Della coda e delle orecchie: quando avere la coda è un lusso

Molti, molti secoli fa, l’uomo era un po’ come Goku: aveva una coda lunga e pulciosetta che egli amava e che gli era utilissima finché la sua vita si svolgeva sugli alberi. Qualche era dopo, quando le foreste lasciarono il posto all’erba alta, i nostri antenati iniziarono a camminare in posizione eretta, la coda divenne non funzionale al movimento (forse si impigliava tra le fronde delle fratte!) e la selezione naturale favorì gli individui che per mutazioni genetiche ne erano privi. Fu così che la nostra coda scomparve.

L’homo, dunque, ha perduto la sua coda con i suoi porci comodi, per effetto di un migliore adattamento al suo ambiente; non perché un essere gerarchicamente superiore gliel’ha tagliuzzata dopo avergli dato una bottarella in testa per addormentarlo per un po’.
Questo lusso, purtroppo, è concesso solo alle specie evolute come l’homo sapiens sapiens.
Difatti, nel “nuovo mondo” caratterizzato dal comandamento del “bello e funzionale”, solo l’uomo ha il privilegio di affettarsi come vuole a seguito di una libera scelta. Le altre specie – ahimé! – sono invece delle povere disgraziate, costrette a subire omicidi, mutilazioni, succhiamenti anomali di mammelle, sterilizzazioni, tagliuzzamenti vari privi di qualunque valore medico… Voi qui forse immaginerete pesci infilzati mentre ancora si muovono, vitelle uccise senza anestesia o succhiate fino allo sfinimento da una macchina-da-latte, galline e oche dal becco mozzato, etc.

Ma la questione riguarda da vicino anche il cosiddetto migliore amico dell’uomo: il canide.
Voi direste: “beh, io al mio migliore amico non lo farei mai!”
Ebbene, lui (il canide) non lo farebbe mai, ma l’uomo è un essere superiore e privilegiato anche in questo: lui al suo migliore amico fa di tutto; gli infila degli striminziti cappottini, lo veste di fiocchi, lo nutre di schifezze, non si documenta sul suo linguaggio e sulle sue problematiche, lo tiene in balcone a dicembre (= all’aggigghio) o dentro una macchina a soffocare con 57°, lo picchia, lo abbandona e lo mutila affinché sia funzionale ai suoi irrinunciabili scopi di vita.
È ad esempio uso e costume della sacra specie sapiens mozzare l’inutile codino e spesso anche le inutili orecchiette che la natura maligna non ha ancora estirpato agli stupidi canidi, secondo la prospettiva che “un Dobermann con orecchie e coda non tagliate è inguardabile!”, o che “i cani da caccia possono incastrarsi la coda da qualche parte e farsi male, quindi meglio tagliarla per il loro bene! Inoltre, spesso sbattono le orecchie, provocandosi brutti otoematomi, quindi meglio mozzarle, e sempre per il loro bene!”.

Parliamoci chiaro: siamo delle merde.
Le motivazioni ancora oggi addotte in favore delle amputazioni sono solo falsità frutto della strumentalizzazione dell’animale da parte dell’uomo, finalizzata a raggiungere i propri scopi estetici e a gratificare certe lobby (come quelle delle armi e quelle della ricca mafiosità/nobiltà avvezza alle competizioni canine e alla caccia) (F. Carrani).
Infatti, il motivo storico dell’amputazione dell’orecchio è che il cane era (ed è) spesso utilizzato come animale da combattimento su cui scommettere; in quanto tale, egli non deve avere punti deboli e un orecchio svolazzante lo è (è facile bersaglio di un morso e si lacera con facilità), quindi zac zac!
Similmente, un cane con la coda può muovere i cespugli e quindi rendersi visibile all’animale che il cacciatore sta puntando e mandargli tutto in fuffa (non sia mai!).
Inoltre, è noto che spesso i cagnolotti posseduti da teneri e ricchi padroncini che anelano a vincere delle gare, a tronfiarsi e a intascare soldi per la loro ipotetica bravura ad avere acquistato “il giusto cane” debbono partecipare a delle gare di bellezza in cui i favoriti a diventare miss e mister Bau sono gli animaletti “amputati”… nonostante questa pratica sia ormai illegale e sia perseguibile per legge!
Per rendere il quadro più completo, oggi si vedono spessissimo anche cani da passeggio e da appartamento con coda e orecchie mozzate per uno stupido motivo culturale di tradizione, di apparenza e di conformità a standard estetici canini inventati indovinate da chi? Ma dalla specie più evoluta al mondo: l’uomo!

