È di qualche giorno fa la notizia che riporta in primo piano la questione “Guerra Civile Siriana”.
I ribelli siriani denunciano che sono ben 1300 i morti, tra cui moltissimi bambini, vittime del gas nervino usato dalle truppe del regime di Bashar al Assad sui sobborghi di Damasco.
Questa guerra è cominciata nel marzo 2011 nell’ampio contesto della Primavera Araba, sviluppandosi velocemente in rivolte su scala nazionale per poi trasformarsi in guerra civile nel 2012.
Il fatto è uno: il numero delle vittime di questa guerra fratricida aumenta in modo inesorabilmente tragico, anche perché sembra un combattimento che pare non avere regole; fra i morti sempre più spesso ci sono i corpicini innocenti di bambine e bambini.
L’opposizione siriana – i ribelli – qualche giorno fa ha diffuso delle fotografie agghiaccianti che ritraggono file ordinate di piccoli cadaveri senza ferite e alcuni bambini con problemi respiratori e con la bava alla bocca. È probabile che le vittime siano state colte dalla morte mentre dormivano, perché il primo attacco è avvenuto prima delle 03:00 del mattino.
Anche se non esistono ancora cifre ufficiali, sembrerebbe trattarsi del più grave e atroce attacco con armi non convenzionali (gas nervino) degli ultimi 25 anni.
Dall’inizio del conflitto sono circa 7.000 i bambini rimasti uccisi durante i combattimenti fra ribelli e forze lealiste.
E queste cifre purtroppo sono destinate ad aumentare se non si troverà il modo di far cessare le violenze. (La mia domanda è: come? A suon di bombardamenti? Ancora?).
Fonti militari, pur escludendo l’uso di armi chimiche, hanno ammesso che l’esercito di Al Assad ha sferrato l’attacco più massiccio degli ultimi due anni della guerra per cacciare i ribelli dai sobborghi della capitale siriana. E alcuni testimoni affermano che sono stati almeno sette i raid dell’aviazione governativa, accompagnati da intensi bombardamenti con razzi.
Ma come ha reagito il mondo?
Le reazioni sono allarmate ma allo stesso tempo prudenti, eccezion fatta per la Lega Araba, che lo ha classificato come «crimine odioso».
I Paesi dell’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno chiesto agli ispettori ONU – che si trovavano in visita in Siria proprio in quei giorni nei pressi di Damasco – di indagare sulle modalità dell’attacco della settimana scorsa. Il governo siriano respinge le accuse e smentisce l’uso di gas nervino durante gli attacchi.
Un ulteriore allarme arriva dalle organizzazioni non governative, Save the Children e Unicef, che denunciano la fuga di un milione di bambini siriani, costretti a lasciare, a causa del conflitto, il loro Paese.
I giovani siriani perdono le loro case, le loro famiglie, in pratica si ritrovano senza futuro: l’alto commissario di UNHCR, Antonio Guterres, afferma che è “in gioco la sopravvivenza ed il benessere di una generazione di innocenti”. Sono ben 2 milioni di minorenni gli sfollati all’interno del Paese e l’Onu stima che almeno in 7 mila siano stati uccisi. L’Unicef sottolinea che la crisi di questa parte di mondo non si concretizza soltanto nello sconvolgimento fisico, nella paura, nello stress e nei traumi, ma vanno aggiunte anche le minacce di lavoro minorile, matrimoni precoci, potenziale sfruttamento sessuale e traffico di esseri umani e organi.
In attesa degli accertamenti, gli USA hanno – per sì e per no – dispiegato la sesta flotta nel Mediterraneo di comune accordo con l’Inghilterra, mentre la Germania temporeggia: il Corriere spiega meglio le reazioni politiche internazionali.
In poche parole, siamo ad un passo dall’ennesima guerra “giusta”?
Almeno cambiassero scusa… ancora con ‘sta storia delle armi chimiche…
guerra “giusta”?! I bambini muoiono sempre e comunque nelle guerre, soprattutto se civili! CI sono rappresaglie, bombe, cose orribili e la repressione attuata da Assad era già un crimine contro l’umanità, ancor prima di sapere delle armi chimiche! D’altra parte, gli Stati Uniti lo hanno dichiarato apertamente: “faremo ciò che sarà nell’interesse degli Stati Uniti”. Dichiarazione fresca sentita a tg sky 24. E mentre persino la Gran Bretagna non è propensa alla guerra, ancora una volta sembra che a fare l’ago della bilancia sia l’impero statunitense.
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