e li poserai nella scatola dei ricordi che tanto custodisci.
Tutte le volte che ti siederai in museo,non sarà per l’aria condizionata, ma per perderti dentro un quadro di Dali, in una scultura del Canova, nelle ombre di Caravaggio, nei Girasoli di Van Gogh.
Sfoglierai più volte la tua guida delle tappe più visitate dai turisti ma ti ritroverai per paesini, a chiedere informazioni agli abitanti del luogo, che ti mostreranno luoghi più misteriose e ti offriranno un piatto caldo e un bicchiere di vino .
La sera, quando passeggerai, non sarà per i viali affollati delle discoteche di Ibiza, di LLoret de Mar e di Malta, ma per le viuzze della Rambla, per il ponte Carlo, nella piazza degli eroi di Budapest, nelle stradine della Città Vecchia, o semplicemente per Pigalle. E passeggiando per quelle strade, per le quali anche loro passeggiarono spesso durante la loro esistenza, echeggeranno nei tuoi pensieri i versi di Garcia Lorca, i racconti di Kafka, la psicoanalisi di Freud, il periodo blu di Picasso, la pipa di Magritte.
Ti addormenterai negli ostelli e parlerai in “esperanto” con i tuoi nuovi amici di tutto il mondo, vicini di letto, con i quali scambierai il tuo indirizzo mail e le esperienze di viaggio. Mettendoti in spalla il tuo zaino di guarderai ancora indietro cercando di imprimere nella mente il più possibile di ricordi da portare per sempre con te.
Quando prepari una valigia sai sempre di cosa la riempirai ma non sai mai cosa vi troverai dentro al tuo rientro. Ne rimarrai piacevolmente sorpreso perché il mondo è pieno di sorprese, di strade da scoprire, percorsi che dobbiamo fare e situazioni che ancora dobbiamo provare.
Partite tutte le volte che potete e tornate con il vostro bagaglio pieno ( di cultura e di esperienze si intende), e lasciate i souvenir a qualcun altro, voi avete acquisito sicuro di meglio.
Condivido tutto, il valore del viaggio come esperienza che fa crescere, conoscere, e cambiare la propria prospettiva (se fatto con criterio, ovviamente), l’importanza di crearsi dei souvenir con i biglietti della metro, piuttosto che acquistandoli in negozi che decidono per te cosa ricorderai del viaggio, l’incontro con persone lontane da te fisicamente e non solo, lo scambio…
Non vedo l’ora di partire :)
Grazie, Lilli, è bellissimo.
Bel pezzo,
hai descritto ciò che faccio quando faccio un viaggio importante… conservare i biglietti dei musei, cartine, indirizzi, poggia bicchieri… e poi nella cassa panca.
Colpita al centro del mio cuore…e della mia anima viaggiatrice!
Hai perfettamente colto l’essenza del viaggio, ottimo pezzo. Mettendo l’inglese al posto dell’esperanto calza alla perfezione. Aggiungerei anche un diario di bordo che ad ogni viaggio si fa pià ricco e in cui la metà delle cose non le saprei pià leggere in quanto scritte in arabo, georgiano, russo o altri alfabeti a me ignoti.