Ascoltare una storia, una di quelle belle, di lotta e sopravvivenza, di dolore devastante e vittoria o perdita. Un sentimento feroce, devastante ed incredibilmente propositivo, costruttivo e combattivo. Si parla spesso di amore, se ne parla associandolo a diversi aspetti della vita, a diverse situazioni, se ne parla in modo stucchevole, ma ci sono degli amori che, oltre alla dimensione più intima e privata, hanno un valore comunitario, intimità e diritto di essere.
Baci e guerra, carezze e lotta. Tipi di lotta ed affermazione dei propri diritti esemplari, unici: la libertà di innamorarsi di chi si vuole, perché non si fa male a nessuno, perché non vi è un solo buon motivo per vietarlo, perché niente di così naturale ed inevitabile può essere proibito.
Giugno 1969, Stonewall Inn, la comunità gay del Greenwich Village, insorge contro la polizia di New York per la chiusura di un locale gay, chiuso non perché vi fossero i topi, non perché le norme di sicurezza non venissero rispettate, no. Non era una questione di ufficio di igiene, era una questione di gusti sessuali, agli uomini devono piacere le donne, alle donne gli uomini. L’indignazione invase le strade, il diritto di provare attrazione ed amore verso chi si vuole, perché non fa male a nessuno, perché non è necessario chiudere gli occhi davanti ad un bacio tra due uomini o tra due donne, perchè è la cosa più naturale e spontanea che ci possa essere, un bacio. Un bacio che divenne lotta e resistenza per tre giorni tra le strade di New York. Simbolo di una battaglia nuova non solo di identità, ma di libera espressione della propria sessualità. Donne ed uomini, perfettamente uomini e potenzialmente attratti da donne o da uomini, perfettamente donne e potenzialmente attratte da uomini, ma anche da altre donne. Semplice, chiaro, da guardare perché non c’è niente che scandalizzi, perché non c’è niente di orripilante.
Scendono in piazza, resistono per i loro diritti, che poi sono i diritti di tutti, lottano per tutti in quella manifestazione che in seguito darà vita alla Gay Pride Parade.
Mi sarebbe piaciuto poter leggere in un libro di scuola, di lotte come questa, di poter studiare tutte le forme di battaglia condotte per l’affermazione dei propri diritti. Nei nostri libri di scuola non si accenna a nulla di tutto ciò. Cancellata dalla memoria collettiva, ma perché? Cosa spaventa tanto di questo tipo di manifestazione, di lotta, perché non può essere mostrata e studiata come esempio di affermazione dei propri diritti, di lotta per la propria identità.
Ma in realtà non da tutte le parti del mondo è così, ad esempio in California è stata votata una legge che impone nei programmi scolastici capitoli dedicati a personaggi e a lotte gay, lesbo e transgender. Mentre in Inghilterra questa legge esisteva già, un’educazione completa e priva di censure.
L’unica via per evitare stupide discriminazioni deve passare attraverso la conoscenza, l’ignoranza ci rende facili prede della discriminazione, della paura. L’educazione sessuale, la storia, la biologia: attraverso la scuola si possono liberare intere società da fobie che si fondano sul nulla, ridicole e prive di logica proprio perché affondano nell’assoluta ignoranza e irrazionalità.
Programmi di educazione sessuale in cui si parla non solo dell’atto meccanico e biologico, ma della sessualità e quindi di cosa significhi essere etero, gay, lesbo e trasgender, senza che si crei un caso, uno scandalo, si parla della sessualità, è così, non c’è niente di strano o innaturale, niente da rifiutare. Bisogna solo educare, la chiave di tutto è l’educazione. Ma sui banchi di scuola italiani la faccenda è ben diversa, non c’è riconoscimento né legittimità, ma non solo degli orientamenti sessuali che vanno l’oltre le preferenze etero, vi è un rifiuto totale della sessualità, nelle scuole italiane non vi educazione sessuale, non vi educazione alla sessualità, non vi è altro che riproduzione, libri di biologia su cui si vedono apparati sessuali sezionati, mortificati nella loro essere privi di qualsiasi significato. Tagliati a metà e svuotati.
Immaginate se i ragazzi nell’età della pubertà, leggessero sui libri di scuola, che una donna o un uomo, con tutto biologicamente a posto, senza deficit o altro, possono provare un’attrazione sessuale nei confronti di persone dello stesso sesso. Sarebbe una legittimazione dell’attrazione sessuale, qualunque essa sia.
Desiderio, omosessualità e contraccezione, sono negati, sono riservati alle discussioni nascoste, sono riservate alle ricerche private su internet, come se vi fosse qualcosa di sbagliato in questi tre elementi. Immaginate un sistema in cui a partire dalle famiglie, per arrivare fino alle scuole i ragazzi in età adolescenziale possano trovare informazioni riguardo alla sessualità, trattata in tutti i suoi aspetti, dai sentimenti alla prevenzione. Sarebbe sicuramente un modo migliore di far crescere ragazzi e ragazze in modo sano, privi di omofobia, di incertezze, si eviterebbero diversi errori legati spesso alla paura di dover affrontare l’argomento.
Fare queste considerazioni e rapportarsi alla realtà del nostro Paese è sconfortante, certe cose appaiono scontate, semplici, ma così non è, siamo nella trappola del tabù, e il prezzo da pagare è incredibilmente alto.