Con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po’ a casaccio perché non ho più memoria
(Coda di lupo, Fabrizio De Andrè)
In ogni società sono presenti irregolarità e malfunzionamenti. In Sicilia questi sono in quantità tanto grande da sostituirne la norma principale così da trasformare l’eccezione in regola.
Ma domandiamoci il perché. Cosa significa essere in una condizione di “eccezionalità”? Precisamente, essere in una posizione esterna rispetto al Diritto. Passeggiando per Palermo è chiaro a tutti che le norme hanno una valenza pressoché aleatoria. I segnali stradali sembrano non essere capiti da nessuno, le persone posteggiano dove meglio credono, l’immondizia accatastata da mesi senza essere raccolta può anche superare in altezza i primi piani dei palazzi, sorgono mercatini illegali in vari quartieri e spaccio di droga e prostituzione sono alla luce del sole e le forze dell’ordine ne sono pienamente a conoscenza.
Certamente, se guardassimo a tutto ciò con occhio a-storico e a-critico ci renderemmo colpevoli di ingenui giudizi di valore e non avremmo chiari i veri obiettivi contro cui combattere.
Faccio solo un esempio: la questione posteggiatori abusivi. Questi personaggi sono effettivamente inutili all’automobilista (tranne in qualche occasione) e in molti casi sono arroganti, minacciano e danneggiano i veicoli se non ricevono la somma richiesta.
Ora, siamo d’accordo che questo è un problema ma, a mio avviso, non è fondamentale e urgente da risolvere. Credo invece che sia una priorità lottare per avere un servizio efficiente di nettezza urbana, per avere università con un soffitto che non crolli sulle teste degli studenti (vedi la gravissima situazione del Collegio San Rocco, sede della Facoltà di Scienze Politiche), in altri termini, lottare contro le mafie. Sicuramente è più facile prendersela con il singolo, piccolo abusivo che chiede un euro per “prendersi il caffè” ma è più difficile colpire i problemi nel loro cuore pulsante: nel campo delle costruzioni e dell’edilizia per esempio, nell’assegnazione degli appalti e nella gestione dei traffici internazionali di esseri umani, nello sfruttamento della prostituzione e nelle importazioni di droga. Sì, decisamente meno facile. Allora che si fa? Si mette l’accento su altri problemi e si spingono i media a parlare solo di un problema, abusivi, immigrati clandestini e tutti i figli indesiderati del mondo. Obiettivi semplici, indifesi e con una folta opinione comune pronta a dare addosso.
Sì, perché il posteggiatore abusivo non è che una trascurabile manifestazione di una costituzione sociale autodeterminatasi abusivamente in opposizione allo Stato. Non voglio discutere di giusto o sbagliato, non avrebbe senso. Le ragioni storiche della formazione delle mafie sono molteplici, legate ai rapporti conflittuali tra Stato e popoli del sud, da contestualizzare e analizzare a mente lucida. Oggi sappiamo una parte di verità, siamo a conoscenza della connivenza tra mafia e Stato e dobbiamo ringraziare le indagini di uomini e donne che hanno pagato con la vita il prezzo del loro lavoro.
Credo proprio che si debba essere riconoscenti nei confronti di coloro che hanno creduto fermamente all’importanza dell’antimafia e, allo stesso tempo, consideriamo che i problemi sociali non si risolvono soltanto con le denunce ad un sistema di potere connivente con la criminalità denunciata, ma soprattutto educandosi ad uno sguardo quanto più possibile comprensivo di tutte le parti in gioco. Penso proprio che accanirsi contro posteggiatori abusivi e venditori di rose non sia la strada giusta da percorrere in quanto facenti parte di una piccolissima (ma certamente non trascurabile) parte di un complesso sistema che ha radici profonde e poco visibili. Forse, andando indietro, studiando le ragioni storiche dei fenomeni e le loro modificazioni, avremmo più chiari i veri volti dei nostri nemici.
