di Giusy Gaetani Liseo
Un omaggio alla creatività e all’ingegno siciliano che, a differenza della scena politica, riesce a superarsi in ogni periodo storico ed emerge tutta insieme proprio quando se ne ha più bisogno. E con essa qualcuno prova ad identificarsi. Portiamo sulla nostra pelle e sui nostri geni la nostalgia di un momento storico che, a detta di molti, ha rappresentato il vero Golden Age di Palermo e della Sicilia, ovvero quando essa fu, con la corte di Federico II, un impero culturale oltre che politico.
Il primo Rinascimento italiano, mi viene da azzardare, viene da li. Il primo rudimentale italiano, il primo parlamento in Europa. Sottolineare tutti i nostri primati, pavoneggiarsi di cose che appartengono solo a noi, è un bellissimo sentimentalismo tornato in auge tra molti di noi siciliani. A partire da questo idealizziamo e costruiamo le basi del riscatto, ci fa sentire parte di quel pensiero progressista e ottimista, ci permette di proiettare il giusto, il bello, il bene comune in un futuro vicino al presente, ma non troppo presente.
Si rimane così cullati nella gloria che fu e che potrebbe essere ancora. Qualcuno sente di avere fiducia in quel sentimentalismo attualissimo prossimo a fiorire in un nuovo rinascimento. O siamo già nel pieno di un nuovo rinascimento culturale? Ma come siamo abituati da secoli le cose vengono lasciate a metà, interrotte violentemente con cambiamenti repentini, lasciando distruzione e caos intorno a sé. Ciclicamente si alternano elementi di eccellenza con disfacimento e rassegnazione. L’imperfezione dello stato delle cose può essere la salvezza, la spinta al miglioramento. L’autenticità, anche la più distruttiva e la più feroce, assieme al degrado costituiscono il seme di un patrimonio più importante di qualunque altro: quello intellettuale, artistico, creativo.
Ben vengono le brutte cose per opporre resistenza intellettuale.
Siamo pronti, Palermo, che in questo 2018 appena avviato sei Capitale italiana della cultura, siamo pronti al bello che verrà presentato. E che sia una scia luminosa che si possa protrarre a lungo. Ne abbiamo tutti bisogno.
Bellissimo post. Una domanda: “Ne abbiamo tutti bisogno”, tu dici, e gli ingrati che buttano fango su questo? Quelli che “ma che cultura e cultura, capitale ra munnizza!” ecc ecc.?
io purtroppo o per fortuna sono ottimista, lasciamoli essere ingrati, c’è gente che prova a migliorare le brutture e a lasciare una traccia…Sono sicura che prevarrà per i
posteri il gesto geniale ed un segno di cura piuttosto che la becera parte della popolazione che scarica il fango. Un occhio realistico su ciò che non va (munnizza, e altri controsensi ecc…) bisogna sempre averlo e da ciò partire per uno slancio di progresso. “Ne abbiamo tutti bisogno” riferito sia a quelli che migliorano lo status quo (come sempre la minoranza) e a quelli che invece si lagnano e basta. E’ risaputo che Palermo non brilli per molte cose, personalmente tifo per quelli che la amano spassionatamente come la sottoscritta.