Come ogni lunedì, mi reco al CLA (Centro Linguistico di Ateneo – dove si svolgono lezioni di lingue, sede di biblioteca, uffici ecc.). Essendo in anticipo sull’orario di ricevimento della mia prof., comincio a gironzolare per i corridoi.
Per chi non lo conoscesse, il CLA è un edificio nuovo, ristrutturato e ben arredato: ci sono panchine non ancora scarabocchiate da pennarelli o graffiti, tavoli bianchi ancora intatti e anche sedie nuove – tutte occupate naturalmente! Ah, e cosa più importante, i bagni hanno la carta igienica (ma non ditelo in giro altrimenti potrebbe formarsi una fila di “caconi” provenienti da tutte le altre facoltà di Unipa!).
Comunque, dicevo… mentre gironzolo per quei corridoi, il caso vuole che il mio occhio critico (soprattutto in “quel” periodo del mese) cada su un avviso affisso fuori da un’aula. “Non può essere”, penso, e mi stropiccio gli occhi (cioè, per modo di dire, altrimenti il mascara mi avrebbe trasformato in una versione soft di Miley Cirus). È ancora lì. L’avviso campeggia intatto su quello sfondo bianco di carta per stampante. Decido di tornare indietro per schiarirmi le idee ma, mentre faccio la strada a ritroso, mi accorgo che l’avviso mi segue ovunque, affisso su ogni porta, come in una puntata speciale dei Simpson per Halloween! “Non può essere!” continuo a ripetermi, “non può essere!”
Eppure è, è eccome!
“Gli studenti sono pregati di non uscire le sedie dalle aule”
In passato ho personalmente utilizzato un avviso emanato dal personale di un ente regionale per fare l’esame di “sociolinguistica”, ed è che dire! Sono d’accordo con il concetto per cui “la lingua è ciò che la gente ne fa”, ma non su un avviso nel Centro “Linguistico” d’Ateneo!
Adesso tutti gli studenti Erasmus che studiano a Palermo sono convinti che “entrare” sia un verbo transitivo (così come la maggior parte degli studenti non Erasmus che studiano a Palermo).
Evvabbé, è un errore, che ci vuoi fare? Io, comunque, sono tornata altre volte al CLA, dopo il fattaccio, però non mi sono messa più a gironzolare per i corridoi, me ne sono stata tutte le volte buona buona fuori dalla porta dell’ufficio della mia professoressa, con gli occhi bassi, evitando i muri o le porte, non sia mai: non vorrei dovermi risentire per questa laurea…
P.s. Ah! Comunque se ci fosse una campagna linguistica per la “transitivizzazione ” dei verbi entrare/uscire, io aderirei immediatamente, per l’importante principio di economia linguistica!
Siamo siciliani, ogni cosa è transitiva se serve xD