Quando possiamo permetterci di pronunciare la frase “tenga il resto”? Al bar, al ristorante, dal parrucchiere, se vogliamo lasciare la mancia ai dipendenti. Ma non ci sogneremmo mai di dirla in un supermercato!
Voglio raccontare le mie numerose esperienze di donna che va a fare la spesa al supermercato (e per “donna” intendo studentessa universitaria; e per “supermercato” intendo il Forté di C.so Tukory, dove vado a comprare i beni di prima necessità per risparmiare, visti i tempi di crisi). Dico numerose perché mi è capitato più di una volta. Cosa? Di andare a fare la spesa e al momento di pagare, ritrovarmi a “litigare” col cassiere.
7,89 € o 6.48 € si trasformano magicamente nella richiesta, da parte del commesso, di 7,90 € e 6,50 €.
Cosa ti cambiano 2 centesimi, direte voi. Sul momento non molto, a me personalmente, ma per l’azienda fanno grande differenza.
– 6 e 50, prego.
(Visualizzo lo scontrino dov’è riportato l’importo esatto).
– Guardi, avrei gli 8 centesimi.
– Ho detto 6 e 50.
– Veramente qui c’è scritto 48 centesimi…(Orecchie da mercante e sguardo perso nel vuoto).
Non è per fare la tirchia, figuriamoci, è per principio! Se per ogni cliente si aggiungono in cassa 2 centesimi (fuori scontrino), a fine giornata ci sarà un bel gruzzoletto extra. E per chi è questo gruzzoletto? Per il commesso o per l’azienda?
Mi hanno obiettato “ma dai, arrotondano per eccesso!” e io ho risposto “dunque perché non lo fanno anche nelle altre città, negli altri Stati, e in tutte le filiali di tutti i supermercati, ma lo fanno solo qui?”. Mi hanno anche detto “ma hai pagato il sacchetto?”. No, non l’ho pagato. Se lo avessi dovuto pagare avrebbero dovuto batterlo sullo scontrino, altrimenti è evasione!
Se si fosse trattato di un negozio indipendente avrei accettato l’arrotondamento per eccesso perché quello stesso negozio può permettersi anche di fare sconti una tantum sui propri articoli. Un supermercato no. Così come i vari franchising con le loro filiali nel mondo. I prodotti hanno un prezzo di listino e attraverso la cassa il commesso li scarica dal magazzino. A fine giornata in cassa ci sarà l’importo della somma dei prezzi di tutti i prodotti scaricati quel giorno. E deve essere così, punto.
Ecco perché litigo coi cassieri per avere un centesimo di resto. A me il centesimo non cambia nulla, ma manda a puttane il sistema!
Ah, p.s. anche lasciare la mancia e non riceverne ricevuta è evasione.
Note: Il titolo e l’immagine sono entrambi tratti dal film “Mamma ho perso l’aereo”
Adoro questa scena di mamma ho perso l’aereo. Ok, leggo l’articolo!!!
Ho fatto un corso per addetta alla vendita, quindi anche cassa, e ci spiegavano che ‘sta storia dell’arrotondamento è si vera, ma, sostengono loro, talvolta è a vantaggio del cliente, così bilanciano la cosa, ora, non so se è vero o meno, sta di fatto che l’arrotondamento sstemstico è a tutti gli effetti evasione…
sono d’accordo. Esistono i centesimi di euro, per quanto valgano poco (nel 2000 1 centesimo era 20 lire, oggi sarebbero 15 lire) la soluzione per i supermercati c’è: smettere di scrivere 1,99 € su ogni prodotto… arrotondate anche i prezzi a 2 euro e fatela finita! Se alla fine chiedete 2 euro tanto vale… inoltre l’arrotondamento opposto (cioè il cassiere ti dice 2,02 … vabbè dammi 2 euro) non avviene mai, avviene solo nelle piccole botteghe, dove invece l’arrotondamente mi sta bene (ambo i sensi).
Io credo che molto semplicemente il cassiere arrotonda, perché la differenza la fanno i 10 centesimi, non l’1 o il 2. Comunque certo, nell’esempio che hai riportato, mi pare ci sia una volontà di “fregare” due centesimi. Bisogna però tener presente che a fine giornata, se mancano soldi, è il cassiere a rimetterceli, quindi è normale che se devono arrotondare, non arrotondano per difetto, ma per eccesso. Sono piuttosto d’accordo con andrea sul finirla di scrivere 9.99, che irrita al primo sguardo, come se siamo tutti cretini e ci facciamo martellare con tutti quei 9 -.-‘
l’1 centesimo non equivale a 10 centesimi.
Ma 10 persone che non hanno il loro centesimo di resto, sì.