Nel suo ultimo album “Il sogno eretico”, Caparezza rispolvera le storie di alcuni personaggi che segnano la fine del Medioevo con la loro ribellione al potere della Chiesa, facendolo in nome di Dio.
Galileo Galilei che a distanza di secoli ci mostra un dito, quello più irriverente per ricordare a tutti come ha fregato il tribunale del Sant’Uffizio, facendo un passo avanti per la ricerca libera e sperimentale.
Galileo però si trovava la strada spianata da almeno un secolo di eretici bruciati prima della sua nascita, quegli eretici “famosi” ma ormai dimenticati dalla stragrande maggioranza come Giovanna D’Arco, Savonarola e Giordano Bruno.
Giovanna D’Arco, una donna coraggiosa, che aveva guidato, in nome di Dio, eserciti di uomini francesi contro l’Inghilterra, ma fu tradita dai francesi stessi e venduta ai nemici.
Savonarola, che fu impiccato e bruciato in quanto eretico e pronto ad uno scisma, perché contrario ad una Chiesa che aveva perso la sua missione di redimere gli uomini e condurli verso una vita virtuosa, ma come sappiamo tutti il medioevo è famoso per essere il periodo del nepotismo e delle indulgenze a pagamento.
Savonarola si ribellava alla corruzione della Chiesa e attirava a sé tanti fedeli che avevano capito le ragioni del suo dissenso, formando un piccolo esercito, come si direbbe oggi, fondamentalista, che faceva le ronde e puniva i peccatori. Tali fedeli a Savonarola erano Piagnoni, e questo era il vero motivo dell’accusa del frate.
Giovanna D’Arco nel tempo è diventata l’immagine dell’eroina francese, mentre Savonarola con i suoi Piagnoni verranno ricordati come bigotti fondamentalisti, Giordano Bruno invece incarna la figura dell’eretico per eccellenza.
Bruno, frate domenicano contemporaneo di Galileo, veniva condannato solo e soltanto per le sue idee e non per eserciti di fedeli che poteva comandare. Giordano Bruno amava la conoscenza al di là dei dogmi e studiava le scienze e le sue magie e le difendeva con passione.
Bruno dubitava della Trinità, credeva nella pluralità dei mondi e che Dio fosse presente in ogni cosa (panteismo), credeva che la filosofia (la scienza in generale veniva chiamata così) e le sue magie fossero dei doni del Signore e conoscerli era dovere di ogni uomo di fede e l’onnipotenza divina non poteva essere limitata a questo solo mondo, ma nulla avrebbe potuto impedire che Dio creasse più mondi e che si manifestasse in ogni cosa terrena.
Caparezza quindi prova a fare resuscitare nella nostra memoria questi personaggi che, ispirati da un ideale, combattevano senza indugio alcuno per difenderlo e forse per farci notare come ancora oggi chi afferma tesi contro il potere viene messo alla gogna senza leale processo, condannato come eretico.
Uno dei miei pezzi preferiti…