Cameriere! Portami da bere, devo superare le mie diffidenze. Detesto combattere, che vuoi farci? È carattere. Parlare di guerra non mi piace, abbi pazienza. Io scendo in strada, ma bada, solo se tocchi la squadra. Le rivoluzioni sono scomparse. Nei confronti della vita ho un approccio sodomita, di natura sono ragionevole, preferisco ammazzare il tempo ed è già tanto se mi cambio le mutande! Io non sono vero, io non sono falso, detesto i cliché e amo le donne che sanno di merluzzo.

È vero, qui si fa festa ma mi guardo in giro ed ammiro cose mai viste: polemico politico sul palcoscenico che vuole l’immigrato umiliato e percosso. Un messere nevrastenico con crisi di panico che vuole impormi le sue regole ma è talmente finto che sembra un ologramma e parla da un orifizio sporco di pregiudizio, tu resta sveglio perché lui fotte il dormiente!
Ci sono cose che non capisco, perché sei diffidente? Sei come quella gente che vede la truffa continuamente. Poveretto, sei stato beccato! Tutto buonismo che va a puttane. C’è penuria di muri adibiti alla memoria, qua ci si allontana dalla compassione umana. Democrazia da vetrina la nostra. Riposi in pace il referendum che qui si parla meno di Stato più della sua immagine, se le telecamere spengono sulle condizioni disumane dei bimbi morsi dalla fame nei loro villaggi bombardati per settimane.
Siamo in guerra, nessuno s’illuda! L’occidente ha vinto. C’è chi fa della riffa polvere che sniffa, infetti da manie di elmetti, pura vanagloria! C’è chi provoca per provocare liti: insulti infuocati sparati tra uomini di molta fede. Repressi, con grossi limiti, quando si uniscono al banchetto che imbastisco, volano paroloni che nemmeno a scarabeo! Abili manipolatori d’animi, omini di Legoland, eroi ma coi Pampers, vogliono menti barricate, quali grappe! E siamo tutti nelle mani di chi? Un teleschermo appeso alla parete, come il padre eterno!

Sono chiuse le fabbriche del Belpaese dove la mafia schiavizza i lavoratori, l’acqua è privata, la campana suona ma la scuola frana and human eat the banana. Se la politica è malata e ladra fa nada, tu non voti alle politiche ma ti lamenti se le condizioni sono critiche, te la prendi con me e poi mostri le zanne ma mio caro mo’ smamma, va’ da mamma: attaccare me non ti redime! Pensavi che sparassi palle? Prendermi gioco di ogni tua certezza fa di me una persona coerente.  Devi combattere, ma te la dai a gambe levate! L’acqua che butti sul mio fuoco diventa benzina: sono un reietto perfetto, colleziono punti di sutura. Faccio fatica a inquadrare la retta via! La mia dottrina se ne fotte di chi sta dopo e chi prima.

Panico, panico, questo è un caso clinico: nemmeno Freud saprebbe spiegarmi perché ho le ossessioni amico, serie! Nella mente ho un virus latente come quando sei malato di schizofrenia! Io non sono sano, non gioco a fare il santo ribelle: scampato al mio destino disobbedisco l’odio che impartiscono, l’ho visto venir fuori dagli occhi di alcuni interlocutori.
Manca che ti fai uno spino e abbiam finito! Sono sicuro che in futuro le giovani menti saranno come balene in un mare di tanto plancton. E se non ci credi, si muore per cose futili! L’unica certezza è che finisco male, di me si dirà: “Ha tentato”. Non è stato facile per me trovarmi qui, dove la notte è buia, buia, buia, in bilico come uno stomaco devastato dal tasso etilico, ma chi tace soggiace alla volontà del loquace. Se l’anima è nata libera non la si calibra! La vita è riprovevole poiché fa la gioia del colpevole ma abbiate fede, le cose stanno per cambiare, perché adesso noi comandiamo. Noi, che riempiamo le fosse più del senno di poi! Caro Paese dalle belle pretese, ti do una dritta: colma questa vita disadorna, sciogli la catena e torna!

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