È guerra! È guerra su tutti i fronti. È una guerra culturale quella che si vive in Occidente. Nell’antica Europa, ancora oggi, dopo centinaia di anni di integrazione, si deve fare i conti con un nemico invisibile: la paura. Il nemico invisibile si manifesta principalmente durante un periodo di elezioni o per giustificare di volta in volta delle decisioni politiche importanti. Il nemico invisibile è il pasto preferito dei media, soprattutto in Italia.
Dopo gli attentati di Parigi che hanno lasciato sul campo i corpi delle vittime innocenti, possiamo di nuovo avere paura. Il nemico si sta avvicinando. E come identificare un nemico invisibile? Semplice, bisogna dargli un volto, delle sembianze. Magari una lingua strana, dei modi di vestire particolari. Ed una fede religiosa diversa…
E vedo la Meloni, con dietro una grande Tour Eiffel, che spara a zero sul nuovo nemico: stop all’immigrazione musulmana! I terroristi sono musulmani! E viene riesumata nuovamente la Fallaci: non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani! Senza parlare di Salvini che non si sente sicuro con dei vicini di una religione diversa dalla sua. Nemmeno il Front National francese le ha sparate così grandi e grosse.
Diciamocelo, l’italiano ha paura! Ha paura del diverso perché forse non ha una chiara identità individuale. Troppo diversi i terroni dai polentoni, troppi usi e costumi, troppi partiti politici, troppe reti televisive, troppi opinion leader. Naturalmente questo non muta minimamente le vite della gente normale. Non essere stati direttamente attaccati dal nemico ci fa soltanto temere la paura. È la paura della paura.
Una mattina ero di turno al bar dell’hotel dove lavoro quando si appresta ad entrare un vecchio signore con un umore ottimo che si contrappone alla grigia nebbia della Palude Padana.
– Buongiorno!
– Buongiorno a lei, cosa le preparo?
– Un cappuccino per favore.
– E allora, come va?
– Ma… come vuole che vada… al solito.
– Bene, bene… Ce la passiamo sempre meglio dei francesi. Hai sentito cosa è successo?
– Eh sì che ho sentito.. Meskin(i)!
– Questi musulmani! Una sunna del Corano dice di imporre la fede con la spada… e questi ci ammazzano… Hanno ragione Salvini e la Meloni… Tutti a casa! Dovremmo vietare l’immigrazione islamica…
– Io sono musulmano.
– Eh già… Cosa? Tu?
– Sì, mi chiamo Ibrahim e sono musulmano. E sono pure terrone… Vuole che me ne torni al mio paese? Cioè sempre dell’Italia parliamo, almeno credo. Ma ho studiato e sono laureato e servo i caffé. Mi lavo anche…
– Beh…
– Che poi vorrei sapere com’è possibile vietare l’ingresso in un paese per la propria religione. Questo argomento mi incuriosisce… Controllerete i piselli degli uomini e se uno ha il velo vuol dire che non può entrare? Sa che mia moglie portava il velo ed è nata in Italia? In questo caso in che paese dovrebbe ritornare?
– Ma hai visto cosa hanno fatto in Francia? Gridavano Allah Akbar!
– Sa che cosa hanno trovato nel rifugio di Bernardo Provenzano? Tra i pochi oggetti che aveva c’erano una Bibbia e un rosario e delle croci; lei direbbe che un mafioso che si professa cristiano stia seguendo i principi della sua religione? Vale anche per lui la redenzione?
– Sì, ma la comunità islamica non ha preso le distanze da questi fatti…
– Lei ha preso le distanze da Bernardo Provenzano o semplicemente non ha nemmeno collegato le cose? Voglio dire, sa benissimo che un criminale non ha niente da condividere con lei; perché una brava persona dovrebbe prendere le distanze da alcuni criminali? Solo perché hanno gridato “Dio è il più grande”!?
– Beh, penso che tu abbia ragione in effetti.
– Sono contento che lei abbia cambiato idea. Spero che un giorno si possa vivere tutti insieme in un paese laico e che la fede non sia motivo di discriminazione. Un giorno succederà, Enshallah!
– Beh, l’ultima volta che è successa una cosa del genere è scoppiata una guerra…
– Lo so.
– Sai, mi ha fatto piacere chiacchierare con te. Spero di vederti di nuovo…
– L’aspetto allora.
– Arrivederci.
– Scusi!
– Sì?
– Mi deve pagare il caffé…
Caro Ibrahim, mi piacerebbe sapere (sperare) di questi fatti, se sono veri innanzitutto (miracolo!). E poi del tuo nuovo percorso culturale!
I fatti sono veri, tutto ciò che scrivo lo è. Non ho molta fantasia, sogno ad occhi aperti più che altro..
È tutto vero come è vera la paura del diverso e dell’integrazione.
Da circa un anno ho abbracciato una nuova cultura e mi sono innamorato di una persona “diversa” che mi ha fatto capire quanto sia difficile avere due diverse identità e potersi esprimere liberamente in un paese che si professa laico e democratico. La realtà è ben diversa ma noi non possiamo saperlo fino a quando non ne entriamo in contatto. Esistono estremismi da tutte le parte e troveremo qualcosa che non ci piacerà in qualsiasi cosa ma esiste e deve esistere una curiosità in ognuno di noi che ci porti al di là di ogni pregiudizio.
Sogno una società multietnica dove possa mantenere le mie radici e conoscere e apprendere le culture di ogni angolo del mondo. Sogno per mia figlia una società aperta, quel posto dove per molto tempo, mia moglie, una ragazza di seconda generazione, non ha potuto vivere serenamente. Ma bisogna essere fiduciosi e positivi! Qualcosa cambierà Enshallah!