Ogni mattina ti metti l’anima in pace e le scarpe e scendi! Esci e vai a fare il tuo dovere. Che fuori ci siano 40 gradi o – 7 non importa! Oggi c’è la neve. Non è proprio neve-neve! È neve che non si poggia, o meglio, non tutta. È neve mista a pioggia. Di solito nevica quando ci sono zero gradi, una percentuale ben precisa di umidità e la giusta pressione atmosferica. Quando questi fattori sono alterati anche le precipitazioni lo sono. E vedi acquitrini di neve sporca, come granita al caffè, che le macchine pestano e schizzano ai bordi delle strade, e sui miei pantaloni appena lavati mentre cerco di attraversare la strada per raggiungere la macchina.
La neve fa freddo! Dà quella sensazione di congelatore ambientale intorno a te. Fa freddo fuori e fa freddo anche dentro di te. Il cielo è bianco di nuvole alte che nascondono il limite dei nostri pensieri! Se poi misceli alle temperature e alle precipitazioni esterne l’ebollizione della bile interna il mix è letale!
Il freddo contribuisce all’irrigidimento dei nervi e dei muscoli del nostro corpo, per poter mantenere la temperatura accettabile. Come un sistema perfettamente bilanciato il nostro corpo si attiva con il freddo. Inizi a tremare se stai fermo e quando ti muovi fai meno fatica. Le gambe sono meno pesanti e riesci a salterellare tra una pozzanghera di granita al caffè e un tentativo fallito di pupazzo di neve che consiste in piccoli mostriciattoli marroni: tutto busto e niente arrosto!
Qui, nella PALUDE PADANA, tutto è condizionato dai ritmi del tempo, dal ciclo del freddo e delle precipitazioni. Se mette neve si dovrà scendere un po’ prima da casa armati di paletta per ripulire i vetri della macchina. Quando la mattina il candido colore bianco delle superfici amplifica lo spettro della luce tutto sembra fresco e luminoso, tutto dà l’impressione di essere fermo e stabile, immobile. Quando la neve si poggia è veramente così! La neve è bella! La neve non fa rumore! La neve mette pace! La neve mi piace! Quando nevica non si dovrebbe lavorare. Quando nevica ci si dovrebbe solo godere la neve e la sua pace! Invece no!
Nevica e piove e la temperatura in città è ferma a +1 gradi e la condensazione sui vetri comincia a gelare anche all’interno del veicolo: è finita. Metti in moto e attendi interminabili minuti che il ghiacchio si sciolga e che la temperatura all’interno del veicolo ritorni sui valori positivi. E poi si va!
E sei lì a cercare disperato strade alternative per riuscire a superare la linea 5 dell’autobus che passa proprio sotto casa tua e ti depositerebbe delicatamente a 50 metri dal posto dove lavori. Ma non puoi prendere l’autobus, no, perché oggi devi passare a prendere il tuo nuovo collega di lavoro! Collega che è da poco in città e non parla l’italiano e che il capo ti ha delicatamente scavallato visto e considerato che, tra tutti gli indigeni del posto, solo TU, povero terruncello senza dio, sei l’unico che ha trovato un buco in centro poco vicino all’ingresso in tangenziale e che puoi benissimo attraversare la città per passare a prendere il nuovo ospite della ditta madre!
Ora sei in macchina, in mezzo al traffico e cominci a bestemmiare e anche lo stereo con su The Best of Bob Marley ti ricorda il più malefico dei riff degli Slipknot!! Hai presente quando si serrano le mascelle tanto forte da scheggiare i denti? I pugni duri sul manubrio sono pronti a sferrare il colpo contro qualcosa, contro qualcuno. Lo chiamano stress, o tensione, sindrome da adattamento. La puoi chiamare come cazzo vuoi ma alla fine quello è: un’energia negativa che tende il corpo fino a spingerlo oltre i limiti umani, fino a farsi del male. E cominciano i crampi ai polpacci e alle braccia.
Ogni nervo ed ogni muscolo del corpo è teso, rigonfio dal sangue spinto a pressione dal cuore fino all’ultimo capillare più periferico. Gli occhi diventano rossi, la faccia diventa rossa. Le nocche delle dita scrocchiano e la già precaria stabilità del corpo e della psiche è alterata da fattori principalmente esterni che fanno perdere il controllo e la percezione. È odio puro per tutto ciò che ti circonda!
Fissi instancabilmente i tergicristalli che fanno un rumore fastidioso, su e giù, pari alle unghia che sfregano su una lavagna. Non puoi fermarlo. La neve mista ad acqua sul parabrezza equivale a centinaia di scaracchiate sul vetro. SuperOdio!
Sei sceso da casa da oltre un’ora e arrivi all’appuntamento con il famigerato collega. Quel piccolo ed innocente ragazzino spagnolo che appena ti vede, teso e scuro in volto, vorrebbe scappare gridando aiuto. Invece deglutisce e, timido ed impaurito, entra in macchina esclamando con voce tremula: «Buenos dìas!»
Sai che non è colpa sua ma dentro di te pensi e vorresti gridarglielo in faccia: BUONGIORNO IL CAZZO! Ma non è uccidendo il chico che miglioreresti la tua giornata. Ti aiuterebbe forse, ma non risolveresti i tuoi problemi. Magari il calore dei suoi organi appena eviscerati sulle tue mani nude potrebbe darti la strana sensazione di soddisfazione da serial killer, ma a pensarci bene la carne non ti fa impazzire e la vista del sangue non è poi così gradevole, in particolare sullo sfondo bianco-sporco di una landa desolata e ricoperta di bianco. La pianura padana come il Colorado! Ed è proprio questa desolazione e la terribile insignificanza dei paesaggi sempre uguali e senza fine che causa e causerà innumerevoli omicidi e suicidi da queste parti.
Arrivi a destinazione, con a malapena solo un’ora e quarantacinque minuti di ritardo e senza nemmeno passare a salutare la gente in ufficio arrivi alla macchinetta del caffè, indeciso se prendere un caffè macchiato o prendere direttamente il distributore a calci e pugni fino a romperti le ossa delle mani e delle gambe!
Invece no, fumi una sigaretta e ti metti a scorgere il cielo. Adesso è ancora più bianco e i grossi fiocchi annacquati sono diventati piccoli e delicati cristalli di neve che si depositano fievoli sul tuo pesante giubbotto scuro. È lo zero termico!
Adesso è la pace dei sensi e il corpo gradualmente si rilassa. Con la sigaretta in bocca e il silenzio tutt’intorno scorgi quella pace che solo la neve può darti! Quel senso di neutralità che solo il bianco è capace di diffonderti. Come stare sulle nuvole, riflettendo la desolata tristezza che non puoi e non vuoi condividere con nessuno. La neve fa freddo, fa freddo fuori e dentro di te.
Un giorno di ordinaria follia
Come ti capisco…
fossi stato al posto del chico mi sarei ca..to nelle mutande. tremo al solo pensiero.
P.S. il chaptha a fondo pagine è gieniale… (si sono umano ma forse anche un pò asino.. )