Tutti noi quando pensiamo alle Olimpiadi, pensiamo all’antica Grecia e alla favola bella della competizione che unisce anziché dividere. Ricordiamo i racconti delle guerre che si interrompevano per lasciar svolgere i giochi dedicati agli dei, e non ci accorgiamo dell’ipocrisia che viene manifestata davanti i nostri occhi.
Il caso più ipocrita è quello del riconoscimento nei giochi olimpionici della Palestina: il comitato, infatti, la riconosce dal ’96. La Palestina è un’entità nazionale a cui non viene riconosciuto, a livello internazionale, il diritto di costituirsi come Stato. Sapete perché? Perché uno Stato ha dei confini e Israele non vuole che la Palestina abbia dei confini: ogni giorno, infatti, tende ad occuparla sempre di più e a reprimere ogni forma di resistenza.
La vignetta del nostro amico Rafa racconta una notizia a molti passata inosservata: L’Unesco riconosce la Palestina come Stato e la grassa e armata, ma democratica, America si alza dal tavolo, perché per una legge propria non può sedere a fianco di chi riconosce la Palestina come Stato.
La storia della Palestina e dell’occupazione israeliana è materia di storia molto complessa da riassumere in questo articolo, ma basta il buon senso per capire che una nazione deve anche essere riconosciuta come Stato. La nazione è un fattore culturale, per cui la Palestina lo è, ma lo Stato è un fattore di diritto che le viene negato.
Quest’anno, inoltre, hanno avuto anche il coraggio di umiliare gli atleti palestinesi, che rappresentano i loro compatrioti, commemorando il Massacro di Monaco che avvenne durante le Olimpiadi estive del 1972, a Monaco di Baviera (Germania Ovest): un commando di terroristi dell’organizzazione palestinese Settembre Nero fece irruzione negli alloggi israeliani del villaggio olimpico, uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele.
Perché questa commemorazione unilaterale? Solo perché è avvenuta durante le olimpiadi? Nel mondo ci sono migliaia di massacri che andrebbero ricordati uno per uno, senza sceglierne uno di rappresentanza.
Non è mia intenzione giustificare quel massacro come vendetta palestinese, ma ho trovato umiliante nei confronti dei palestinesi che si commemorasse un fatto che li mettesse dalla parte del torto, quando ogni giorno sono vittime.
A proposito di vignette sulla Palestina, suggerisco la lettura di “Palestina” del disegnatore Joe Sacco, un fumetto di inchiesta molto schietto e senza moralismi sull’assurda convivenza tra Palestinesi e Israeliani.
Importante riflessione sull’ipocrisia incessante che umilia il popolo palestinese forse più della stessa occupazione israeliana. Grazie Mick!