Tante volte sulle pagine di questo blog abbiamo fatto passare il concetto che noi siamo contro lo spreco, il consumismo fine a se stesso e l’inquinamento. Beh, due studenti universitari appassionati di ecologia e interessati a condividere le loro conoscenze in ambito di riciclo hanno fondato a Genova nel 2007 IoRicreo, un’associazione il cui “obiettivo è promuovere ed incentivare la cultura del riuso creativo con cui ognuno di noi con piccoli gesti può ridurre il proprio impatto ambientale e contribuire a risparmiare risorse preziose”. E da un’idea nasce il sito che oggi è un vero e proprio punto di riferimento per chi desidera realizzare oggetti e complementi di arredo a partire da materiali di scarto.
Come il nostro Abattoir, l’associazione si propone di far circolare le idee: lo fa attraverso il proprio sito www.ioricreo.org diffondendole, accogliendone sempre di nuove suggerite anche dagli stessi utenti, mettendo in pratica collaborazione aperta biunivoca. Come noi, sono aperti alla collaborazione di tutte quelle persone che condividono gli stessi ideali: artisti del riuso, addetti ai lavori del mondo dell’upcycle, gente comune dotata di creatività, perché sono convinti che non bisogna possedere competenze specifiche per cambiare le cose con “piccoli gesti”, ma è sufficiente volerlo.
L’associazione realizza laboratori di riciclo e riuso per adulti e bambini, nelle scuole, durante eventi e fiere. Si occupa di progettazione e realizzazione di complementi di arredo a partire da materiali di scarto. Pensate che hanno realizzato e allestito stand ecocompatibili ed ecosostenibili per fiere e mostre quali Doityourtrash, per l’evento So Critical So Fashion 2011 organizzato da Terre di Mezzo in occasione della settimana della moda di Milano, per l’inaugurazione di Palazzo Verde a Genova. Un’iniziativa ancora più singolare e con una grande valenza sociale è quella promossa insieme alla Comunità di San Benedetto al Porto di Don Andrea “Un tetto per Natale” con l’obiettivo di rispondere all’emergenza freddo fornendo ai senza tetto strutture abitative modulari realizzate in cartone riciclato. Il sito è ricco di idee creative per dare nuova linfa alle cose che si possiedono già: la parola d’ordine quindi è recuperare, riutilizzare e ricavare oggetti di uso comune da materiale di scarto, altrimenti destinati a finire nella pattumiera.
Il sito è organizzato per argomenti: plastica, carta e cartone, vetro e lattine, elettronica, varie e umido. Quindi in base al materiale dell’oggetto che volete recuperare vi sarà facile trovare nuove idee. Un esempio: per tutti è arrivato prima o poi il momento di dire addio alla nostra vecchia tv con il tubo catodico e sul sito ti spiegano come ottenere un cucchiaino a partire dall’antenna di alluminio oppure trasformare un vecchio telefonino in un termometro.
Insomma, se fate un giro sul sito di idee ne troverete a bizzeffe! Quindi, spazio alla creatività e abbasso il consumismo!
Fonte principale: www.ioricreo.org
Interessante, però gli esempi che hai riportato sono secondo me i peggiori. Ricicli un vecchio LCD (ok), però devi fare microsaldature e comprare un bel po’ di componenti, per probabilmente ottenere con molto sforzo un termometro peggiore e più costoso di uno nuovo. Ok riciclare, però non bisogna essere dei magli dei circuiti stampati… Poi il cucchiaino insomma… per 50 centesimi (e forse meno) di cucchiaino vai a realizzare un cucchiaino in alluminio, molto ruvido, e quindi poco igienico, e poco rigido (quelli normali sono di acciaio e già si piegano facilmente).
Un utente medio non si metterà mai a fare queste cose! Nel sito poi ci sono tante fetecchie (per esempio il porta oggetti con il cartone porta uovo è orrendo!) e qualcosa di carino e fattibile.
A me veramente hanno colpito perché mai avrei pensato poter riciclare degli apparecchi elettronici. Penso che sia anche per “passarsi il tempo”, il cucchiaino lo puoi usare sempre come porta chiavi o suppellettile… mica per forza lo devi usare per mangiare!! :)
Io pure non avrei mai pensato di poter riciclare degli apparecchi elettronici separando ciascun circuito per creare qualcosa di complesso da saldare… e penso che per “passarsi il tempo” potrei fare altro… e che continuerò (purtroppo) a non poter riciclare questo tipo di cose…
A parte lo scherzo, ci sono cose che con un po’ di fai da te puoi riciclare (es. il motorino di una macchinina telecomandata lo puoi usare per far girare un mulino nel presepe…) però non devi avere le competenze di un perito elettronico e avere strumenti di saldatura di precisione… ci sono tanti siti che parlano di schemi elettrici e di come realizzare le cose… però solo una percentuale inferiore all’1% della popolazione può realizzarli.
La parte elettronica più che di riciclo la definirei di assemblaggio creativo…
cannibbalizzare pezzi di apparecchiature rotte per costruire qualcosa o per riparare altre apparecchiature è una tradizione degli smanettoni. purtroppo questa pratica, che ha raggiunto il suo massimo in italia intorno agli anni ’80, sta sparendo… sia per colpa dell’avvento della microelettronica (cose difficilissime da dissaldare senza apparecchiature apposite, difficilissime da riutilizzare o troppo complesse perché quasi sempre dotate di software) sia per l’avvento dell’informatica.
L’elettronica moderna non si ripara, si butta e ricompra.
Anche quando porti un device all’assistenza tecnica di solito non avviene una vera riparazione ma piuttosto un individuazione del blocco col componente rotto e una sostituzione dell’intero blocco.
brrrrr…… che paura
cucchiaino con nickel, cromo, piombo, mercurio e taaaaanti altri metalli pesanti…
e il fegato? quello mica si puo’ riciclare….
sono d’accordo con Marilisa: non vanno necessariamente usati per uso alimentare i cucchiai autocostruiti. possono benissimo diventare pezzi artistici…portachiavi o altro. a me per esempio è piaciuto molto questo riuso http://www.ioricreo.org/2007/05/posate-portatutto-2/ …ovviamente non per usi alimentari!!!
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=3815040540862&set=a.1302584051020.2046913.1423043103&type=1&theater esempio interessante!
questa è una buona idea. Certo non per reggere me! Dovrei portarmi 2 sgabelli di cartone traingolari e farli diventare un unico sgabello rettangolare!
@Noemi
Un esempio di struttura basata sui triangoli, figure intrinsecamente indeformabili :D figo
non reggerebbe il mio sederone! AHahah
Comunque complimenti a Marilisa per l’articolo e soprattutto per il titolo! :)
Grazie, Cris! Il titolo fa riferimento ad un verso di una canzone di Lucio Battisti.