di Laura Brida
Vi faccio due domande veloci: secondo voi le immagini che si trovano sul web rappresentano davvero ciò per cui vengono utilizzate? Quante informazioni che circolano sono false o poco attendibili?
Questo post prende spunto da un piccolo incidente capitato proprio in Abattoir a causa di un’immagine erroneamente utilizzata in un post di Rosita sul fenomeno delle spose bambine.
Se analizziamo questa immagine (abbondantemente presente nel web con il nome spose_bambine_islam.jpg) vediamo che ritrae una fila di ragazzi, vestiti a festa in stile occidentale, che tengono per mano delle bimbette vestite di bianco (stile piccole meringhe 100% acriliche).
Ho cercato di scoprire la storia di questa foto e ho scoperto che è stata lanciata nel web da un sito statunitense, fortemente islamofobo, associata ad un presunto matrimonio di massa di “pedofili islamici”, da questo sito è rimbalzata all’infinito nel web con tale attribuzione.
Difatti, se si prova a cercare su Google immagini “spose bambine”, tale immagine compare tra le prime dieci.
In realtà, però, si tratta del fotogramma di un video che riprende un matrimonio di massa palestinese (sembra che sia stato organizzato e finanziato da Hamas per divulgare l’idea di una Palestina viva e vegeta nonostante gli attacchi israeliani) e ritrae delle damigelle, sorelline o cuginette dall’aria annoiata, mentre accompagnano all’altare dei giovanotti prossimi alle nozze. Altro particolare degno di nota è che in Palestina l’età minima consentita per i matrimoni è di 16 anni (esattamente come in Italia).
Possiamo quindi verificare personalmente come un’immagine qualsiasi lanciata nel web, associata ad un messaggio forte (per esempio “pedofilia islamica di massa”), diventi una “prova provata” praticamente eterna ed universale, anche se l’autore iniziale ha (in questo caso volutamente) falsificato o travisato la realtà dei fatti o le circostanze.
Stesso discorso vale ovviamente anche per messaggi “buonisti”, come ad esempio la pancia della mamma gravida con il piede del bambino in evidenza, abbondantemente utilizzata negli USA dai gruppi contrari all’aborto. È un’ immagine reale oppure è figlia di Photoshop?
Ovviamente questa caratteristica propria del web 2.0 partecipativo, in special modo attraverso i social network e i blog, di divulgare in modo virale messaggi “bomba”, viene efficacemente sfruttata per lanciare messaggi pro o contro qualcosa.
Sappiamo perfettamente che, purtroppo, tutti i mass media modificano o omettono notizie, oppure danno risalto ad alcune in modo da distogliere l’attenzione dei lettori/utenti da fatti molto più contingenti, il tutto seguendo le tendenze politico / culturali / religiose della testata o dell’editore.
Pur essendo poco attenta ai media classici (non possiedo alcun televisore) posso comunque citare alcuni esempi di utilizzo strumentale delle immagini.
Sicuramente tutti ricordano l’immane tragedia vissuta nel 2005 dagli abitanti di New Orleans colpiti dall’uragano Katrina; in quell’occasione numerosi media brillarono per disinformazione e razzismo. È impressa nella mia mente una foto che ritraeva un afroamericano con l’acqua fino al petto che trasportava sulle spalle una confezione da sei bottiglie di acqua; la didascalia della foto indicava come avesse avuto inizio il saccheggio (in inglese looting) della città.
Una confezione da sei bottiglie di acqua indice di saccheggio?
Stranamente analoghe notizie, associate a foto che ritraevano persone non afroamericane (ovvero bianchi) spiegavano come gli abitanti fossero costretti a “trovare” (NON rubare) qualcosa di intatto da mangiare o da bere.
La cosa importante da notare è che in quel periodo il termine “saccheggio” fu ampiamente sfruttato dallo staff dell’amministrazione Bush per tentare di coprire il disastroso e colpevole ritardo negli aiuti; difatti migliaia di abitanti di New Orleans, inclusi bambini ed anziani, sono stati abbandonati a loro stessi senza acqua e cibo per molti giorni (molti decessi sono stati causati da fame e sete), ed i primi aiuti sono arrivati solamente da comitati spontanei delle aree adiacenti non colpite dall’uragano, oppure tramite organizzazioni umanitarie non centralizzate, poiché anche la Croce Rossa ha avuto gravi problemi di coordinamento. L’amministrazione centrale ha provveduto, dopo svariate settimane di assenza e quando ormai la situazione era totalmente fuori controllo, ad inviare dei reparti militari per tentare di sedare la violenza. Vi invito a leggere questo articolo di Wikipedia per saperne di più in merito.
Per sdrammatizzare, vorrei far notare come noi italiani siamo stati più fortunati, infatti Mussolini, in un comizio poco prima della guerra (nel 1939), ha chiesto se volevamo “burro o cannoni”… Gli abitanti di New Orleans invece non hanno potuto esprimere preferenze!
