Un caffè al bar-tabacchi di viale Regione e trovo lui: ben vestito, immobile, che gratta senza mai alzare lo sguardo. Sta da solo ad un tavolo. Per venti minuti. O più.
E in venti minuti lui gratta. E gratta. E gratta. Gira pagine e gratta.
Io resto a guardarlo. Gli scatto delle foto, lui non se ne accorge. È quasi una sfida: vorrei che vedesse altro, che mi rimproverasse. Ma lui gratta; sta giocando; è un automa. Mi sembra di vedere la polverina grigio-argentata sul lato del foglio di carta colorata. È solo lei, inerte, che resta quando lui finisce di grattare.
Ci sono persone che da decenni perdono mentre si sentono fortunate. Incontro la nuca dei loro occhi fissi sugli schermi dei tabaccai mentre compro una busta da lettera o pago il bollo della macchina o cerco una marca da bollo. Figure come diafane davanti ai numeri del SuperEnalotto, alle campanelle dei gratta&vinci, alle macchinette: immobili, fredde, silenziose. Mi fermo su un vecchietto magrissimo che pare senza occhi; non li distoglie, eterno e immobile, dalla slot machine neanche per respirare, fedele alla sua divinità luminescente. Un ramo. Sembra un ramo secco. Prova emozioni? Cosa pensa? …Ma pensa? Vive?
Non ho difficoltà a dire che ne ho paura. Perché non capisco come questo possa essere legale e pubblicizzato e come qualcuno possa accettare di vendere queste droghe di vuota speranza. Perché ciò che a molti sembra “normale” si chiama G.A.P., ed è una patologia.
Un giocatore è diagnosticato affetto dal Gioco d’Azzardo Patologico (DSM-IV, 1994) se presenta almeno 5 dei seguenti sintomi:
- È assorbito dal gioco, per esempio è continuamente intento a rivivere esperienze trascorse di gioco, a pianificare la prossima impresa di gioco, a escogitare modi per procurarsi denaro per giocare;
- Ha bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato;
- Tenta di ridurre, controllare o interrompere il gioco d’azzardo, ma senza successo;
- È irrequieto e irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo;
- Gioca d’azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore disforico, per esempio, sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione;
- Dopo aver perso al gioco, spesso torna un altro giorno per giocare ancora, rincorrendo le proprie perdite;
- Mente alla propria famiglia, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo;
- Ha commesso azioni illegali come falsificazione, frode, furto o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo;
- Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo;
- Fa affidamento sugli altri per reperire denaro per alleviare la situazione economica difficile causata dal gioco, “operazione di salvataggio”.
Del G.A.P. a Palermo si occupa l’équipe del CEDISS (Centro Dipendenze Senza Sostanza), in via Furitano n° 5, che dal 2006 ad oggi ha accolto più 800 utenti tra giocatori d’azzardo, sex addicted, shopper compulsivi, Uomini e Cristi con dipendenze comportamentali varie ed eventuali che arrivano svuotati, indebitati, rovinati.
Basta trattenere un secondo il fiato come nel poker, chiamare il (091)7032413/7032414 e per un attimo non pensare che giocare sia la norma, il riscatto, l‘unica speranza.
___
*Ringrazio la mia collega Cristina, volontaria del CEDISS, per aver risvegliato la mia paura e la mia indignazione coi suoi racconti.
Diverse volte, come te, mi è capitato di fermarmi a guardare i giocatori ipnotizzati da slot machine o altre diavolerie simili e di essere invasa dal desiderio di scuoterli e distrarli. Credo che, come in molte cose, la rivoluzione dovrebbe partire dal basso, e cioè dai gestori di tabacchi e sale scommesse che decidono di rinunciare a cospicui guadagni non installando queste apparecchiature. Occorrerebbe fare altrettanto con i gratta e vinci. O quantomeno fare come con le sigarette e riempirli di messaggi in cui si spiega quali sono le reali possibilità di vittoria. Non servirà a molto ma magari qualcuno viene dissuaso. Non so…
Una sala scommesse nasce esattamente per quello… Sarebbe come un macellaio vegano xD
non gioco mai e per questo mi viene ripetuto da anni che non diventerò mai miliardario…se questo è il prezzo… meglio così!
“Il gioco d’azzardo è una tassa sulla stupidità” diceva un astuto banchiere che ha avuto un ruolo cruciale nell’unita d’Italia.
Una tassa a cui lo stato tiene molto visto il modo capillare in cui la gestisce.
E’ interessante la considerazione ipocrita secondo la quale non possiamo aprire un casinò ma possiamo permettere che la gente giochi in modo continuato, meccanico e passivo.
Siamo sicuri che una singola serata ogni tanto al casinò sia più pericolosa di un’emorragia continua di soldi alle slot machine diffuse capillarmente in tutti i bar del paese?
Ma ovvio! A parte che crea dipendenza…. E’ dimostrato che attiva gli stessi circuiti di ricompensa delle droghe…. quindi, alla faccia del “responsabilmente”, è criminale mettere le slot machine…. Non capisco come sia possibile… Ma d’altronde… Anche “il fumo uccide”… .
(“STATO PADRE”…: tsk.)
Conoscevo gente che ci ha rimesso molto a causa delle scommesse. Credo che il bello stia in quei secondi/minuti di adrenalina che provi sperando in una svolta epocale mentre gratti un pezzo di carta o mentre guardi un cavallo correre o la tua squadra giocare.
Per carità, ogni tanto anche io sono entrata in una sala snai a fare qualche giocata, giusto per passare una domenica pomeriggio con gli amici a guardare qualche partita di calcio. E ogni tanto ho comprato qualche gratta e perdi (sì, a me rifilano solo quelli) ma il problema sorge quando tutto ciò diventa un bisogno.
Lo Stato ci guadagna. Gioca responsabilmente. Bevi responsabilmente.
“Bevi pure quanto vuoi, basta che poi fai guidar qualcun altro. Lo Stato dice bevi che una parte poi va a noi, e fai guidar qualcun altro”
Io ho già perso regalando parte del mio stipendio allo Stato per comprare il tabacco.