Riccardo, è ovvio che dietro il fenomeno dei posteggiatori abusivi c’è ben altro: nella maggior parte dei casi si tratta di soggetti “manovrati”. Ma, mi chiedo, perchè un cittadino non dovrebbe perorare le sue piccole grandi lotte quotidiane? Si, ci sono “problemi più importanti”, da risolvere con più urgenza. La nostra città è al massimo degrado, sporcizia ovunque, malcostume, teatri in sciopero e biblioteche senza fondi.
Ma, mi chiedo, perchè io non dovrei scegliere di, pacificamente e senza fare del male a nessuno, non pagare una persona che mi chiede del soldi per posteggiare sul suolo pubblico? Dei soldi che per nessuna ragione gli spettano? Quando, tra l’altro, nella maggior parte dei casi, quella stessa persona è ben di sposta a rigarmi la macchina, buttarmici sopra la vernice, bucarmi le ruote, o che so io?
Soprattutto, del tuo post io non ho compreso una cosa: cosa sottraggo io, alla lotta contro gli altri mali che affliggono la mia città, se scelgo di oppormi al fenomeno dei posteggiatori abusivi?
Buona giornata!
Sono assolutamente d’accordo con Laura. Palermo è piena di problemi, ma se dovessimo ogni volta pensare che c’è un problema più grave e urgente allora resteremmo immobili ad assistere al graduale disfacimento di questa città. Trovo dunque lodevole qualsiasi iniziativa nata dal basso e volta a manifestare contro una qualsiasi delle piaghe di questa città, che siano i posteggiatori abusivi o le aree pedonali. Soprattutto quando questi movimenti sono pacifici e a-politici. Potremmo allora chiederci che senso ha protestare contro il muos ad esempio. Tanto ci sono problemi più vicini come il lavoro nero, la politica-mafia e la malasanità. Mm.. non credo che un atteggiamento simile sia quello di cui abbia bisogno la nostra terra. Ben venga chiunque decida di non abbassare la testa e piegarsi alla paura che il “pansone” a cui non ha dato l’euro per il caffè possa rigargli la fiancata dell’auto o bucargli le ruote. Per me i posteggiatori non sono “una piccolissima (ma certamente non trascurabile) parte di un complesso sistema che ha radici profonde e poco visibili”. Per me sono il simbolo più comune della mentalità mafiosa che pervade la nostra città, e chiunque decida di dire no al pizzo del posteggiatore abusivo compie un piccolo e significativo gesto a favore della legalità e della civiltà.
Sono in parte d’accordo con laura e sonia, ma in parte con riccardo. Diciamo che più che un problema di mafia, addirittura emblema della mentalità mafiosa, lo vedo come un modo per sopravvivere in mancanza d’altro. Non giustifico né le fiancate rigate né altro, e personalmente di rado do un euro al posteggiatore, perché mi infastidisce dover pagare tutto, le strisce blu illegali, i posteggiatori quando non si è in orario di pagamento delle strisce, e così via. Le rose non le compro più per risparmiare io che per altro, non lavorando…ma se avessi uno stipendio, non mi farei problemi a dare un euro al venditore di rose, una volta ogni tanto, un euro al lavavetri, una volta ogni tanto, un euro a quello che mi fa la benzina al self service, una volta ogni tanto, e così via. Forse anche al posteggiatore (dipende se i modi sono mafiosi, perché è verissimo che c’è gente che non ha mai fatto un graffio a nessuno), una volta ogni tanto. La Sicilia è una regione che si regge su un equilibrio precario di Bene e Male. Quel che alcuni considerano un’atroce illegalità non è altro che una richiesta di elemosina, in certi casi, e se si tratta di questo starei attenta a dividere il mondo in Buoni e Cattivi e basta. Credo che Riccardo volesse dire questo. Per il resto, bene combattere le proprie lotte quotidiane, ma no, sempre no, ai capri espiatori. Personalmente sono contenta che ci siano organizzazioni che facciano capire agli abusivi mafiosi che la gente s’è rotta le palle. Ma di sicuro mi dispiace per quelli che vengono messi in quest’unica categoria senza avere colpe, e anzi, muovendo da un bisogno, che alla fine dei conti è creato dalla nostra amata Italia (per non dire Sicilia).
“muovendo da un bisogno”: che muovono da un bisogno*, scusate gli errori, ho scritto di fretta.