Mentre una città continua ad esistere
da sola, sovrastata dalle sue costruzioni,
i poveri disgraziati senza villetta
si spostano affannosamente
da una strada all’altra,
verso un riparo che difficilmente chiameranno casa.
Le strisce pedonali sono delle zebre
riposanti e l’orizzonte è
un’inquieta linea saltellante
che si percorre con le ballonzolanti auto.
Le stazioni di benzina impegnano la fantasia
dell’uomo che non riconosce queste strade
desolate, come un forestiero.
Nell’attesa di un ritorno a casa
la sete e la fatica lo portano ad immaginare
un animale con sette zampe,
premuroso per l’umanità,
da osservare con devozione.
Ecco i santuari,
le lunghe processioni,
sacrificare pomeriggi e notti,
riceverne il dono,
seppur caduco,
di immenso valore.