La storia del Curioso Impertinente

Sapete cos’è una storia nella storia? In poche parole si tratta di una digressione, pertinente o meno, al filone narrativo principale, che si dirama in un altro filone narrativo delineato.
Come quando el Duque de Saavedra (per gli amici “Michele Cervantes”) si svegliò una mattina e decise di inserire una novela all’interno del Don Quijote (anche due, va’).

Capitolo 33. C’erano a Firenze due amici, ma proprio amiconi amiconi (stile Aldo Giovanni e Giacomo prima di litigare in Chiedimi se sono felice), Anselmo e Lotario. Erano talmente tanto amici che per eccellenza e antonomasia li chiamavano “i due amici”. Delle circa 40 volte che nel Don Quijote appare la parola “amico”, venti volte la troviamo in questa storia. Ma comunque, Anselmo era più incline all’amore rispetto a Lotario e finisce per innamorarsi di una bella figliuola di nome Camila. Ora, siccome Anselmo non faceva nulla senza prima interpellare Lotario, i due giovani discussero della cosa e alla fine fu proprio Lotario a chiedere, per conto di Anselmo, la mano della ragazza. Oh, perfetto: Anselmo e Camila si sposano. I primi giorni del matrimonio furono tutti feste e festini ma con l’andare del tempo Lotario rese meno frequenti le sue visite all’amico, visto che ormai era sposato, per non destar sospetti e dicerie e non mettere in discussione la sua honra. Anselmo si incacchò non poco per ‘sta cosa, “ma come insomma io mi sposo e tu non vieni più ma ti pare il modo, se sapevo non mi sposavo…” e Lotario fu autorizzato ad entrare ed uscire da casa di Anselmo tutte le volte che voleva! Cioè non proprio tutte tutte le volte, insomma, sì… diciamo due pranzi a settimana e le feste comandate. Affare fatto. Fu proprio Lotario a limitare questa libertà d’azione in quanto sosteneva, invero, che un uomo sposato al quale il Cielo avesse conferito sì bella sposa dovesse essere prudente nel portare a casa amici. Sosteneva, inoltre, Lotario, che ogni persona sposata dovesse avere un amico fidato che tenesse d’occhio il partner e avvertisse il marito riguardo comportamenti poco onorevoli. In poche parole: dimmi se mia moglie fa la zoccola in giro.
Passa il tempo, Camila è una tipa a posto. La domanda ora è: non è che Camila è una tipa a posto solo perché non ha modo di non esserlo? Sì, Anselmo era uscito fuori di senno. Pensava che sua moglie gli fosse fedele perché non avesse altre alternative. Quindi, in pratica, se sua moglie fosse stata tentata, si chiedeva, gli sarebbe rimasta fedele lo stesso? Io non voglio una moglie che è fedele solo perché non ha altre alternative, io voglio una moglie fedele nonostante abbia alternative. Il discorso non fa una piega – se siete pazzi.
“Allora, che dici, Lotà, me lo fai ‘sto favore?”
“Quale favore?”
“Che fa’, ci provi con mia moglie?”
“Ma tu sei pazzo!”
“Amunì! Se è come credo io non succederà niente, ma tu provaci!”
Insomma, alla fine Lotario accetta, più che altro per convincere l’amico che non sarebbe successo nulla… Anselmo si assentava per finta e Lotario stava a casa con Camila. Quando tornava il marito, Lotario lodava l’onestà della moglie e tutto finiva lì. Però Anselmo non era convinto di questa onestà e un giorno, facendo finta di assentarsi, rimase a spiare i due che rimanevano nella stessa stanza senza parlarsi per tutto il tempo. “E che cavolo, Lotario! Ti avevo detto di provarci, non di fare il pesce morto!”. “E va bene, Anselmo, da adesso in poi ci provo, ci proverò a oltranza!”
E così fece Lotario. Solo che finì per innamorarsi davvero di Camila. E questa, dapprima mossa da pietà ed affetto nei confronti delle parole di Lotario, così infuocate d’ardore, finì per ricambiare quella passione.
Ed io rinascerò
Cervo a primavera.
E comunque poi la storia si complica e finisce in tragedia. Perché c’era questa serva di Camila, Leonella, che scoprì la tresca e ne approfittò per far venire il suo di amante nella casa della padrona e darsi alla pazza gioia come faceva Camila cornificando il marito. Il fatto è che Lotario un giorno vide uscire quest’uomo da casa e, naturalmente, pensò male “anvedi ‘sta zoccola di Camila!”. Gli venne, allora, la felice idea di raccontare ad Anselmo dell’uomo. L’equivoco lì per lì si risolse bene per sfociare però, più avanti, nella tragedia: Lotario e Camila fuggono, lui va in guerra e muore, Anselmo si spara e Camila prende i voti.

Che graziosa illustrazione delle strade della follia umana! Alla fine il peccato di curiositas di Anselmo, quest’ansia di conoscenza che si oppone alla Fede, lo porta dapprima alla follia e poi ad una situazione estrema dalla quale non può che scaturire la morte. Cose allegre. Una storia nella storia.

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