Di Palermo si può dire tutto: è sporca, fagocitata dalla malavita organizzata e non, piena di tasci1, fucina di futuri ex concorrenti del Grande Fratello, caotica, marmaglia di gente dal DNA contaminato dai nordafricani che le hanno contagiato la lagnusìa. Sì, siamo costretti ad essere sfruttati sul lavoro, a ringraziare con aria di sottomissione chi ci fa il favore di fermarsi agli STOP. Vassalli, valvassori e valvassini. Omertosi e mangiatori di interiora animali di dubbia provenienza. Succhiatori di babbalùci2 da competizione.
Però, cari signori malpensanti, noi abbiamo il sole e il mare. E in estate qui si ha proprio l’illusione di poter vivere solo di quello. Come se fosse in atto una moratoria che ci esonera dal lavoro, dal pagare affitti e bollette. L’Enel ci rallegra con 400 euro da pagare a causa dello smodato uso di ventilatori dei primi anni ’80? E a noi che importa. Ustionati fino al midollo (spinti da un’arcana convinzione che solo i turisti e i neonati abbiano bisogno della crema a fattore 50 di protezione, noi no perché già “semu nivuri”), apriamo la ‘borsa del mare’, scotoliamo la tovaglia trasformando il balcone della ‘signora di sotto’ nel Sahara, stendiamo i costumi (senza sentire necessariamente il bisogno di strizzarli ‘se no si rovinano’) e corriamo sotto la doccia per controllare il fatidico ‘segno del costume’. Se lo stacco tra la chiappa bianca e la schiena è evidente come in una pubblicità della Benetton, allora la soddisfazione raggiunge il picco. In caso contrario, insultiamo la nostra melanina che riteniamo essere ormai scaduta in quanto incapace di adempiere alla funzione assegnatagli dall’organismo in tempi non sospetti.
Magra consolazione di un inverno passato a rincorrere euro fuggitivi è il mare per il palermitano. Più efficace del tocco di una bacchetta magica, il telo mare poggiato sulla battigia spazza via tutto, pensieri funesti, liti, depressione. Il mare e la sua funzione rigeneratrice.
In questa cornice di poesia, di paysage état d’âme, si inseriscono impeccabili personaggi, aedi sgraziati e bbastasi3 di una società decadente, che vive in funzione dell’arrivo della bella stagione. I classici rompicoglioni da spiaggia, insomma. Anche per loro il mare è catartico, generatore di pace e tranquillità. E per sentirsi completamente in armonia con il cosmo hanno l’incauto compito di invadere, distruggere e molestare. Il prezzo della catarsi.
E tu, giovane malcapitato palermitano che vorrai inebriarti della brezza di un mare da cui gli impegni, l’inverno, la bronchite ti hanno tenuto lontano per troppi mesi, preparati ad essere circondato da accampamenti fatti di ombrelloni e teli, mani che ti sventolano sigarette sotto il naso, bambini che corrono allegramente e ti seppelliscono sotto dune di sabbia rovente. Sù picciriddi, ti sentirai ripetere. E nello stesso momento ti augurerai che il mare reclami il loro sangue.
Tuttavia, sgradevoli e inopportune intromissioni nel rapporto carnale tra il palermitano e il mare non riescono ad intaccare quella simbiosi profonda, legame invisibile e immutato nei secoli che fa di essi una sola cosa.
L’uno alleviatore di pene, subdolo fiore di loto che dona l’oblio, e l’altro piccolo essere umano che gli rinnova ogni estate il suo amore offrendo alle acque bottiglie di plastica di bibite varie, bicchieri, cicche di sigarette e sacchetti di plastica.
Uomo libero, sempre tu amerai il mare! Il mare è il tuo specchio; tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima. Il tuo spirito non è abisso meno amaro.
[C. Baudelaire]
1 ominide dotato di totale mancanza di gusto estetico, educazione e padronanza della lingua italiana. Oggi figura associabile al “truzzo”.
2 lumache.
3 maleducati e oltre.
É un articolo stupendo!
Sù picciriddi, ti sentirai ripetere. E nello stesso momento ti augurerai che il mare reclami il loro sangue….. meraviglioso