Anche in Italia l’informazione fa di tutto per adeguarsi ai diktat politici: molte immagini di avvenimenti “scomodi” vengono depurate, omesse, censurate e rimosse, o, peggio ancora, rimaneggiate per renderle coerenti con l’idea che si vuole trasmettere. Voglio dare l’idea che i manifestanti NO TAV siano “quattro gatti” appartenenti ai centri sociali, violenti irriducibili? Allego ad ogni articolo che parla della Val di Susa delle foto che ritraggono dei ragazzi incappucciati che scagliano pietre; immagini magari reali ma che rappresentano solamente una piccola porzione del movimento.
Voglio dimostrare che anche i manifestanti di Boscoreale e Terzigno (NA) sono dei facinorosi pericolosi e violenti? Niente di più facile! Basta mettere in evidenza i mezzi incendiati dalla folla.
In ogni caso l’importante per i media sembra sia tralasciare o citare solo in parte (e velocemente) le ragioni della protesta, come dire “potremmo anche capirvi se non foste così violenti!” omettendo accuratamente di parlare del vero oggetto del contendere (argomento noioso), ovvero tutte le denuncie di: corruzione, collusione con le varie mafie, danneggiamento irreparabile delle infrastrutture e del territorio, pesantissime ricadute sia ambientali che finanziarie, ecc.
Altra questione sono i media utilizzati come “armi di distrazione di massa”.
So già che per quello che sto per scrivere sarò tacciata di cinismo, però quando leggo notizie da far “attorcigliare le budella” (simili a: sposa bambina massacrata la prima notte di nozze) che rimbalzano da una testata all’altra, mi faccio sempre una serie di domande: 1) Sarà una notizia vera? 2) Quando cavolo è successo? 3) Mentre noi ci emozioniamo e restiamo raccapricciati dallo schifo e dallo sdegno per questa notizia, non è che il nostro governo sta varando una qualche legge assurda? 4) La notizia pare che provenga dallo Yemen, sarà questo il prossimo Paese a finire sotto le bombe portatrici di democrazia?
In questi casi mi viene sempre in mente mio padre che, quando ero una bimba ingenua e innocente, mi faceva lo scherzetto di farmi sparire qualcosa da sotto il naso mentre mi distraeva dicendo “guarda lì” indicando il muro con un dito…
La cosa più triste è che siamo portati a fidarci della TV, della stampa e in generale di quello che diventa “informazione di dominio pubblico”, ma, quando le informazioni non sono pilotate ed edulcorate, capitano pure gli strafalcioni, le notizie non verificate prese dal web, che, pur di essere i primi a darle vengono date per certe, salvo rettificare e smentire poco dopo. A volte ci si mettono pure trasmissioni di “contro-informazione” come report, striscia e le iene a montare video che in alcuni casi travisano totalmente i fatti. C’è chi si giustifica con “tagli necessari” dovuti ai tempi televisivi. Quello che ha fatto Enrico Lucci nel servizio “La crisi non esiste”, seppure i fan delle Iene sanno benissimo che taglio ironico dia la iena Lucci a tutti i suoi servizi, è grave: http://www.youtube.com/watch?v=ybBfiAtVq4M
Francesco Amodeo, forse non molto sveglio, dice delle cose verosimili “La crisi mondiale è un’invenzione delle organizzazioni che controllano la maggior parte delle risorse finanziarie mondiali per distrarci dalle manipolazioni politiche necessarie ad un maggiore controllo da parte delle stesse”. Nel servizio di Lucci Amodeo diventa un imprenditore snob che dall’alto del suo ufficio con pareti in radica non sente la crisi. Tutto questo grazie ai tagli e il montaggio che mostrano solo la parte frivola della persona, il lusso in cui vive per postulare il teorema “per i ricchi non c’è crisi”. E tutto il resto? I messaggi “complottisti” che fine hanno fatto? Sono stati tagliati!
Ottima ricerca. Io solitamente, come dice Andrea, mi fido di fonti certe, perché…chi ha il tempo di verificare a puntino – sempre – la veridicità di una foto? Ma una volta mi è capitato di leggere su Repubblica “cittadini di Palermo multati dall’Amia per aver pulito il marciapiede davanti al proprio negozio”. Grazie a un facebookiano più accorto di me, ho visto che tra le foto del servizio ce n’erano alcune che ritraevano il simbolo e il nome del partito politico che aveva preso l’iniziativa per fare propaganda…Insomma…tutto un modo per pubblicizzare in maniera subliminale un partito, di destra, tral’altro…su Repubblica.
Ora sono passati tanti anni e siamo nel 2022, ora che ne pensate?
Ciao Riccardo, oggi più di ieri la situazione è questa, penso.
Di fronte a un quotidiano e ai suoi articoli “rivoltanti” in grado di scoraggiare l’interesse alla cultura pure di Rita Levi Montalcini (mia ipotesi, per carità!), mi vien solo da dire che oggi la parola “INFORMAZIONE” è diventata sinonimo di “vendita” e o di “economia”.