A me piace l’amore ecosolidale.
Mi piace non avere nessuna data da festeggiare, nessun anello da attendere, nessun “tizio caio è ufficialmente fidanzato con sempronio”.
La riflessione giunge dopo un accurato esame della mia bacheca facebook, che ormai può essere considerata a tutti gli effetti un vero e proprio cortile, di quelli di una volta, di quelli col quadrilatero e le finestre tutte attorno da cui osservare il passìo.
C’è quella che sogna l’amore alla Belen Rodriguez, quella che posta immagini fintissime di coppie super fantastiche che non litigano mai e sono super bellissimi, quelli che “sono troppo single per essere in coppia” però, sotto sotto, vanno a guardare le pagine di “Sposa domani”.
E poi ci sono quelli che in coppia ci stanno davvero e te lo devono far vedere. Non postano una foto senza una didascalia del cavolo dove ci tengono a dirti che loro sono “il più grande spettacolo dopo il big ben o il big bang”.
La sovresposizione delle coppie ai tempi di facebook mi ha sempre un po’ turbato, perchè leggere interminabili post d’amore o vedere foto dove ci si bacia appassionatamente mi mette seriamente in imbarazzo. Il problema è che quasi nessuno ne è esente.
Dopo un lungo periodo di singletudine, mi ritrovo di nuovo a fare parte di una coppia. Per una volta la faccenda non mi turba, mi sento anzi molto bene nella condizione di “impegnata”, forse perchè il mio partner su tante cose la pensa come me. Nessuna data, tanto per iniziare…
Ebbene sì, l’anno prossimo non avrò nessuna giornata particolare da festeggiare; questo mi rende particolarmente felice, né lui né io rischiamo di dimenticarcene correndo il pericolo di innescare qualche lite epica sul “checazzodipersonasei”. Inoltre, io odio gli anelli, di qualsiasi tipo, quindi il famoso “coccio di brillo” che tutte le ragazze sognano mi lascia totalmente indifferente, questo comporta un grosso risparmio economico e anche di stress.
Se non è ecosolidale questo, non so cosa lo sia!
L’amore “no brand” è l’unico possibile per me! Mi fa stare bene, mi fa pensare che non ho del tutto perso la mia condizione di persona individuale. Sì, diciamolo, fare parte di una coppia manda in vacca l’individualità. Nessuno più ti invita da sola, la frase di rito è: “Beh adesso che non sei sola, porta anche il tuo lui”. E se volessi andarci sola? Posso farlo o devo espormi al fuoco di fila di domande del tipo: “E il tuo ragazzo dove l’hai lasciato?” .
La risposta più consona potrebbe essere: “Beh, è fuori città, non è riuscito a raggiungermi”, io invece vorrei avere la libertà di dire: “Non gliel’ho neanche detto, problemi?”.
L’amore no brand è quello che non sei costretta a presentare ai tuoi genitori, anche se questi ultimi rimuginano e lanciano frecciatine ogni volta che si esauriscono gli argomenti di rito.
Poi, di colpo, l’amara verità: lui decide di farsi l’uscita con gli amici e non ti dice niente, non ti presenta alla mamma, non ti parla mai dei futuri figli insieme e a te sale la violenza.
Ok, l’amore no brand non esiste, perchè tutti, prima o poi, cadiamo nella trappola della coppia tradizionale, che non riesce a uscire se non insieme, che sente il bisogno di avere una data da festeggiare, che passa le domeniche dai suoceri.
Io finché posso reggo.
Interessante. Mi piace l’idea che l’assenza di date porti a un atteggiamento etico (meno regali, meno finzioni), e mi piace anche l’idea di non essere costretta a portarlo ovunque o a presentarlo ai tuoi. Però se un giorno ti venisse voglia di portarlo a una cena di amici che non lo conoscono, ecco anche questo è bello, e sano, perché la verità è che quanto stai bene con qualcuno lo vorresti dire a tutti, anche al tuo fruttivendolo. Stessa cosa vale per la famiglia. Non mi hanno mai vista così tranquilla e sorridente, non si meritano di conoscere la fonte di questo benessere sentimentale?
E insomma, alla fine, mi chiedo a cosa resistiamo. Se all’inclusione nella norma, cosa che comunque è impossibile, perché è stato fatto tutto, anche questo, anche l’amore equo e solidale ed ecosostenibile. Cioè l’esclusione dalla norma è già una norma. E allora fanculo, fai quello che vuoi, portatelo o non te lo portare, ascolta di volta in volta te stessa e vivitela come vuoi.
Cuori vari. Manju.
Eheh, me lo sono chiesto anch’io ultimamente, visti i cambiamenti.
Credo che non ci sia nessuna foto cuoricinata nella mia bacheca, ma mi andava e così la settimana scorsa sono stata a una festa in cui c’erano anche dei parenti, amen. Mi sono solo divertita e non ci sposeremo per forza per questo.
Comunque, “e a te sale la violenza” è bellissimo e capita, forse il trucco è parlare un po’ di tutto, anche di ste robe qui, confrontarsi, non sforzarsi e capire limiti/voglie miei, suoi, vostri. Senza le controdipendenze, che sono prese per il culo. …Le domeniche dai suoceri no però, cazzo.