Qualche mese fa, se ricordate, Palermo Indignata aveva proposto ai cittadini di “donare” qualche centesimo per il Comune di Palermo, che versa in condizioni più che disastrose. [Qualora la vostra memoria fosse intasata dal troppo cibo ingurgitato durante queste feste, potete rinfrescarvi la memoria qui.]
Infatti, il nostro povero e sventurato Comune non può permettersi tante cose, mischinello1, e non voglio essere ripetitiva e rigirare il coltello nella piaga (anche se se lo meriterebbe).
La raccolta era sembrata un buon modo per dialogare con i palermitani e scoprire cosa pensano dell’andazzo che da decenni ormai caratterizza la nostra beneamata città, tanto che i ragazzi di Palermo Indignata hanno pensato di racimolare qualche centesimo in più nei giorni antecedenti il Natale e parallelamente informare i cittadini sulle loro attività che ormai sono abbastanza numerose e raccogliere al contempo proposte.
La raccolta è stato un successone. I palermitani hanno donato i loro spiccioli e si sono interessati a quanto i ragazzi di Palermo Indignata avevano da dire.
La cifra raggiunta in totale è stata di circa 15 euro (si sottolinea che ai passanti veniva richiesto di devolvere non più di 5 centesimi, dal momento i tempi sono quelli che sono ma soprattutto perché si trattava di una raccolta fondi simbolica).
Una volta raccolti i fondi, il problema era consegare il regalo al Comune.
Voi direte, beh, facile si va al Comune e si porta al regalo, tanto si sa, a caval donato non si guarda in bocca.
E invece no. Niente di più sbagliato. La consegna del pacco dono si è rivelato più ardua del previsto.
Una prima volta, a Palazzo delle Aquile, nessuno li ha ricevuti, pare che fossero tutti occupati, ma si vocifera che quel giorno il Palazzo fosse deserto, persino le aquile erano andate al bar a prendere un caffè (senza cornetto, ché bisogna risparmiare).
Poveri ragazzi di Palermo Indignata! Nonostante si fossero presentati con tanto di cappellino da Babbo Natale, il dono questa volta non è riuscito ad arrivare a destinazione.
Ma Palermo Indignata non demorde.
Tre rappresentanti del movimento, infatti, ci hanno riprovato: hanno aguzzato l’ingegno e hanno “scoperto” che il 22 dicembre si sarebbe tenuto un consiglio comunale. Si sono piazzati dunque una seconda volta davanti il Palazzo delle Aquile, pensando che qualcuno avrebbe dedicato loro qualche minuto e li avrebbe aiutati a portare dentro il pacco (in fondo sotto Natale si è tutti un po’ più buoni e disponibili).
Ma, c’è sempre un “ma”.
Ovviamente, manco a dirlo, i “babbi indignati” non li hanno lasciati entrare (a maggior ragione, visto che portavano in dono un pacco potenzialmente “sospetto”); tuttavia è stato suggerito loro tentare a contattare (dicesi “abbordare”) qualche consigliere comunale al passaggio.
Quel giorno – raccontano i ragazzi – in consiglio si saranno discusse importantissime questioni e i consiglieri sembravano molto indaffarati (sono stati avvistati diversi panettoni e bottiglie di spumante). Ma chiudiamola pure questa parentesi, ché poi sembra che siamo qui solo a lamentarci, in fondo è Natale pure per loro che si battono giorno dopo giorno per il benessere della nostra città. Mostriamo loro un po’ di riconoscenza.
Alcuni consiglieri dell’opposizione (furbi, loro) hanno consigliato ai poveri babbi indignati, oramai infreddoliti e prossimi al congelamento, viste le condizioni meteorologiche di quei giorni, di rivolgersi a un assessore di cui non vogliamo fare il nome, che era (a quanto pare) l’unico rappresentante dell’amministrazione presente quel giorno in consiglio comunale (sottolineando, fra l’altro, che era una persona gioviale, che sta allo scherzo). Non chiedetevi dove fossero tutti gli altri, ci sono cose che a noi umani non è dato sapere.
Mentre andava via, i ragazzi di Palermo Indignata sono riusciti a intercettare l’assessore al volo, che assai “giovialmente” li ha rimbalzati con la maestria di giocoliere, consigliando loro di rivolgersi ai consiglieri comunali, visto che lui “non rappresentava niente” (cosa volesse dire è ancora un arcano e la Sibilla ci sta lavorando, non temete). Li ha abbandonati lì, ma non senza regalare loro una chicca: “Ora scusate, che devo andare a lavorare, IO”.
E meno male che stava allo scherzo, se fosse stato scontroso cosa avrebbe fatto? Avrebbe ordinato ai poliziotti di sparargli alle spalle?
In buona sostanza, i ragazzi di Palermo Indignata hanno trascorso ore al freddo e alla pioggia senza concludere nulla, perché, ancora una volta, l’amministrazione e i suoi rappresentanti si sono rivelati sordi a quanto i cittadini hanno da dire.
Purtroppo il non instaurarsi di un dialogo sta portando la città al collasso, una città che secolo dopo secolo ha vissuto culture diverse che le hanno donato testimonianze che poche città al mondo possiedono, un patrimonio culturale inestimabile che rischia di cadere nell’oblio e nell’incuria, sommerso dal pattume e dal menefreghismo.
È vero, a breve ci saranno le amministrative. Qualcosa cambiera? Non ci resta che “studiare” il programma politico di ogni candidato e capire chi di loro è il più sincero e capace, insieme agli uomini di cui si attornierà, di riuscire nell’impresa di risollevare Palermo dallo sfacelo immane in cui è sprofondata negli ultimi anni “grazie” alla corrente (non)amministrazione.
Noi ci speriamo. Speriamo anche che i cittadini votino chi davvero reputino in grado di assolvere questo compito e non chi ha fatto loro (false) promesse di fantomatici posti di lavoro in fantomatici quanto improbabili assessorati creati ad hoc per accontentare chi li ha portati fin lì.
Ce la faremo? Riusciremo a scegliere in maniera responsabile il meglio per la nostra città mettendo da parte i personalismi in nome di una speranza?
Staremo a vedere.
1 In dialetto siciliano equivale a “poveretto”.