Dal diario di bordo della spedizione di ricerca 08152014.
Obiettivo: la salvezza dell’umanità.
Lunedì, 14 Agosto 2014, ore 2 pm
Dopo circa tre settimane di viaggio siamo giunti sul luogo previsto per il primo contatto con la base. Ad oggi la situazione è critica e siamo vicini a stilare il nostro ultimo rapporto relativo alla missione segreta.
L’aria che si respira qui nell’entroterra è irrespirabile. Il mare è lontano chilometri e il silenzio mortale di questi giorni conferma senza dubbio alcuno che la razza umana sarà in breve tempo annientata definitivamente.
La temperatura del suolo terrestre supera i 40° C e ormai sono pochissimi i superstiti che hanno resistito all’epidemia. Quei pochi esseri umani ancora in circolazione evitano opportunamente le ore diurne per uscire allo scoperto alla ricerca disperata di acqua e viveri. Ma la temperatura percepita nelle ore di sole supera di fatto i 40° C con quasi il 100% di umidità.
In particolare i superstiti prendono di mira i centri commerciali dove si raccolgono in piccoli gruppi al riparo dal sole e alla ricerca di refrigerio. Li abbiamo visti ammassarsi l’uno sull’altro ormai allo stremo delle forze. Si trascinano a malapena tra i corridoi deserti dei supermercati deambulando a fatica assopiti dall’area rarefatta.
La nostra missione in incognito purtroppo ci vieta di entrare in contatto diretto con loro per poterne studiare a fondo i comportamenti e analizzarne gli organismi. Probabilmente anche in questo caso il virus seguirà rapidamente il suo percorso infettivo, ma al momento tali individui risultano solo parzialmente contagiati e in fase di incubazione. Presto anche loro saranno costretti a raggiungere disperati il mare.
Ad oggi non sono state trovate cure contro il virus e la sua diffusione, presto quindi l’epidemia raggiungerà il suo picco anche al Nord. Integerrimi attendiamo da giorni notizie dal fronte a Sud che confermino l’attuazione della soluzione finale. I nostri equipaggiamenti purtroppo non sono sufficienti a gestire adeguatamente l’Unità di crisi in corso.
Secondo quanto riportato dal Capo di Stato Maggiore per l’Unità di crisi epidemica, tra quattro giorni non ci sarà più forma di vita in quelle che chiamiamo “città”. Era nostra intenzione concentrare le nostre attenzioni nello studio dei loro comportamenti per cercare di trovare un antidoto al virus ma al momento non ci sono risultati tangibili.
I più fortunati sono riusciti ad abituarsi alla vita in prossimità del mare, nelle regioni del Sud in particolare. In pochi sono riusciti a scappare in tempo e mettersi al sicuro; la maggior parte, come era prevedibile, non sopravviverà all’esodo. Moriranno a milioni incolonnati nelle autostrade prima di raggiungere il mare, questo è certo!
I nostri informatori confermano invece un numero residuo di esemplari barricati in casa che attendono inermi il passaggio dell’epidemia. Le autorità da tempo avvisano invano la popolazione dell’incombente epidemia, ma gli abitanti delle zone ad alto rischio, le città appunto, si ostinano a vivere regolarmente la propria vita. In particolare operai e dipendenti di molte aziende che non hanno chiuso scoraggiate dal proliferare del virus. Per loro ormai non c’è niente da fare perché i piani ferie dovevano essere presentati molti mesi prima.
Io, insieme allo staff che gestisce l’emergenza, sono stato incaricato di scoprire un antidoto, ma sono ad un punto morto della ricerca: al momento non c’è alcuna via di scampo!
In quanto responsabile del progetto SAVE HUMANS AGAINST FERRAGOSTO rassegno le mie dimissioni inderogabili da direttore operativo dell’operazione, designato dal Presidente della Repubblica in concerto con il Capo di Stato Maggiore. Non rinnego nessuna della decisioni prese nell’attuazione del protocollo del progetto per il superamento dell’Unità di crisi relativa alla diffusione del virus denominato “FERRAGOSTO”.
A pochi giorni dalla soluzione finale membri interni dello staff hanno presentato già le loro dimissioni. Altri hanno disertato, fuggendo verso le coste. Di certo pochi di loro raggiungeranno le spiagge che hanno sognato da mesi, ormai è troppo tardi e tutto è prenotato: non troveranno di certo nemmeno un buco dove potersi nascondere.
La situazione è ormai ingestibile ed io come direttore dell’Unità di crisi ho fatto il possibile per mantenere unito il gruppo ma non c’è stato niente da fare e in molti sono scappati dalle loro famiglie per un ultimo saluto.
Per dovere confermo che i membri superstiti dello staff sono i seguenti (nome in codice): Cocco Bello, Ghiacciolo all’Arancia, Pollanca e Telo da Mare. Tutti gli altri ci hanno lasciato scappando di notte.
Confermo infine che, a causa dell’annunciato disastro, ci troviamo bloccati anche noi in città impossibilitati alla fuga. Gli sfollamenti e gli esodi forzosi hanno lasciato anche numerosi esemplari di animali domestici e di compagnia che adesso imperversano per le strade a branchi in cerca di cibo e acqua.
Queste le mie ultime parole che confermano la gravità della situazione attuale. L’umanità intera è spacciata e chi non è potuto andare in vacanza non riuscirà a salvarsi con un semplice LAST MINUTE.
Da qui a pochi giorni tutto sarà finito, vi chiediamo pertanto di salutare le nostre famiglie in vacanza e chiedere loro di pregare per noi, integerrimi lavoratori della settimana di Ferragosto, in prima linea contro l’epidemia devastante che ha svuotato le nostre città come i nostri cuori.
Infine, a malincuore, auguriamo a tutti buone vacanze, e che Dio possa avere pietà di noi poveri lavoratori.
Il capo dell’Unità di crisi (nome in codice) Pinne fucile e Occhiali.
Bentornato ;)
Ti ho già detto che ho molto riso.
Inutile dire che oggi per andare ad Alcamo c’era ancora un rigurgito di codazzo ferragostiano sulla A29.
Grazie tanto Noems, grazie per il supporto! Qui al fronte ci godiamo la città deserta ancora per un po’ …
Nix sei un grande!
Cioppo buona!!!