E anche quest’anno, dopo gli scorsi mondiali, abbiamo archiviato gli Europei di calcio, manifestazione sportiva che per due settimane circa ci ha incollato al televisore e ci ha trasformato in piccoli Cesare Prandelli da strapazzo, due settimane di “deve schierare tizio, perchè caio e ‘na attaruna!”, “ma il 4-4-2 è superato, ora va il 5-5-1”, settimane in cui la parola cucchiaio non serviva a definire una comune stoviglia, ma un particolare tiro dal dischetto. Insomma, gli italiani si sono svegliati dal torpore invernale, hanno deposto armi e forconi e si sono stretti in un unico abbraccio fraterno (eccezion fatta per la popolazione padana che ha finto di non interessarsi alle partite, salvo poi attaccarsi al pretesto che fra i giocatori c’erano dei padani, tra l’altro quest’anno sarà stata dura per loro con Balotelli in campo, eheh, chissà quanti casi di gastrite acuta!).
Ma questo patriottismo stagionale, anzi, quadriennale, a cosa è dovuto? ci avete mai riflettuto? Perchè quando è il momento di unirsi davvero, gli italiani fuggono, anzi si rifugiano nella propria identità regionale e rifiutano qualsiasi contatto con l’esterno. Pensiamo al caso famoso della monnezza di Napoli: la portiamo qui, la giriamo là, la riportiamo lì, cori di dissenso si sono levati da più parti, senso di solidarietà non pervenuto, per non parlare di senso di appartenenza al territorio italiano nella sua interezza.
Napolitano si spertica in discorsi sull’unità, sull’identità nazionale, sulla patria, cazzi e mazzi, ma l’italiano non sente ragioni. Eppure, eppure, bastano undici idioti in pantaloncini bianchi e maglietta azzurra per rispolverare immediatamente quel senso patriottico che durante il resto dell’anno latita, quell’Inno d’Italia pieno di parole incomprensibili, in un italiano arcaico e ostico, levato al cielo, ci fa sentire orgogliosi, uniti, una sola cosa. Chissà mai perchè.
Eppure, mai come negli ultimi anni il calcio ha mostrato la parte peggiore di sé, tra inchieste, mandati di comparizione, avvisi di garanzia, la federazione calcio sembra più la succursale dell’Ucciardone. Ma noi ce ne freghiamo, non si può non tifare Italia, e se poi sputeresti volentieri sulla Costituzione poco male, non importa. E poi gli Europei o i mondiali creano convivialità, per una volta l’anno milanisti e interisti possono stare insieme senza guardarsi in cagnesco!! Pensate che straordinario potere che ha la nostra nazionale! Quasi quasi, ci viene voglia di porgere l’altra guancia al vicino che ogni santa mattina ci butta le molliche dal balcone e si è costretti a rifare il bucato o quello che ci suona il clacson appena spunta il verde e non ci dà manco il tempo di mettere la prima, se ci sono i mondiali, lo guardi con benevolenza e ti scusi persino!
E voi, brutti detrattori di queste manifestazioni, che protestate per cani uccisi in Ucraina (ma tanto la finale la fanno in Polonia, checcefrega???), che volete fare i fighi dicendo che voi la finale non l’avete vista, che vi lamentate costantemente di trombette e vuvuzela per le strade, vi rendete conto che state rovinando l’unico momento di vera unità della nostra povera Nazione? ma che gente siete? Ma come vi permettete? canalizzate la vostra rabbia repressa su altre cose e lasciateci tifare in pace!
Consigli per la lettura: è un articolo ironico, come tale prendetelo.