Finalmente prendete la decisione di lasciare il vostro nido. Basta. Dopo un’adolescenza e post-adolescenza passata a casa di mammina, decidete che è arrivata l’ora. Prima c’è la fase della ricerca. In alcuni casi la cosa si risolve andando a vivere in un appartamento in condivisione con alcuni amici o con perfetti estranei. In altri, decidete – dopo anni a dividere il bagno con vostro fratello o vostra sorella che perde tempo ad allisciarsi fino all’ultimo pelo e vi lascia ad aspettare fuori dalla porta quando avete una fretta del diavolo e siete in ritardo per un appuntamento di lavoro o con il vostro fidanzato o per andare all’aeroporto o che ne so (tengo a precisare che non è il mio caso fortunatamente, ma parlo per sentito dire) – che gli unici inquilini della vostra nuova dimora sarete voi, voi stessi e voi altri. Stop. Bene.
Una volta trovata la casa, a meno che non sia già completa di mobili (ma anche in questo caso qualcosa da comprare c’è sempre), dovrete imbarcarvi nell’impresa di arredarla. Sinceramente, mi viene il freddo solo a pensarci. Sì, perché sono reduce proprio da questa operazione. La spesa più rilevante è senza dubbio la cucina. Per una come me che ama cucinare (e mangiare), la cucina è molto importante, quindi ho deciso di non risparmiare troppo. Ovviamente ho richiesto preventivi su preventivi, mi sono iscritta a mille forum di arredamento, ho spulciato tutte le opinioni presenti sul web e ho scelto quella che secondo le mie possibilità e i miei standard potesse andar bene.
Ok. E tutto il resto? Beh, per tutto il resto c’è Ikea (per fortuna da un annetto un centro è stato aperto anche a Catania).
E fin qui nulla di speciale. Sicuramente il colosso svedese è un grande aiuto per i giovani che decidono di metter su casa, per le famiglie che non vogliono spendere l’ira di dio e per soluzioni temporanee. Insomma, non c’è che dire: Ikea oramai è in tutte le case del mondo. E anche nella mia. Però… Però l’arredamento Ikea è sicuramente anonimo, visto e rivisto. Questo è innegabile. Inoltre, ci sono spazi che Ikea non può arredare. E parlo di nicchie, sotto tetti o vani con misure non standard, ecc. In questi casi ad ogni modo basta aguzzare l’ingegno e cercare di risolvere il problema.
Vi faccio un esempio gentilmente offerto dalla mia recentissima esperienza (attualmente è in corso, per la verità): avevo uno spazio dentro cui ho subito pensato di realizzare un armadio a muro. Richiedo due-tre preventivi a dei falegnami della città. Si trattava di fare due ante a battente non particolarmente grandi e allestire l’interno. Primo preventivo: 1.100 euro (e vabbé che era laccato a poro aperto), un altro artigiano mi offrì di realizzarlo con 800 e un altro ancora 700 (dopo varie trattative). Decido che no, è troppo caro per le mie tasche e soprattutto perché ci sono troppe spese da sostenere quando si comincia a vivere in un posto nuovo. Accantono per il momento rassegnata e un po’ dispiaciuta l’idea di fare questo benedetto armadio a muro. Se non che, il mio ingegnosissimo e instancabile zito (fidanzato in siciliano) mi propone una soluzione: lui fa la struttura interna e compriamo le ante da Ikea. Scelgo così le mie bellissime ante in vetro bianco per circa 170 euro a cui sono stati aggiunti circa 40 euro di materiale per attrezzare e rifinire l’esterno, più altri attrezzi per tagliare il legno e fare un lavoro pulito. Insomma, ho ottenuto un favoloso e solidissimo armadio a muro con poco più di 200 euro. Vi pare poco?
Stessa sorte per la mia attrezzatissima cabina armadio, modificata ad hoc per i tetti spioventi. Un risparmio del 70% con uno sfruttamento degli spazi portato al massimo.
L’idea è venuta navigando su Internet. Abbiamo scovato un sito molto interessante per chi volesse prendere spunti per l’arredamento della propria tana senza voler spendere un capitale e senza allo stesso tempo voler essere “seriale”: parlo del blog Ikea Hackers, che propone idee per adattare i mobili Ikea alle proprie esigenze o per dargli usi quanto mai improbabili. Provare per credere.
Guardate qui che cosa può diventare un semplicissimo ed economicissimo tavolino Lack.
Ovviamente ognuno può condividere il proprio hackeraggio illustrando i vari step del montaggio e allegando le foto (lo farò anche io).
Mobili capovolti usati come fioriere, tavolini appesi che diventano cornici per delle tele, bastoni appendiabiti che si trasformano in comodissimi porta-bici da garage o in supporto per schermo piatto. Insomma, date spazio alla fantasia e alla vostra creatività o più semplicemente lasciatevi ispirare dalle follie e dai lampi di genio di altri IkeaHackers! Buon lavoro!
La necessita aguzza l’ingegno :)
E’ proprio vero! Poi diciamo che ad A. piace aguzzare l’ingegno. :)
Figo!