También la lluvia è un film del 2010, ambientato in Bolivia per raccontare indirettamente una lotta popolare contro la privatizzazione dell’acqua. Una lotta condotta da gente che non ha più nulla da perdere, perché anche quando l’acqua, un bene primario, viene messo sotto profitto non ti rimane che batterti per sopravvivere.
Questa è la lotta passata alla cronaca come “La guerra del agua de Cochabamba”, dove appunto si sono svolte le proteste.
Cochabamba rappresenta la terza città più grande della Bolivia e in questa città aveva sede la multinazionale che, grazie ad un accordo tra il dittatore boliviano Hugo Banzer e la banca Mondiale, gestiva il monopolio dei servizi idrici.
La gestione privatizzata aveva una sola strategia, aumentare le tariffe senza migliorare i servizi. Inoltre venivano sequestrate tutte le fonti idriche private, come pozzi o serbatoi di acqua piovana (da qui il titolo del film, che letteralmente si può tradurre con “nemmeno la pioggia”).
Queste politiche portarono ad una grave crisi nel Paese fino al punto che nel 2000 i boliviani si privarono dell’istruzione e delle cure mediche per pagare l’acqua.
Le proteste che arrivarono a Cochabamba nel 2000 portarono il governo a dichiarare la legge marziale e, oltre ad un ragazzo ucciso dalla polizia, ci furono 170 feriti.
Dopo questi scontri così forti, documentati da attivisti delle organizzazioni umanitarie presenti in loco, il governo Boliviano si vide costretto a recidere il contratto con la multinazionale (che peraltro fece causa al governo boliviano).
Il giorno dopo il seppellimento del ragazzo morto durante gli scontri (Víctor Hugo Daza), Óscar Olivera proclama la vittoria del movimento, ma i manifestanti dichiararono che non si sarebbero fermati fino a che la legge sulla privatizzazione dell’acqua non fosse annullata.
Tale era la tenacia del movimento, che il governo boliviano preparò una sessione speciale, richiamando d’urgenza i parlamentari in aula per annullare la legge.
Ad un anno dal referendum che in Italia abrogava la possibilità di privatizzare l’acqua i movimenti per l’acqua sono ancora in lotta affinché si attui la decisione referendaria.
Potete vedere le decine di azioni in tutta Italia sul sito del Forum Italiano dei movimenti per l’acqua.
ma nemmeno la pioggia io lo avrei tradotto come “tampoco la lluvia”, cmq a parte questo, è un film che vedrò sicuramente, (c’è anche gael garcia bernal, un bell’incentivo!), ritengo che quello dell’acqua sia un problema fin troppo sottovalutato, chissà quante di queste speculazioni meschine vengono portate avanti nel silenzio generale.
La traduzione corretta forse sarebbe “Persino la pioggia”. Gael Garcia Bernal è fantastico in “Y tù Mama Tambien” con Diego Luna e “La Mala educacion” di Almodovar.
Per quanto riguarda le guerre dell’acqua consiglio un libro dell’economica della Feltrinelli di un’economa indiana, Vandana Shiva, che si intitola appunto “Le guerre dell’acqua”. Molto interessante!
be’ non hai citato il suo miglior film: “i diari della motocicletta” Splendido. Ok, siamo andate decisamente off topic, xD
Terrore sacro.
Fino a dove si arriva, che schifo. Ma che cosa siamo?