Il decreto presentato pochi giorni fa al Senato è stato votato ed oggi è legge!
Col titolo di “Prevenzione e contrasto della violenza di genere” prevede una serie di misure atte a contrastare ogni tipo di violenza nei confronti delle donne, rafforzando gli strumenti di repressione penale per i casi di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking.
Qualche tempo fa avevo scritto un articolo sullo stalking, adesso il “delitto di atti persecutori”, come viene chiamato nel testo del d.l., prevede l’arresto obbligatorio e, in alcuni casi, l’irrevocabilità della querela. Chi sporge denuncia, inoltre, è tutelato, e alle vittime di violenza domestica viene anche garantito il diritto all’assistenza legale gratuita.
È stato inoltre stanziato un “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” che prevede un incremento di 10 milioni di euro al Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.
Insomma, le tante polemiche e pressioni hanno alla fine dato i loro frutti. Però, personalmente, penso che una legge del genere fondamentalmente non serva molto. Le pene per gli assassini ci sono sempre state, ma non per questo gli omicidi sono diminuiti, né accennano a farlo.
Non serve tanto una legge per punire, quanto una legge per educare. In una cultura fortemente maschilista come la nostra, ci saranno sempre aggressioni nei confronti di chi è considerato il sesso debole. L’uomo (inteso come essere umano) è, per natura, un codardo: si sfoga sempre col più debole.
La differenza sta solo nel fatto che “prima” non veniva punito, adesso sì. La violenza sulle donne è una violenza come tutte le altre. Se un uomo picchia una donna, con questo decreto, la pena viene inasprita. Ma l’uomo continuerà sempre a picchiare la donna.
Invece di punire i nostri uomini, perché non educhiamo i nostri figli?
Cristina, hai pienamente ragione. Credo che certi valori, positivi o negativi che siano, vadano sradicati con pazienza ed insistenza pedagogica. L’obiettivo da tenere sott’occhio, come tu ben dici, sono proprio i bambini, gli adolescenti, coloro che cercano un’identità e la costruiscono secondo i modelli che la società propone loro. Essere Uomo significa adottare determinati comportamenti ed essere Donna significa adottarne altri. Grazie agli “studi di genere” si sta cercando sempre più di de-costruire i concetti tradizionali di ‘maschile’ e ‘femminile’ e smascherare le mistificazioni sociali effettuate grazie alle parole e alle performatività quotidiane dei relativi concetti. Per quanto riguarda le leggi recentemente approvate, credo che comunque siano un buon segno, anche se sicuramente non elimineranno il problema. Lo vedo piuttosto come un’apertura delle istituzioni ad una tematica molto spesso sottovalutata. È bene situare sempre le azioni e non pensare che esistano “i reati” e che siano sempre tutti uguali.