Storytelling – Insonnie al Glade

La pasta integrale con pomodorini, olive nere e bagna di cipolla dorata mi bussa allo stomaco che saranno le 5 e la testa inizia a frullarla coi pensieri. Mi rifiuto di psicanalizzare tutto; a volte analizzo i miei stessi sogni mentre dormo, altre volte mi dico che è “solo” realtà da guardare: la mia realtà ansiosa che ogni tanto riaffiora. Ogni tanto tipo quando accadono cose.
Ieri, ieri l’altro e da un po’ in effetti ci sono state varie che ho tappato dentro random per dare loro la scarna dignità che meritano. Eppure questi tappi immaginari forniti dal nostro armamentario di uomini sono fin troppo efficaci: fanno quello che devono fare sul momento e poi lasciano sfiatare il tutto, tipo Glade che rilascia i profumi lentamente per deodorare l’ambiente H24. E così stanotte il tappo è saltato e ha lasciato uscire i risultati del concorso, di quel concorso a cui mi sono presentata pur sapendo che l’altra candidata si occupava di emofilia al Policlinico, che la società finanziatrice del concorso si occupava di emofilia e che il medico che ci interrogava occupava il posto di primario di ematologia al Policlinico; sì, quel concorso in cui mi tennero 11 minuti e a lei mezzora ed in cui i cattedrati dicevano sardonici di essere anche loro un po’ psicologi e forse più psicologi di noi; lo stesso concorso in cui, mi chiedo ancora perché, l’altra candidata non mi salutò, né guardò, né rivolse la parola. Questo ingrediente si mischia, nella mente della notte, a quell’altro concorso bandito 1 anno e mezzo fa, il cui colloquio è stato rimandato …a data da destinarsi.

Nel mezzo, l’insonnia ci mischia pure le mie settimane, fatte di 12 ore di quello che chiamo “lavoro” e che lavoro, ovvero “forza X spostamento”, lo è sicuramente: è lavoro su me stessa, duro, faticoso, impegnativo, al 90% non retribuito (se di retribuzioni monetarie con cui fare la spesa parliamo). E’ un pensiero frustrante anche la notte, ho sete e ringrazio ogni giorno lo spirito del Neo-Capitalismo per questo. E però sul momento mi consolo con l’immagine del momento: la vite americana che alterna verde e rosso e che ho sempre ammirato da lontano starebbe bene nel “mio” vialetto! Certo, ci sono tante spese; certo, potrei far restaurare i mobili, sono di legno buono, ma sono così vecchi che forse ci vuole di più a restaurarli che a comprarli nuovi di compensato…. Però verrebbe una figata! E sorrido nel semi-sonno, anche se tra un’immaginazione e l’altra sfiata a filo pure la preoccupazione per i soldi, per i mobili che ho e che non ci entreranno mai, per la fatica. Qui decido che ci metto un tappo e ripenso ai colori della vite americana, solo che alle 5 e qualcosa il sistema onirico dei tappi di ricambio funziona ancora peggio e la vite si associa a Santa Margherita, a noi bambini e al rifugio dei partigiani, agli zii in realtà prozii che abbiamo sempre chiamato e considerato “zii” in una famiglia che i ruoli li ha confusi da sempre e forse felicemente. La zia è l’unica che in questa situazione di “emme” (come dice uno dei miei pazienti * ) mi abbia ascoltato, spero, senza doppi fini e con umanità. La sola da cui abbia potuto prendere un abbraccio e a cui abbia potuto rivelare che, anche quando fai scelte in cui credi, queste stesse scelte a volte sono difficili e dolorose. E ma sono necessarie, sottolineo verso le 5 e 20. E così domani sarò lì, in fila, sotto le colonne neofasciste del Tribunale di Palermo, a sperare ancora una volta di poter credere nella giustizia degli uomini; quantomeno dentro un tribunale, perché fuori è tutta un’altra storia. Sì, è stata una settimana faticosa: sono stata stalkerata da gente che è un sacco vuoto/pieno di connivenze di convenienza, a cui ho risposto per educazione, per onorare mia nonna che mi diceva ogni giorno “il saluto è degli angeli e tu devi essere sempre te stessa!”; io sono me stessa, nonnina, ma gli altri? Io saluto, rispondo, ma a volte essere se stessi è anche sottrarsi, sai? A volte essere se stessi è poter dire all’altro (“a” minuscola di Carotenuto) che sai che ti sta prendendo in giro e che hai saputo con certezza (oltre alle tue ovvie intuizioni) che fino al giorno prima ha spalato “emme” ( * ) volutamente su di te per farti sembrare piccolo e meschino, interessato solo ai soldi altrui e per farti “terra bruciata intorno”, come mi disse fin da piccola una persona che purtroppo continuo ad avere per parente-serpente e che purtroppo usa ancora, ad oltre 50 anni, le stesse strategie di quando era pre, post o tardo-adolescente: “un chiovo torto”, insomma, come disse più volte mio nonno. E dunque anche lo stalking, la tracotanza altrui su di me che prova a scafazzarmi in sogno e dal vivo (e non siamo in Grecia ai tempi di Ulisse, cazzo!) e poi per fortuna un tappo di culo e di realtà è intervenuto e sono finiti i giga. A volte internet salva davvero e sottrae, anche se a un certo punto mi toccherà comunque leggere, rispondere ed “essere sempre me stessa” pure di fronte a chi “se stesso”, come pure “me stessa”, non lo intravede neanche.

E a un certo punto verso le 6 suona una sveglia che lui ha dimenticato di togliere e il frullatore si ferma per un attimo. Domani ho da fare tante cose… ma arrivato a un certo punto…
Penso, alle 6 e dopo un’ora circa che frullo, che questa qui del mio Glade personale per ora è puzza, ma va bene così, perché se la puzza resta dentro a un certo punto marcisci anche tu o esplodi di “emme” ( * ). E va bene così, per oggi va bene così.
Guardo in semi-sonno la vite americana del “mio” vialetto e ricordo quando facevo questi disegni di bambina che, evidentemente, hanno usato la merda come concime per sognare e poi (prima o poi) per fare; soprattutto, alle 6, penso alla vita, al concerto di stasera e alla frase di Sartre che per ora mi rende fiera, mi sostiene e non mi abbandona: “Noi siamo ciò che facciamo di ciò che gli altri hanno fatto di noi”.
Buongiorni.

2 thoughts on “Storytelling – Insonnie al Glade

  1. Emina (L) Io adoro le tue storie :)
    Tieni duro! Vorrei essere più presente nelle tue giornate e serate, per poterti fornire un poco di ricarica glade, dal profumo di tisana al gelsomino o al vino bianco…

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