In teoria, la Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia vieta il taglio della coda, come tutti “gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi”. Si tratta infatti di interventi tutt’altro che indolori: causano molta sofferenza e afflizione ai cuccioli e possono anche compromettere il loro processo di socializzazione e la loro sopravvivenza (qualche soggetto spesso muore per via dell’anestesia); causano danni collaterali, quali incontinenza, ernia perineale e disfunzioni di equilibrio e agilità, poiché la coda è un bilanciere fondamentale per le corrette andature del cane (la “caratteristica” andatura del boxer o il galoppo del dobermann sono in realtà assolutamente innaturali!); inoltre, possono essere causa di alterazioni del comportamento del cane, poiché lo privano di mezzi importanti di espressione delle emozioni. Infatti, anche un bambino che va all’asilo sa che i cani, essendo incapaci di parlare, si esprimono e comunicano con la coda; dunque, amputare la coda a una cane è come togliere le corde vocali a vostro padre!

Beh, stupisce che la specie sapiens sapiens non si sia ancora resa conto che se il subordinato cane, a differenza di noi, ha preservato la coda durante l’evoluzione è perché a lui serve, no?
No. L’ominide si ritiene più intelligente di Madre Natura animale e oggi decide lui cos’è giusto e naturale per il suo migliorissimo amichetto a 4 zampe e quanto egli debba soffrire per rendere felice il suo padroncino. Così, ogni passeggiata per strada si traduce, tra le altre cose, nella triste visione di moncherini di coda che faticano a muoversi per indicare gioia, rabbia, tristezza, paura.
Ma siamo saggissimi e superiori a tutto noi uomini e continuiamo imperterriti a recidere, accorciare, affettare, tagliuzzare, eliminare, mozzare, radere, ridurre, segare, sminuzzare, tranciare a piacimento.

Se l’uomo taglia un pezzo d’orecchio ad un altro uomo contro la sua volontà viene chiamato criminale, se però lo fa ad un cane, sicuramente mai consenziente, allora viene fatto passare come un benefattore della razza (F. Carrani).

P.S.: Secondo la logica dell’affettamento funzionale, sarebbe naturale proporre ai cacciatori di accecarsi un occhio per il loro bene, così sarebbero facilitati nel prendere la mira. Avviamo le petizioni per la proposta di legge?

5 thoughts on “Della coda e delle orecchie: quando avere la coda è un lusso

  1. Altra motivazione idiota è:
    “Se il cane da guardia scodinzola, o abbassa le orecchie si capisce che non è aggressivo ed il ladro entra” … avete mai visto un cane senza coda in festa? Muove il “mozzicone” di coda e sculetta un po’, muove il muso come se masticasse chewing gum… insomma il linguaggio “non verbale” del cane si esprime lo stesso.

  2. 1 commisione europea x gli animali ,, e dove cz e x la bestialita delle macellazioone islamiche
    Dove cz e x le macellazioni di agnelli e dove cz e x le torture sugli animali x sperimentazioni ????
    No il problema x questi parrucconi e il taglio di un codino mediante elastico (ricordo ai poco attenti che il cordone umbellicare viene reciso in natura morsi
    E una piccola operazione sotto visione di veterinario e soprattuto sotto
    anestesia totale!! Ai bigol vengono fatte torture pazzesche ma la signora turco sua e la demente legge
    E la stessa che ha permesso la macellazione x riti religiosi fatevi una domanda!!!

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